Firenze: carabinieri accusati di stupro


Sembra impossibile ma a fare da eco al bieco crimine sessuale della scorsa settimana compiuto a Rimini da quattro balordi africani ci sarebbe ora quello compiuto da due carabinieri, rei di aver abusato di due giovani straniere nella notte tra mercoledì e giovedì scorso a Firenze.
Due studentesse americane, una di 19 anni l’altra di 21, frequentanti la locale Università degli Studi, avrebbero infatti denunciato i militari dell’Arma per stupro dopo che le stesse avevano attirato l’attenzione della gazzella dei Carabinieri chiamati poco prima dai proprietari di un locale per sedare una rissa.
Le ragazze, straniere e forse spaesate a causa del parapiglia, sembra avessero accettato l’offerta dei due militari ad accompagnarle a casa con l’auto con la quale stavano prestando servizio.
Giunti al civico della loro residenza, come avrebbero raccontato al magistrato, la violenza sarebbe iniziata già dall’androne del fabbricato per poi concludersi nell’alloggio delle ragazze.
Al momento sembra confermato dai video ripresi da alcune telecamere sulla strada che i carabinieri avrebbero davvero accompagnato allo stabile indicato le due ragazze.
Non c’è invece chiarezza sul punto cruciale dei rapporti sessuali e se essi fossero consenzienti oppure no e quale fosse lo stato di alterazione delle ragazze che, se accertato, farebbe scattare in automatico l’accusa di violenza sessuale, tra l’altro con le aggravanti contemplate dall’art. 61 del codice penale che punisce “il fatto commesso con abuso del potere o con violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione”.
Naturalmente il Comando generale dell’Arma avrebbe immediatamente sospeso in via cautelare i due militari dal servizio e il Ministro della Difesa Pinotti avrebbe assicurato che la risposta dello Stato, in caso si dovessero confermare le accuse, sarà dura.
In caso di colpevolezza “Quello che dispiace”, avrebbe aggiunto la Pinotti, “è che nelle 4.100 stazioni dell’Arma in Italia ci sono tantissimi carabinieri che stanno facendo il loro dovere, spesso a rischio della loro vita e che rassicurano i cittadini con la loro azione. Vedere infangato il nome dell’Arma è un dolore. Anche per questo dobbiamo essere particolarmente determinati”.
L’Università aveva raccomandato alle studentesse di fidarsi esclusivamente di Polizia e Carabinieri ma questo avvertimento, in caso di colpevolezza dei due militari, suonerebbe ora come una beffa.
Proprio su tale punto il Ministro della Difesa ha chiosato: “Un carabiniere in uniforme deve essere sempre un motivo di sicurezza. Pensare che qualcuno possa in uniforme possa compiere atti tanto gravi è qualcosa davvero di inaudito”.
Affermazioni, quelle della Pinotti, assolutamente condivisibili se effettivamente sarà accertata la colpevolezza dei due militari come sarà auspicabile una risposta altrettanto dura alle controparti se i carabinieri dovessero alla fine risultare innocenti.
Dopo i fatti di Rimini, in un caso o nell’altro, non si può essere buonisti verso chicchessia.