Lettera a un ayatollah


Caro ayatollah,
vorrei poter scrivere caro amico ayatollah (ma ci starebbe tranquillamente anche mullah, o imam): purtroppo non posso. Non dopo l’ennesima donna che avete vigliaccamente ammazzato e dopo le persecuzioni che ancora proseguono sugli studenti assetati di libertà. Non dopo le ragazze ammazzate dai padri per aver rifiutato un matrimonio combinato e senza amore. E ci aggiungo il carico da undici: assolutamente non dopo che un musulmano scalmanato si è messo a predicare la guerra atomica per annientare gli infedeli.
L’amicizia è una cosa seria. Significa fidarsi, condividere progetti e valori. L’amicizia è quella cosa che il “barbaro e peccatore” occidente ti ha offerto e che tu hai fatto finta di accettare. Ma in tutta onestà sai che non possiamo essere amici. Io rispetto la tua Fede, per certi versi l’ammiro. Ma non è la mia: semplicemente non è compatibile con la società in cui tanto insistentemente molti tuoi correligionari pretendono di essere accolti ed integrati.
Ho letto e riletto, con il massimo rispetto, il tuo Libro Sacro, il Corano, in  cerca di uno spiraglio, di una speranza di pacifica convivenza, ma non l’ho trovata. Non c’è. La tua Fede non ammette interpretazioni. La Sunna È la Legge, la Sharia È la Legge.
Ti dirò, da persona credente, forse avete ragione nella completa sottomissione all’Altissimo.
Ma devi sapere che noi, l’Occidente, ha lottato, sofferto, combattuto per la sua Libertà anche di fronte agli dei. È dalla antica Grecia, attraverso i miti prima e le guerre poi, che affermiamo il principio che l’uomo è padrone del suo destino, capitano della sua anima. Lo dice anche il nostro Dio, in fondo, giacché ci ha dotati del libero arbitrio. Non ci siamo mai inginocchiati in 2500 anni di storia che ci hanno portati a quella libertà che ti ha permesso di venire qui, a casa mia, di essere libero di professare la tua fede, di pretendere e di offendere. Anche di uccidere, anche di uccidermi.
Odio l’ipocrisia. Per questo ti dico che non possiamo essere amici. Perché tu non mi rispetti: tu mi usi. La tua Fede ti permette di mentire a me che non la condivido, addirittura di negare la tua stessa fede per nasconderti, proteggerti e colpirmi.
La tua fede ammette la schiavitù, la poligamia, le punizioni corporali a mogli e figli. Non riconosce diritti alle donne, poco più che oggetti nelle tue mani.
Nella tua fede ci sono schiavi sessuali bambini… Da questo punto di vista ti dirò che mi fai schifo, perchè il Corano vieta l’omosessualità solo tra uomini adulti.
Secondo il tuo Libro, tu devi uccidermi. Ti posso elencare tutte le sure e i versetti in cui ti è ordinato di farlo. Ma li conosci e sono talmente tante da non starci qui.
Poi, la tua fede ti vieta di obbedire ai “kefirut”, gli infedeli. È scritto chiaramente. Vuoi qualche esempio? Eccoli: [3;149,151]-[4;59]-[12;54]-[40;35,36].
Mi amareggia molto. Mi piacerebbe ci fosse uno spiraglio per una possibile pacifica convivenza.
Ma perchè ci sia tu dovresti distaccarti dal tuo libro, non pensare che Religione e Stato siano lo stesso. Lasciare tua moglie e tua figlia libere, non essere poligamo e non sentirti offeso dalla mia cultura e dai miei simboli. Allora forse potremmo anche iniziare a conoscerci e chissà un giorno essere veramente amici. Ma tu non lo farai. Non puoi. Non te ne faccio una colpa.
Per questo tu non puoi stare qui. Che tu sia iraniano (chissà cosa penserebbero i tuoi grandi antenati persiani), pakistano o libico, se non cambi mentalità non potremo mai convivere, perché ci sarà sempre una Hina Saleem o una Saman Abbass assassinate e fatte a pezzi dalle loro famiglie in nome di chissà quale onore, per poi fuggire in patria dopo aver negato tutto, anche l’evidenza, da perfetti vigliacchi quali sono. Ci sarà sempre una Mahsa Amini (NDR: in foto) massacrata ancor più vigliaccamente dalla polizia solo per aver indossato male il velo
Se la tua fede è questa, se è anche questo, non c’è spazio per lasciartela praticare appieno. Almeno, senza calpestare la mia e me. Per il tuo bene e il mio bene dobbiamo stare lontani.
Quando sarai pronto per separare la tua vita spirituale da quella secolare, sarai il benvenuto. Quando il Corano sarà per te quello che per noi è la Bibbia, sarai pronto per vivere con noi.
Apprezzo molto quello che in passato è stata la tua cultura. Le siamo debitrici per tante cose, dalla matematica, all’astronomia, alla medicina.
Lo so che l’Islam è pace. Ma lo è perchè prevede che tutti debbano essere musulmani o muoiano. La religione è una scelta non un’imposizione, per noi. Noi gli atei non li lapidiamo. I bestemmiatori diventano anche ministri o presidenti e non vengono impiccati (altrimenti il Veneto sarebbe un’immensa foresta di forche!).
