Il nuovo Museo della Chimica a Torino, dove lavorò Primo Levi


Si chiamerà “Mu-Ch” e sarà inaugurato il 1° luglio nell’ex Siva di Settimo Torinese, la storica azienda chimica in cui lavorò a lungo Primo Levi dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Nonostante il nome non certo invitante, sarà il primo museo interattivo in Italia dedicato alla Chimica. Già da decenni l’interattività della chimica era sperimentabile al Museo della Scienza e Tecnica di Monaco di Baviera, un’intera isola sul fiume Isar dedicata alle scienze e alla tecnica in tutte le loro manifestazioni. La gigantesca struttura bavarese conta addirittura 7 chilometri di gallerie sotterranee nella sezione dedicata alle miniere! Le sezioni della Chimica e della Fisica, poi, sono costellate di vetrine dove basta premere un tasto per vedere accadere in diretta un esperimento o una reazione. Un luogo, insomma, dove è bello imparare. In Italia, invece, è la prima volta che l’attività museale si spinge così avanti nell’approccio col pubblico.
«Un museo totalmente interattivo, dove il visitatore è invitato a provare ogni cosa». Lo annuncia Alessio Scaboro, direttore del nuovo museo
La struttura della ex Siva, completamente rinnovata, è pensata soprattutto per bambini fra i 4 e i 13 anni — ai quali sarà dedicato un programma ad hoc per il prossimo anno scolastico — con l’obiettivo di sperimentare. Le sezioni del percorso di visita sono cinque: chimica-fisica, come si genera la materia e come è strutturata; elettrochimica; chimica dei materiali (con le proprietà più particolari come quella del neodimio, molto presente in diversi oggetti di uso comune); chimica molecolare e infine le reazioni chimiche. A quest’ultima sezione, che tratta forse l’aspetto più noto della chimica nel senso comune, è dedicato il “Chemical bar”, un vero e proprio bar dove i visitatori potranno «ordinare» da un apposito menu una reazione chimica, con tutto l’occorrente per realizzarla. Lo spazio principale del museo, inoltre, ospiterà 28 esposizioni ed esperimenti che i visitatori potranno provare, oltre alla ricostruzione dell’ufficio di Primo Levi, realizzata da Ars Media.
Il Mu-Ch è frutto di un lavoro di anni di un’intera città, che aggiunge questo gioiello alla Biblioteca Archimede e al Festival della Scienza in un’ottica di sempre maggiore divulgazione scientifica. Mettendo a frutto il proprio passato industriale nel quale ha potuto lavorare e crescere proprio Primo Levi, quando la Siva, che fabbricava vernici, si spostò a Settimo da Torino, portando con sé anche alcune strutture liberty che caratterizzano l’edificio. Grazie al finanziamento del Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane, il Mu-Ch è sorto su un’idea del Comune di Settimo e della Fondazione Ecm, ed è stato progettato dal Gruppo Pleiadi, che avrà in gestione la struttura per otto anni. Anche il Centro studi Primo Levi ha fornito la sua collaborazione. È il primo museo d’Italia a a proporre un percorso interattivo dedicato alla chimica, mentre il modello interattivo si ispira al Museo di Trento e al Corporea di Napoli. «Tutto si è basato su “Il sistema periodico” – afferma ancora Scaboro – il libro di Primo Levi in cui sono concentrate una serie di storie di vita del chimico condite con la sua passione per la disciplina».
Durante la settimana il Mu-Ch avrà soprattutto le scuole come destinatarie della fruizione, per poi cedere il passo a turisti e famiglie nel weekend. Un lavoro importante sarà fatto sulla percezione della chimica, identificata come il mondo degli «scienziati pazzi» fra i più piccoli o come qualcosa di cui diffidare tra gli adulti. L’obiettivo è far vedere che la Chimica è ovunque, dalla cucina all’industria, fino alla Natura e allo Spazio. In passato si è abusato di questa disciplina è stata spesso utilizzata in modo errato, causando danni all’ambiente e alla Natura, e lo stesso Primo Levi metteva in evidenza gli inganni della Chimica, ma oggi è la Chimica stessa a proporre soluzioni di riparazione e miglioramento, come ad esempio le bioplastiche.

Fonti:
repubblica.it
La Stampa