Forza Italia (forse) risorge


Tra sacro e profano, un congresso per scongiurare l’estinzione o per celebrare la rinascita di un partito che ha fatto la storia della Seconda Repubblica.
Antonio Tajani acclamato come segretario.
Forza Italia sarà una fenice o solo il canto del cigno di moderati delusi?


L’ora X è scoccata. Il primo congresso di Forza Italia post-Berlusconi si apre a Roma, al Palazzo dei Congressi. Un momento solenne, carico di interrogativi e di speranza per un partito che, dopo la scomparsa del suo fondatore, si trova a un bivio: estinzione o rinascita?

Antonio Tajani, novello Mosè, guida il suo popolo verso la terra promessa del 10% alle elezioni europee. Un obiettivo ambizioso, ma non impossibile, se si considera il crescente malcontento verso gli altri partiti di centrodestra.

Fratelli d’Italia, da sempre alleato fedele, talora spaventa i moderati con qualche sua componente nostalgica e alcune promesse elettorali tradite della Premier. La Lega, un tempo carroccio di speranza per il Nord, naviga in una deriva sovranista guidata da un Salvini più preoccupato del terzo mandato dei candidati governatori regionali, degli autovelox, dei generali che del futuro del Paese.

E i centristi? Un guazzabuglio di liti e insipienza politica. Renzi, il menestrello fiorentino, oltre a fare affare con gli sceicchi, crea e distrugge maggioranze con la stessa disinvoltura con cui cambia casacca. Calenda, l’eterno nipotino del regista Comencini, è invece ancora un personaggio in cerca d’autore, ossia in cerca di un’identità politica precisa.

Ecco perché Forza Italia potrebbe diventare il refugium peccatorum dei moderati delusi. Un partito moderato, europeista e atlantista, capace di intercettare il voto di chi non si riconosce più negli estremismi e nelle incoerenze del panorama politico attuale.

Ma sarà davvero l’alba di una nuova era per Forza Italia? Il congresso sarà un banco di prova importante per Tajani e per il suo partito. Dovranno dimostrare di avere la forza e la coesione necessarie per guidare l’Italia verso un futuro migliore.

Tra sacro e profano, il destino di Forza Italia si gioca in questi giorni. Un congresso che potrebbe segnare la fine di un’epoca o l’inizio di una nuova avventura.

Forza Italia risorge? La risposta è nelle mani di Tajani e dei suoi delegati. Ma una cosa è certa: l’Italia ha bisogno di un partito moderato, capace di unire e non dividere.

E chissà che, tra le mura del Palazzo dei Congressi, non stia nascendo proprio la nuova arca di Noè per i moderati delusi. Un partito pronto a salpare verso un futuro di stabilità e di progresso.

L’ultima speranza per una Seconda Repubblica che sembra aver smarrito la rotta.