Hunter, il drone militare col motore della Moto Guzzi


Quando si parla di droni, spesso ci si dimentica che essi hanno molta più storia di quanto si pensi. Oltre agli esperimenti della seconda guerra mondiale, dove i droni servivano per addestrare i cannonieri delle portaerei a difendersi dai disperati assalti dei kamikaze, droni militari in senso moderno erano già comuni negli anni ’90.
L’icona di quel periodo pionieristico è certamente l’Hunter (cacciatore) MQ5, che va ora in pensione dopo oltre vent’anni passati in prima linea.
Progettato dall’israeliana Israel Aircraft Industries e gestito negli USA da Northrop Grumman (per intenderci la fabbricante degli F-14 Tomcat, oggi nota anche per il conosciutissimo drone Predator), questo grosso giocattolo bimotore da 9 metri di apertura alare per 725 chili di peso, monta due motori bicilindrici a quattro tempi italianissimi, costruiti dalla Moto Guzzi, montati uno davanti e uno dietro, che fanno volare questo aereo senza pilota con un raggio d’azione di tutto rispetto, circa 120 chilometri. Questa distanza può essere raddoppiata usandone due, di cui uno utilizzato come ponte radio per l’altro.
Troppo datato per essere ulteriormente sviluppato, il programma israeliano di sviluppo è terminato nel 1996, ma il rustico drone è stato in forza a molti eserciti della NATO ancora per molto tempo e ha combattuto per annimolto più a lungo, partecipando a diversi conflitti a fuoco nel 1999 in Kosovo, ed è stato il primo drone a operare in Iraq, nel 2003, ben prima del suo successore Predator.
Capace di volare per 18 ore filate a 5 mila metri d’altezza e portare bombe teleguidate, l’Hunter di recente è stato la centro di un giallo internazionale, quando le milizie filo-russe hanno rivendicato di averne abbattuto uno durante i disordini in Crimea, nel 2014. Circostanza seccamente smentita dal Pentagono. Negazione che pare di circostanza, anche se fosse vero di certo l’amministrazione Obama non arebbe potuto ammettere di aver fatto volare sui territori contesi tra Federazione Russa e Ucraina un drone capace di bombardare.
Nel 2015, dopo 22 anni di naja, il cacciatore si è congedato ed è andato in pensione. Ma fino a un certo punto, visto che gli esemplari ancora in efficienza, una manciata scarsa, sono stati ceduti a dei contractors privati (eufemismo per “mercenari”). Quindi non si può giurare che non lo si vedrà ancora volare da qualche parte, nelle aree calde del globo, con l’inconfondibile rombo dei suoi motori da motocicletta nati sul lago di Como.

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Fonti:
ENAC
Luiss Magazine