La bellezza leggendaria di Lina Cavalieri


Il 7 Febbraio del 1944 Lunedì moriva a Fiesole, uccisa durante i bombardamenti, il soprano e attrice cinematografica Lina Cavalieri.
Nata a Viterbo il 24 dicembre 1875, ancora bambina offriva ai passanti per un baiocco le violette e un sorriso gratis. Spesso “passava ponte” come si dice a Firenze e di nascosto dei genitori a 13 anni – già donna e con i riccioli neri fluenti – s’ intrufolava al Baraccone delle Meraviglie in piazza Pepe, rifacendo il verso alle sciantose. Lì la scoprì un maestro di canto che convinse i genitori a farle prendere lezioni. Bastò poco per far sì che debuttasse in abitino di cretonne alla Torre di Belisario a Porta Pinciana con un piattino passando tra il pubblico a fine spettacolo per la “chetta”, la questua. Ma è brava e bella, e allora la invitano al Grande Teatro Orfeo, e da lì al Salone Margherita. Niente più piattino, ma un contratto e un boa di struzzo: Lina era diventata la diva del pubblico borghese dei café chantant di romani, esaltata pure da Trilussa: «Fior d’ orchidea,/ il bacio dato sulla bocca tua / lo paragono al bacio d’ una dea». Ormai a Roma è un personaggio, ma la sua carriera fulminea la porta a Napoli e Milano, richiesta da un pubblico sempre in delirio per la sua bellezza e la sua voce seducente.
Dieci anni dopo è a Parigi, alle Folies-Bergères, a Londra all’ Empire e a Vienna all’English Garden. In gara con la Bella Otero, finisce per essere lei la più bella del mondo, secondo la qualifica che le assegna D’ Annunzio nel 1899 nella dedica di una copia de Il Piacere, definendola «massima testimonianza di Venere in Terra». Ormai ha migliorato tanto la sua voce da trasformarsi in cantate lirica, debuttando nel 1900 nella Bohème al San Carlo di Napoli. Sulla scena è splendido vederla più che udirla, fra portamento sensuale e sontuose acconciature. il bacio a Enrico Caruso sul palcoscenico del Metropolitan Opera di New York, al termine del duetto della Fedora fece scandalo per la sua audacia. Da quella sera negli Stati Uniti Lina è “The kissing primadonna”.
A suo agio negli scandali come un papero nello stagno, si diverte a sposarsi: prese marito quattro volte, e per quattro volte divorziò. Nel 1899 sposò il principe russo Aleksandr Bariatinsky; nel 1908 per soli 8 giorni fu la moglie del milionario americano Robert Winthrop Chanler; nel 1913 sposò il tenore francese Lucien Muratore e nel 1927 il pilota Giuseppe Campari.
Ebbe tanti altri flirt, dall’ industriale Davide Campari che la segue in tournée per pubblicizzare il suo aperitivo, al re del Tatarstan che la sposerebbe se abbandonasse le scene, ai cantanti Mattia Battistini e Tito Schipa, fino a Guglielmo Marconi. E poi al suo impresario Arnaldo Pavoni, con il quale passa gli ultimi anni tra la villa della Cappuccina a Rieti e quella di Fiesole.
Quel tragico lunedìIl 7 Febbraio del ‘44, durante un attacco aereo su Firenze, una bomba distrugge la villa, seppellendola sotto le macerie con Pavoni e la cameriera.
Gina Lollobrigida la rievocherà nel film “La donna più bella del mondo” del 1955.