Morte dell’Agente Apicella: già uno dei 4 fuori dal carcere


Solo un paio di settimane fa veniva ucciso l’Agente scelto della Polizia di Stato Pasquale Apicella.

Quattro banditi di etnia ROM, dopo aver vanamente tentato di scassinare un bancomat nella zona di piazza Carlo III in Napoli, si davano alla fuga è letteralmente travolgevano un’auto della polizia, sicuri che i rinforzi anteriori installati sulla loro auto, un’Audi di grossa cilindrata, li avrebbe protetti.

Lanciati a oltre 140 km/h contromano sulla popolosa calata Capodichino, incuranti di causare morte e dolore, spazzavano via la fragile autovettura della Polizia di Stato falcidiando la vita di Pasquale Apicella.

A fronte di un delitto così efferato ci si aspetterebbe la massima severità da parte della legge o, per lo meno, che i malviventi, acciuffati e messi in carcere, non fossero rimandati a casa loro a godersi un po’ di vacanza.

E invece no. Uno dei quattro zingari è già stato scarcerato in quanto non essendo fisicamente sull’auto non è stato indagato per omicidio ma solo per favoreggiamento.

Si tratta di Renato Adzovic (23 anni), che è quindi stato scarcerato mentre per Fabricio Hadzovic (40 anni), Admir Hadzovic (27 anni) e Igor Adzovic (39 anni) i cancelli del carcere sono rimasti chiusi per la conferma dell’accusa di omicidio volontario che pende sul loro capo.

La decisione del Tribunale ovviamente stride col senso comune se si ipotizza che il quartetto abbia scientemente preventivato a tavolino un’azione di sfondamento d’un eventuale posto di blocco. In caso contrario, davvero non si comprende la necessità di preparare un colpo prevedendo avvalendosi d’un mezzo dall’anteriore rinforzato.

Amaro lo sfogo della moglie del povero Agente, la Signora Giuliana Ghidotti, che aveva preventivamente affidato a Facebook un suo pensiero premonitore:

“A cosa penso… da dove iniziare?
Penso che oggi ci sarà il riesame e LORO hanno fatto richiesta di arresti domiciliari, hanno fretta di tornare a casa.
Amore mio,ed io a Thiago non so più come ripetergli che tu a casa non ci tornerai perché quella notte sei stato ucciso. Si amore mio, non é stato un incidente, loro ti hanno ucciso VOLONTARIAMENTE. Ti sono piombati addosso, salendo contromano a 170 km/h e soprattutto a fari spenti. Loro ti hanno visto, tu avevi i lampeggianti accesi e le sirene, avrebbero potuto accendere i fari, avrebbero potuto sterzare. Non lo hanno fatto, volevano guadagnarsi la fuga e invece ti hanno portato via da me, via da noi. TI HANNO UCCISO, TI HANNO SPERONATO VOLONTARIAMENTE. NON HANNO FRENATO HANNO CERCATO L’IMPATTO.
Ti hanno portato via da Thiago che ti cerca in ogni gioco, perché tu eri il suo amichetto di giochi.
Ti hanno portato via da Cataleya che guarda Pasquale e sorride perche ti somiglia fisicamente, ma quando va in braccio piange perché non riconosce il tuo odore.
Ti hanno portato via da me, che ti cerco affannata in ogni respiro.
Ti hanno portato via ai tuoi genitori che non riescono a farsene una ragione.
Ti hanno portato via alle tue sorelle che hanno perso il loro punto di riferimento.
Ti hanno portato via agli amici, alla famiglia ai parenti e anche a chi ti conosceva di vista e amava il tuo sorriso.
Perché amore mio era impossibile non amarti.
Loro oggi chiederanno di tornare a casa, nonostante ti abbiano ucciso TUTTI VOLONTARIAMENTE. Non solo chi guidava, per me sono tutti colpevoli di essersi portati via la mia vita. Mi hanno strappato tutto, non esiste più niente e dovranno pagare la nostra sofferenza e soprattutto quella dei nostri figli.
Io non mi arrendo.
Condividete il mio dolore, vi prego perché tutti devono sapere cosa VOLONTARIAMENTE hanno deciso di fare. Aiutateci a dare giustizia a mio marito”.