Soldato sotto tre bandiere


La storia di Yang Kyoungjong, un coreano che è l’unico uomo conosciuto ad aver combattuto nell’esercito imperiale giapponese, nell’esercito sovietico e quindi nella Wehrmacht tedesca, fino alla sua cattura da parte degli americani a Utah Beach. giugno 1944.

Era coreano: catturato dai giapponesi e obbligato a combattere i sovietici, catturato dai sovietici e obbligato a combattere i tedeschi, infine catturato dai tedeschi e obbligato a difendere la Normandia, dove fu catturato dagli americani. Questa è la storia di Yang Kyoungjong, l’unico soldato conosciuto che abbia combattuto su tre fronti di una stessa guerra.
Poco si sa della vita di Yang prima del suo servizio nella seconda guerra mondiale, a parte il fatto che era un nativo coreano che viveva nella Manciuria controllata dai giapponesi all’inizio della seconda guerra mondiale. A causa di ciò, Yang si trovò arruolato contro la sua volontà nel 1938 e costretto a prestare servizio nell’esercito del Kwantung a soli 18 anni. Durante le battaglie di Khalkhin Gol, fu catturato dall’Armata Rossa sovietica e mandato in un campo di lavoro.
A causa della carenza di manodopera patita dai sovietici durante la guerra contro la Germania nazista, nel 1942 Yang fu arruolato a forza e costretto a combattere nell’Armata Rossa insieme a migliaia di altri prigionieri di varie nazionalità. Il servizio di Yang con i sovietici durò circa un anno, durante il quale ebbe numerosi scontri lungo il fronte orientale, in particolare durante la terza battaglia di Charkiv (si pronuncia Karkov), in Ucraina, nell’inverno 1942-43. La cosiddetta “Operazione Galoppo” portò dapprima i sovietici ad arrestare il nemico. Successivamente, tuttavia, i tedeschi, al comando del feldmaresciallo Erich von Manstein, riuscirono nella prima fase della controffensiva a tagliare fuori e distruggere le punte avanzate sovietiche che marciavano verso il Dniepr e il mare d’Azov e, in una seconda fase della battaglia, riconquistarono l’importante città di Charkiv dopo una serie di scontri tra mezzi corazzati e di violenti combattimenti per le strade cittadine, riuscendo ad arrestare l’offensiva invernale russa e sbarrando temporaneamente le porte dell’Ucraina. Fu in questa fase della battaglia che Yang si trovò ancora una volta prigioniero di guerra e ancora una volta sotto un’altra nazione!
Apparentemente i tedeschi non erano preoccupati di come un coreano fosse finito a combattere in Ucraina per i sovietici e semplicemente lo fecero prigioniero insieme a centinaia di altri soldati. Ancora una volta, l’interessante della storia di Yang sarebbe probabilmente finita qui se i nazisti non avessero l’abitudine di permettere ai prigionieri che non avevano giustiziato di “offrirsi volontari” per servire con la Wehrmacht dopo la loro cattura. Come risultato di questa pratica, Yang fu arruolato per combattere in un Ostbataillon tedesco (letteralmente: battaglione orientale) nella 709 Infanterie-Division della Wehrmacht. Gli Ostbataillonen erano piccoli battaglioni di uomini composti da cosiddetti “volontari”, provenienti dalle numerose regioni d’Europa controllate dalla Germania nazista. Questi furono successivamente raggruppati in unità più grandi insieme a soldati tedeschi per servire come truppe d’assalto e rincalzi per battaglioni della Wehrmacht più esperti. Dopo essere stato arruolato dal Terzo Reich, Yang fu inviato a difendere la penisola del Cotentin, in Francia, poco prima del D-Day. Durante lo sbarco del 6 giugno 1944, le truppe alleate presero d’assalto le spiagge e dopo violenti scontri conquistarono la costa e iniziarono ad avanzare con successo nell’entroterra. Yang era tra una manciata di soldati catturati dal 506° reggimento di fanteria paracadutisti degli Stati Uniti durante la conquista di Utah Beach
Inizialmente, il tenente Robert Brewer del 506° riferì di aver catturato “quattro asiatici in uniforme tedesca”. Sebbene ciò fosse tecnicamente vero, il reparto credeva erroneamente che i quattro uomini (incluso Yang) fossero giapponesi. In realtà, tre degli uomini provenivano dal Turkestan mentre Yang, come già detto, era di origini coreane.
Incapace di comunicare con Yang perché non parlava correntemente né l’inglese né il tedesco, Yang fu mandato in un altro campo di prigionia, questa volta in Gran Bretagna, dove misericordiosamente rimase fino alla fine della guerra.
Quando la seconda guerra mondiale finì, Yang decise di non tornare a casa ed emigrò invece negli Stati Uniti, dove la sua storia diventa di nuovo evanescente. Sappiamo solo che finì per stabilirsi nella contea di Cook, Illinois, dove morì senza clamore nel 1992.

Fonti:
nationalpost.com
rarehistoricalphotos.com