Uno slogan particolarmente attuale


Ad Alnwick, una piccola città di circa 7.800 abitanti nella provincia inglese del Northumberland, Mary e Stuart Manley gestiscono una delle più grandi librerie di libri usati di tutta Europa, la “Barter Books”, famosa nel mondo e ricavata all’interno di una vecchia stazione ferroviaria, in stile vittoriano, che attira circa duecentomila visitatori l’anno, alla ricerca di particolari volumi o di una tazza di tè da sorbire tra scaffali attraversati continuamente da trenini elettrici, che ricordano la funzione originale dell’edificio.
I Manley, che la aprirono nel 1991, nel 2000 acquistarono ad un’asta di Londra un consistente stock di vecchi libri. Arrivati in negozio, si accorsero che, in fondo ad una delle numerose casse che li contenevano, vi era un poster molto particolare. Completamente rosso, con su raffigurata una corona ed una scritta bianca che recitava: “Keep Calm and Carry On” (Mantieni la calma e Và avanti). Stuart e Mary non conoscevano né la storia né il valore di quel manifesto, ma a loro piacque così tanto che decisero di farlo incorniciare e di esporlo nel negozio. In moltissimi furono i clienti che chiedevano con insistenza di poterlo acquistare. Così sollecitati, nel 2001, decisero di farlo riprodurre in grandezza naturale e di metterne in vendita le copie. Erano titolati a farlo perché il diritto d’autore sulle opere artistiche create, secondo la normativa britannica scade dopo 50 anni, consegnando, di fatto, il lavoro al pubblico dominio. Tra il 2001 e il 2009, i proprietari della biblioteca stimano di aver venduto circa quarantunomila riproduzioni di “Keep Calm and Carry On”.
Quando, nel 2008, la grande crisi economica europea colpì anche il Regno Unito, quel vecchio cartellone, divenuto ragionevolmente popolare, sembrò essere del tutto appropriato al particolare momento. Da allora è una delle immagini più comunemente viste, copiate e riprodotte sia nel Paese che all’estero. Appare su innumerevoli tipologie di souvenir, dalle tazze da tè alle borse per la spesa, dalle t-shirt alle calamite, dalle matite agli accendisigari.
La gente ha voluto saperne di più, si è interessata alla motivazione di quel vecchio slogan che si era rivelato non solo un’affascinante ed esclusiva peculiarità, ma altresì un trait d’union con l’altro buio periodo della memoria britannica.
Il 3 settembre 1939, la Gran Bretagna dichiarò guerra alla Germania nazista. Nessuno aveva chiare certezze su come sarebbe andata a finire e quanto sarebbe durata. Sicuramente erano tutti coscienti che le infauste previsioni di attacchi aerei di massa sulle aree civili e, forse anche del mostruoso uso di gas velenosi, erano sicuramente sensate. Le autorità governative temevano fortemente che la prima settimana di guerra avrebbe demoralizzato la popolazione. Il giorno dopo la firma delle ostilità, venne annunciata ufficialmente la costituzione di un nuovo ministero, quello dell’Informazione. Il MOI (Ministry of Information) venne creato come dipartimento responsabile soprattutto della pubblicità e della propaganda, con il compito di progettare tutta una serie di tavole a colori, dagli sfondi molto vivaci, simili tra loro nello stile che, evidenziando (obbligatoriamente) la simbolica corona stilizzata di Re Giorgio VI, oltre a riportare messaggi brevi ed essenziali, erano organizzati graficamente per essere facilmente identificabili e comprensibili anche a distanza. Dovevano, in definitiva, promuovere quei valori di coesione nazionale, già peraltro fortemente radicati nello spirito dei sudditi di Sua Maestà, figura amata, quest’ultima, dalla quale l’appello proveniva direttamente; insomma, un messaggio del Re al suo popolo.
Con il proseguire degli eventi, il ministero sarebbe stato coinvolto in molte altre attività di propaganda, tra cui il finanziamento di films destinati a rafforzare il morale e promuovere lo sforzo bellico.
