Hanno vinto: ora fateli governare


Sfogliando i media on line non si può far altro che notare il solito “pregio” dei giornali nazionali, usi a gettare fango sulla propria terra. Un disfattismo che affossa non solo gli spiriti degli italiani (sempre più spenti) ma anche l’economia del paese che in questo momento di continui cambiamenti geoeconomicipolitici avrebbe invece bisogno del sostegno di tutta la nazione. Invece in Italia questo non accade e quando c’è qualcuno con qualche buona idea che possa favorire il popolo sovrano, ecco spuntare articoli di famosi economisti, interventi televisivi di politici ormai prossimi a sparire, improbabili commentatori notoriamente legati a passati regimi, districarsi in appelli per la salvaguardia della democrazia in pericolo. Ma dove erano questi signori quando l’UE (NDR: l’Unione Europea), il FMI e Banche varie strozzavano apertamente l’Italia grazie alla compiacenza delle controparti politiche di cui erano (e sono) portavoce? Non sono forse gli stessi signori che quando ci governavano erano sempre lì a dire (tra gli elogi di tutti i maggiori quotidiani) “abbiamo trovato le coperture, i conti quadrano” per poi, immancabilmente, smentirsi il mese dopo con qualche manovra correttiva imposta da qualche broccoletto di Bruxelles? Adesso pretendono di fare i ragionieri quando loro stessi i conti non li hanno saputi fare e si riempiono la bocca con la parola democrazia anche se i loro referenti politici hanno governato grazie ai trucchetti di un povero vecchio re e senza consenso degli elettori. Schiumano rabbia da ogni dove perché hanno perso il trono e, con esso, il loro sogno di creare, secondo uno schema marxista, un mondo senza confini e senza storia che consentisse di annullare le singole storie dei popoli al solo fine di assicurarsi una egemonia di élite. Già, perché loro appartengono a quella élite che non si mischia con la plebe e vive in un mondo tutto suo creato con il lavoro altrui. Loro sono i veri servi di quel capitalismo che hanno sempre disprezzato, in apparenza, diventando i più strenui difensori di quelli che noi comuni mortali chiamiamo poteri forti, ma che la storia vera chiama sfruttatori, anche a costo di screditare il proprio paese, di consentire l’insulto alla nostra civiltà da parte di vecchi e nuovi barbari, di permettere alle banche di più o meno innominati (e innominabili) oligarchi di truffare i suoi correntisti in nome di presunte regole del mercato. Sono quelli che hanno determinato la trasformazione della scuola da un luogo fonte della cultura a un diplomificio che va orgoglioso della (inutile) alternanza scuola lavoro. La lista dei guasti causati alla società è davvero lunga.
Questi “signori’ pretendono di giudicare il giardino altrui ma non si accorgono che il loro era zeppo di erbacce da estirpare, come le alleanze stipulate con chi quotidianamente ha mortificato migliaia di padri di famiglia che non hanno avuto più il coraggio di incrociare gli sguardi dei propri figli, con chi ha costretto il fiore all’occhiello del Made in Italy a passare in mano straniere, con chi ha sulla coscienza i migranti morti in mare, con chi ha svenduto la nostra storia millenaria, con chi ha rubato il futuro dei ns figli, con chi ha messo mafiosi e puttane in parlamento.
Proprio, costoro, non conoscono vergogna quando proclamano che in fondo hanno salvato il paese? Ma da cosa? Da chi?
Se cedere la sovranità a chi ci insulta, essere complici di chi ci vuole ridurre a colonia, stringere alleanze con chi ci strangola, essere amico di chi ci occupa da 75 anni vuol dire salvare il paese, allora mettervi alla gogna rendendo pubbliche le tante malefatte vorrebbe solo dire esercitare una legittima difesa.
Se vi fosse un po’ di dignità (invece di una arrogante sfrontatezza) questa gente dovrebbe farsi da parte lasciando lavorare chi é stato eletto dal popolo. Ma si mettano l’animo in pace costoro perché stavolta il governo c’è, il programma c’è, l’alleanza ha retto. Ma soprattutto una cosa: il governo ha il consenso preliminare della maggioranza degli italiani. Ha i numeri in parlamento, i sondaggi sono favorevoli all’intesa e unisce le due forze vincenti nell’ultima tornata elettorale.