Potresti obiettare che anche la Bibbia spinge ad uccidere i nemici di Dio e degli ebrei, ma come sai la Bibbia la prendiamo per quel che è: un libro che contiene molta saggezza ma anche molte favolette che potevano andar bene quando l’umanità era bambina, altrimenti dovremmo credere che il nostro pianeta ha 5783 anni e che Matusalemme è vissuto oltre 900 anni. Tanto varrebbe credere che la terra è piatta, che Cicciolina è vergine e che il PD ha vinto le elezioni.
Forse noi ci arriveremo da soli a islamizzarci, ma ne dubito. Però più insistete, più ottenete il risultato opposto. Più ci attaccate, più ci fate forti e cattivi. In effetti ci state cambiando, e questo non è un bene, né per noi né per voi: lo sai che abbiamo una storia di violenza, di guerre durate anche cento anni e di crudeltà difficili anche solo da descrivere. Una brutta storia da cui per secoli abbiamo cercato di purgarci, ma questa minaccia che rappresentate, l’arroganza con cui ci disprezzate, sta facendo ritornare a galla il nostro lato più oscuro ed antipatico.
La vergogna di questo ed il senso di colpa sono la sola ragione per cui ancora non abbiamo reagito. Forse anche il petrolio. Ma tutto ciò sta venendo meno e tra poco non sarà più sufficiente.
La gente apre gli occhi e lo faranno anche i governi. Se poi ci si mettono anche i vostri fratelli ceceni a predicar l’atomica mi sa che la va proprio a pochi. Perché questo vento nucleare che spira ad est – e che non piace a nessuno – non promette niente di buono né per noi né per voi. Magari molti di noi moriranno, ma a voi andrà peggio.
E non ci sentiremo in colpa: ci avrete ferito così tanto da non farci più vergognare di noi, il vostro petrolio magari non ci servirà più, o magari se ci servisse ce lo prenderemo con la forza. Perché, lo sapete bene, siamo più forti di voi. Ci avete sempre scherniti, dileggiati, oltraggiati, insultati, vituperati perché non abbiamo mai avuto il coraggio di reagire con tutta la forza che ha l’Occidente, ma se esagerate vedrete che l’Occidente sarà in grado di ridurvi ad un grande parcheggio all’aperto. Da nord a sud, da oriente a occidente, dai Carpazi al Magreb. E chi vi assolda per farci male rischia quel che rischiate voi. E allora accadrà quello che nessuno vuole, perché avrete portato la guerra e la paura nelle nostre strade, le stesse da cui sarete ferocemente scacciati.
Non ci sarà più libertà, né per me né per te. Non ci sarà più la possibilità di convivere. Cosa peggiore: non ci sarà un ritorno; perchè, come sai, noi siamo guidati dalla ragione e non dalla Fede. La ragione ci dice che fino a che resterà uno di voi e una sola copia del Corano, noi saremo sempre in pericolo. Poi qualcuno penserà che conviene fare un conto unico coi russi e sarà l’orrore peggiore che il mondo avrà visto. Miliardi di morti. Ma tutto ciò non vi porterà nelle braccia di 77 vergini. Vi andrà già bene se vi capiterà una vergine di 77 anni!
Pensa, potevamo essere amici. Tu con la tua fede nel tuo Paese e io nel mio. Tu che lotti perchè il tuo paese sia migliore (invece di abbandonarlo per cercare di cambiarne un altro che non ti appartiene), io che rispetto la tua lotta, il tuo coraggio e la tua libertà.
Non mi convertirò mai e non ti lascerò mai convertire la mia Terra; non ti lascerò uccidere chi non la pensa come te. Difenderò la mia famiglia, i mie amici, e miei compagni di trincea europei fino all’ultimo respiro e proiettile. Potremmo anche ungere i proiettili con grasso di majale per dimostrarti quanto male vi possiamo fare anche dopo la morte. Ma finiti quelli continueremo “unguibus et rostris”. E se il latino non lo capisci, peggio per te.
Come hanno fatto i miei nonni e i loro nonni, e i nonni dei loro nonni prima di loro. Tornando indietro fino all’alba della nostra Civiltà, questa terra è imbevuta del sangue dei nostri avi.
Io sono italiano, sono europeo. Io sono Enea, Achille, Alessandro, Cesare, Omero, Dante, Napoleone, Scipione. Ho combattuto alle Termopili, a Maratona, a Poitiers, a Vienna, a Gerusalemme. Io sono Prinz Eugen di Savoia. Io sono Vlad III di Valacchia. Io sono la torre dei teschi di Niš e la Gazimestan di Kosovo Polje presso Pristina.
Noi non ci inginocchiamo. Spargiamo il sale sulle ceneri dei nostri nemici dopo averli cancellati.
Forse prevarrete, voi e chi vi usa, ma se dominerete, lo farete su una distesa di tombe, di croci e stelle di David. Avrete perso anche voi.
Con (il massimo possibile) rispetto.

Un italiano
(mi sa che mi sono appena meritato una Fatwa…)