In pochissimi giorni furono stampati due manifesti. Il primo, in quattrocentomila copie, riportava la scritta: “La libertà è in pericolo. Difendila con tutte le tue forze”; l’altro, su ottocentomila esemplari, con il motto: “Il tuo coraggio, la tua gaiezza, la tua fermezza ci porteranno alla vittoria”. Furono entrambi affissi in tutte le grandi e le piccole città del Regno, su mezzi pubblici, nelle vetrine dei negozi, su bacheche e cartelloni pubblicitari. Comparvero anche raffigurazioni che sfruttavano l’umorismo e la “vignettistica”, come forma di comunicazione di massa, disegnati da noti artisti del momento.
Un terzo, custodiva un messaggio più semplicemente essenziale, che invitava la popolazione a non farsi prendere dal panico e a continuare normalmente la propria vita quotidiana: “Keep Calm and Carry On”. Fu prodotto in due milioni e mezzo di copie, ma non ebbe una particolare diffusione all’epoca e col passare degli anni fu praticamente dimenticato. Era stato programmato nel 1940 ed attuato per essere tenuto di riserva, con l’idea di pubblicarlo solo dopo un’eventuale invasione da parte della Germania, temendo, in quel caso, il dilagare di paura e disordine su larga scala. Poiché i nazisti non occuparono l’Inghilterra, il manifesto non venne mai pubblicamente esposto. Di esso, solo pochi esemplari sono sopravvissuti. Si ritiene che la quasi totalità delle copie di “Keep Calm” sia andata distrutta e ridotta in poltiglia, nel 1945, alla fine del conflitto. Se non fosse stato per quell’esemplare finito in un polveroso contenitore di vecchi libri, nel Northumberlan, sarebbe del tutto scomparso dall’interesse collettivo.
Un esiguo numero di copie rinvenute tra gli scaffali ministeriali, è conservato negli archivi nazionali dell’”Imperial War Museum” di Londra. Quindici di queste, con motivazioni sconosciute, sono state donate, dal museo stesso, ad un certo Moragh Turnbull, il cui padre era stato membro del “Roual Observer Corps. Purtroppo, non rimangono traccie certificate sull’ignoto funzionario governativo che ideò, nel 1940, il semplice e particolare appello.
Lo slogan è stato altresì utilizzato da importanti agenzie pubblicitarie internazionali e da società che si occupano di marketing. Circolano online varianti creative e parodistiche del manifesto. Il “giochino” consiste nel conservare l’impostazione grafica, cambiando il contenuto del messaggio. Le versioni più divertenti mantengono, di solito, il “Keep Calm” iniziale, aggiungendo poi una dicitura diversa nella seconda parte della frase. Esistono adattamenti altrettanto spassosi, con l’intero testo modificato ed altri che consentono di creare proprie personalizzazioni.
Tuttavia è fantastico pensare che, nella modernità della nostra era, dopo tutti questi anni, la gente trovi questo motto ancora così attuale e tranquillizzante. Non è difficile capire le ragioni della popolarità di questo poster riscoperto. Al di là del suo evidente valore nostalgico, bisogna dire che la corale reazione alle avversità, affrontate con sobrietà e risolutezza, anche se stereotipata, è tipica della mentalità britannica. Insomma, per dirla come il quotidiano “Economist”, di gente che “beveva tè mentre piovevano bombe”. Sebbene il manifesto provenga da un’epoca in cui il Regno Unito versava in grande disagio e pericolo, non c’è in esso alcun tentativo di nazionalismo e nessun appello ad un falso e manifestatamente irreale trionfalismo. Dà un ordine chiaro ma, al tempo stesso, rassicurante, perché riemerso in un particolare decennio della nostra esistenza in cui terrorismo internazionale, guerre, epidemie e profonde crisi economiche hanno lasciato poche certezze e pochi appigli.
Eventi, come quello che sta affliggendo, proprio in questi giorni, l’intero nostro pianeta, possono essere affrontati solo, senza alcun eufemismo, “mantenendo la calma e andando avanti”.