Lo spettro di Brocken


Gli appassionati di alpinismo e gli escursionisti che amano salire le montagne più impervie possono imbattersi, seppur raramente, in uno Spettro di Brocken, uno dei fenomeni ottici più affascinanti e suggestivi esistenti in natura.
Lo spettro consiste nell’enorme ingrandimento dell’ombra proiettata da un osservatore situato in un punto ad altezza elevata su uno strato di nuvole situate sotto di esso. Quando nello strato di nuvole, o di nebbia, si trovano delle goccioline d’acqua sospese la luce del Sole viene rifratta creando un’aurea dai colori dell’arcobaleno, dando così vita a uno spettacolo mozzafiato.
Lo spettro di Brocken è un fenomeno estremamente raro che si verifica solo quando le condizioni atmosferica sono perfette. Innanzitutto l’osservatore si deve trovare in un posto elevato, come ad esempio la cima di una montagna o su un mezzo volante (aereo, aliante, mongolfiera o parapendio). L’osservatore deve poi avere sotto di sé uno strato di nuvole o di nebbia della composizione adatta, in particolare per quanto riguarda la particelle sospese d’acqua. Inoltre, per creare l’ombra, il Sole si deve trovare molto basso sull’orizzonte e deve retroilluminare l’osservatore. Come si può vedere, le condizioni sono molteplici e si devono presentare tutte insieme.


Lo Spettro di Brocken può manifestarsi con uno o più anelli iridescenti. L’aspetto del cerchio luminoso è dovuto alla dispersione della luce nelle gocce d’acqua e nelle masse di nuvole. Tale luce viene riflessa principalmente nella direzione opposta alla nebbia e alle nuvole. A causa della prospettiva l’ombra si presenta distorta ma con una forma tendenzialmente triangolare. Inoltre, oggetti abbastanza vicini all’osservatore causano un’ulteriore illusione ottica, facendo sembrare l’ombra ancora più grande per confronto con essi.
Nella gran parte dei casi esso assume dimensioni enormi. Ciò è dovuto a un effetto prospettico dovuto al fatto che non essendoci punti di riferimento sullo strato di nuvole dove si forma lo spettro il cervello non è in grado di valutarne la distanza e lo reputa quindi molto più vicino di quanto esso sia in realtà. Inoltre, grazie al moto delle nuvole su cui è proiettata l’ombra, lo spettro può variare molto velocemente nel tempo, rendendo il fenomeno ancora più suggestivo.


Lo Spettro prende il suo nome dal monte Brocken, la più alta vetta della catena dell’Harz, in Germania, e venne coniato da Johann Esaias Silberschlag, un naturalista tedesco che lo vide sulla sua vetta e lo descrisse per la prima volta nel 1780. Questo rilievo in media è avvolto da una coltre di nuvole o nebbia per 300 giorni all’anno, rappresentando di fatto il luogo ideale dove osservare il fenomeno. Per via del suo aspetto sospeso tra realtà e fantasia, lo Spettro di Brocken, chiamato anche “Gloria”, ha ispirato diversi poeti e scrittori, apparendo ad esempio nel Faust di Goethe e nelle composizioni di Coleridge.
a detto che in Cina il fenomeno fu osservato già nel 64 d.C. sui monti Emei e registrato con il nome di Luce di Buddha. Poiché l’aureola colorata circonda sempre l’ombra dell’osservatore, era spesso considerata indice di illuminazione personale dell’osservatore associata al Buddha o a qualcosa di divino.
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Fonti:
Wikipedia
Mattia Orsi su FB