Mario Draghi: il nonno europeo che non riesce a starsene tranquillo


Il resort Dolce, incastonato nella tranquilla campagna belga, ha ospitato per una intera giornata un ospite speciale: Mario Draghi. Sebbene gli addetti alla sicurezza abbiano garantito la sua presenza costante, sembra che il vecchio signore abbia trovato il momento giusto per mostrarsi solo a metà giornata, quando è salito sul palco dell’auditorium per un incontro sull’Europa. E come sempre, il suo intervento ha scosso le fondamenta dell’Unione Europea, con toni quasi presidenziali.

“È arrivato il momento per un cambiamento radicale”, ha proclamato Draghi, scatenando l’entusiasmo di coloro che lo vedono come il futuro leader europeo. Con il suo celebre motto “whatever it takes”, l’ex presidente della BCE ha lanciato un appello all’unità e alla determinazione di fronte a un mondo in rapido cambiamento.

Il suo discorso, pieno di pluralità e visione d’insieme, ha sottolineato l’importanza di un’Europa unita e competitiva. Ma mentre Draghi parla di trasformazione e progresso, non possiamo fare a meno di notare le somiglianze con un nonno che, nonostante gli acciacchi e i tentativi di non mettersi come tutti i suoi coetanei a seguire i lavori nei cantieri, non riesce proprio a starsene tranquillo.

Le sue parole hanno subito fatto il giro d’Europa, alimentando le speculazioni su una sua possibile presidenza della Commissione Europea o del Consiglio Europeo. Le cancellerie mantengono le loro carte coperte, ma l’endorsement di Ignazio La Russa e il plauso di Viktor Orban lasciano intendere che Draghi abbia tutte le carte in regola per tornare al potere.

Ma mentre Draghi brama di ritornare alla ribalta politica, non possiamo fare a meno di chiederci se sia davvero il momento giusto. Dopotutto, un nonno dovrebbe godersi la pensione e non correre dietro ai top job europei. Forse è meglio lasciare che i giovani si prendano cura dell’Europa e che Draghi si goda il suo meritato riposo.