Braccio di ferro ortodosso


Il conflitto russo-ucraino ha esasperato le tensioni esistenti tra il Patriarcato di Mosca e gli ortodossi di Kiev.
Con una illustrazione di Igor Belansky che ritrae il Patriarca di Mosca.

Le notizie al riguardo che trapelano in Occidente sono spesso frammentarie, soltanto leggendo la stampa dei paesi dell’est europeo o avendo rapporti diretti con persone provenienti dall’area ci si può fare un’idea più precisa.

Da tempo, a Kiev si sta discutendo di vietare le attività della Chiesa ortodossa subordinata a Mosca. Tuttavia, prima che le autorità ucraine prendano una decisione in merito, i fedeli stanno prendendo in mano la situazione. Stanno lasciando i ranghi della Chiesa il cui leader, Kirill, ha benedetto l’invasione armata dell’Ucraina da parte della Russia. Semplice il motivo, il precetto del Vangelo: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli” pare essere stato proverbialmente sostituito a Mosca con: “Andate e massacrate tutte le nazioni”. Quali sono i stati i frutti di questi buoni comandamenti? Bucha, Irpin, Azovstal, Mariupol,… Ed è chiaro che la lista non potrà che allungarsi.

Tuttavia, da quando la Russia ha attaccato l’Ucraina il 24 febbraio, le ispezioni delle chiese della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca (UCP PM) sono diventate più frequenti. Sono aumentate anche le segnalazioni di ecclesiastici che hanno collaborato con i servizi speciali o i soldati russi, fornendo loro, tra l’altro, informazioni sui luoghi di dislocazione delle truppe ucraine.

L’aureola è un bagliore che promana dai santi, un segno luminoso, brillante e forte, capace di lenire e guarire noi peccatori, ma non si vede più aleggiare sugli spazi senza confini delle steppe russe e ucraine, nel momento in cui spirano venti che aumentano la follia e la violenza.

I santi sono caduti dalle icone dorate anche per via di questo braccio di ferro tra fratelli ortodossi?