Eventi di ieri e di oggi dai quali ripartire


Da una recente statistica epidemiologica, dal 1348 ad oggi, si sono succeduti ben 18 focolai di epidemie che hanno coinvolto tutto il mondo. Per ultime l’epidemia spagnola del 1919-20 e il covid19 nel 2020. Queste epidemie che hanno portato morte e disperazione, sono state accompagnate da altri eventi disastrosi quali alluvioni, terremoti, incendi, carestie sempre più diffuse, e da grandi tragedie quali, per citarne alcune, il disastro del Vajont nel 1963 e il crollo del ponte Morandi a Genova.
L’uomo cosa fa di fronte a tutto questo?
Per una sorta di difesa personale prende le dovute distanze come se tutto questo malessere non ci appartenesse, cercando magari un capro espiatorio, dicendo che sono effetti del ciclo della natura. Pur facendo memoria, con il dovuto rispetto, a coloro che hanno pagato con la propria vita queste tragedie, giorno dopo giorno si continuano a scrivere pagine di storia che non sono certo l’orgoglio di una nazione, ma anzi hanno il sapore di pura ipocrisia con un solo denominatore comune, che le cause non sono da cercare nella natura con le sue calamità, ma da una infinità di interessi di parte … per dirla tutta la maggior parte dei disastri si possono definire come disastri annunciati.
Così facendo abbiamo consegnato alle nuove generazioni, che poi sono i nostri figli e i nostri nipoti, un mondo malato con moltissimi esseri viventi in via di estinzione.
Per mia natura non sono pessimista, ma sono sempre più convinto che una svolta ci debba essere, perché tutto quello che può sembrare difficile per l’uomo è facile per madre natura, da sempre nostra compagna di viaggio in cerca di persone di potere che agiscano per il bene comune.
La natura però è donna e mamma e come ogni mamma, in qualsiasi situazione difficile, porta sempre avanti i propri figli siano essi uomini o animali.
Oggi un grazie va a tutte le madri di figli adolescenti, il loro grido è giunto ai grandi della terra, per la prima volta al G20 di Roma e alla COP 26 di Orgosolo non si è parlato solo di problemi, ma di risoluzione di problemi.
Non è ancora tempo di cantar vittoria, ma il grido degli innocenti non può passare inosservato, lo speriamo davvero.