La fine di Roberto Calvi: più che suicidio o omicidio, un caso di scuola


La corruzione imperversa dovunque e non risparmia nessun ambiente, ed è soltanto uno dei mali maggiormente diffusi ed insidiosi in una società suicida. Ma che fare? Le nuove prospettive della sociologia.

Il caso:
L’immagine stilizzata di Igor Belanski raffigura la drammatica fine di un uomo: Roberto Calvi, già presidente del Banco Ambrosiano. La scena è spettrale. Il suo corpo senza vita venne trovato nel primo mattino del 18 giugno 1982 da un passnte che, percorrendo la riva londinese del Tamigi, stava recandosi al lavoro e notò un corpo appeso ad una corda legata ad un traliccio del ponte dei Blackfriars (Frati neri).
Due autopsie, disposte dall’autorità giudiziaria inglese, giungono a conclusioni opposte: una stabilisce, senza ombra di dubbio, che Calvi si è suicidato; l’altra, invece, mantiene il verdetto “aperto” ad entrambe le ipotesi: suicidio oppure omicidio.
Un’inchiesta giudiziaria sulla morte del banchiere viene aperta anche in Italia. La perizia decisa dal giudice istruttore propende per la tesi del suicidio, ma non esclude la possibilità dell’omicidio. Pareggio con la giustizia britannica. Segue una lunga e tortuosa vicenda giudiziaria. Nomi di spicco salgono sul banco degli imputati ma vengono tutti assolti in via definitiva, sebbene la corte riconosca che «Calvi è stato ammazzato, non si è suicidato». Nel novembre 2016 viene archiviato anche il procedimento che vedeva indagati tra gli altri, il tristemente noto, Licio Gelli.

Il movente:
Si ipotizza che Calvi, il «Banchiere di Dio», sia fuggito per trovare una scappatoia dal crac dell’istituto di credito milanese, da lui rappresentato, che per anni aveva collaborato con lo IOR, la banca vaticana. Un fallimento che pare essere dovuto allo sperpero nel corso degli anni, di capitali accumulati attraverso il riciclaggio di denaro sporco della criminalità organizzata per foraggiare dittature sudamericane allo scopo di reprimere ogni possibilità di crescita del comunismo. Fra i manovratori di questo disegno la Banca vaticana, la massoneria, frange deviate dei servizi in combutta con alcune figure apicali della politica. Secondo testimonianze di pentiti, l’Ambrosiano e lo IOR avrebbero alimentato anche alcune rivolte come la guerriglia dei Contras in Nicaragua.

L’epilogo:
Dopo quasi quarant’anni, ecco l’ennesimo omicidio, se tale davvero è, che resta senza colpevoli. Dalla banca dei frati francescani al ponte dei Frati neri, il destino di Roberto Calvi intrecciato intorno a una croce, resta nel buio di quei segreti che tormentavano il suo sonno. Sono soltanto alcuni dei mali che affiorano scavando nella storia dell’Italia … A posteriori, non ha poi molta importanza ricostruire se sia stato suicidio o meno, occorre piuttosto studiare attentamente la lezione che ci restituisce il fatto in sé in quanto evidenza conclamata di una società suicida.

La società suicida:
Un termine dottato come ipotesi di lavoro e analisi per definire, non arbitrariamente, i contesti organizzati che arrivano ad applicare la pratica del sacrificio nei confronti dei propri membri.
Ne sono esistiti e ne esistono diversi esempi, ma in linea di massima, tutti possono essere ricondotti alla cura di interessi privati, a dirigere l’attenzione verso priorità individualistiche: il potere politico, il prestigio militare, la corruzione, anche a discapito fino all’estremo dei singoli.
La realtà è sicuramente difficile da prevedere, a causa del suo essere in continua evoluzione in un contesto di ampia e fluida complessità ma oggigiorno constatiamo la persistenza di fattori ed elementi specifici di una possibile deriva, verso casi di società suicida, proprio come esposto sopra, fenomeni che potrebbero divenire sempre più disarmonici e distruttivi, con l’accentuarsi della rapidità delle nuove tecnologie d dei nuovi stili di vita. Si tratta, comunque, di un ragionamento teorico che tuttavia si poggia su basi fornite dall’osservazione.
È, quindi, anche lungo queste traiettorie che si può specificare la dimensione pratica, operativa e scientificamente rilevante della nuova sociologia clinica o sociatria. Una linfa per rinnovare tutto quel che c’è da rinnovare nella società e nello Stato.