Se il Sociatra sbarella, è meglio l’influencer?


La Sociatria è un nuovo approccio alla sociologia, non ancora ufficialmente riconosciuto, volto alla cura della società che vari autori declinano con originalità e metodi disparati, come in una terra di conquista preda di arrivisti in cerca di pepite d’oro come di persone serie che vogliono fare del bene, come pure di affabulatori ambiziosamente narcisti.

IL SOCIATRA DEVE GIOCARE A DADI

Con il sincretismo a volte presente e la necessità che la fase storica impone di interfacciare e connettere sottosistemi e aree di studio eccessivamente frammentati, il sociatra può e deve candidarsi come testimone e agente di un nuovo Rinascimento.

In questo senso, l’approccio che Cardano aveva con la medicina del suo tempo, quello per cui a una variabilità delle malattie deve corrispondere un esercizio ed un’esperienza medica derivante non da un approccio dogmatico, assomiglia alla necessità per il sociatra di avere esercitato in ambienti diversi prima di proporsi come medico sociale.

Allo stesso modo, anche il Cardano matematico, con il suo tentativo di porre l’algebra in connessione con la teoria dei numeri, può essere uno stimolante esempio applicato ad altri campi del sociatra in forme originali di ibridazione.

Quanto ai dadi, spinto da esigenze concrete, il Cardano arrivò in relazione ai dadi a porre premesse sulla teoria probabilistica. Pur senza voler forzare o dimenticare i successivi sviluppi, il suo operare può porsi come metafora di un lanciare e produrre teorie i cui esiti possono non essere singolarmente prevedibili, ma assumere valore statistico derivante dalla quantità propositiva.

Il fatto che Cardano sia stato anche un inventore e un progettista (la sospensione non si chiama cardanica a caso) è un monito che spinge il sociatra a sperimentare e ad aggiungere al suo bagaglio la comprensione, se non specialistica, almeno generale delle tecniche di produzione di beni e servizi, competendo in questo campo con una visione parziale, ad esempio, degli economisti.

Certi sociatri spacciatori

Tuttavia, certi sociatri possano spacciare titoli e esperienze incredibili, curricula da mille e una notte, come gli intellettuali prezzolati, girare alla larga da infausti problemi, vivere nei salotti buoni a discettare di facezie, offrire le loro dotte lezioni dietro più o meno lauto compenso e innervosirsi se qualcuno, sebbene non titolato come loro, seppur a livello di denuncia sociale, per orgoglio civico si indigna e conduce battaglie sociali per l’ambiente o i posti di lavoro, mettendoci la faccia e gratuitamente.

Allora, se il sociatra sbarella, continuando sistematicamente a sproloquiare in modo prolisso, astruso e dogmatico su tutto e il contrario di tutto, come ci pare di notare in alcuni contributi su social e in rete, non è davvero meglio l’influencer che almeno si fa capire dalla gente e lascia un segno su di essa?

La risposta è no, non è meglio.

L’influencer, infatti, è un fenomeno passeggero, legato alle mode e al marketing. Le sue idee, spesso superficiali e preconfezionate, non hanno alcun valore duraturo.

Il sociatra, invece, può essere un vero agente di cambiamento sociale. Se è serio e competente, può offrire una visione originale e critica della società, contribuendo a migliorare la nostra comprensione dei problemi che ci affliggono.

Ecco perché è importante che i sociatri si assumano la responsabilità delle proprie parole e azioni.

Deve essere chiaro che la Sociatria non è una moda, ma una disciplina seria, che può contribuire a costruire un mondo migliore.

I sociatri devono smettere di sbarellare e iniziare a giocare a dadi.

Deve essere chiaro che la Sociatria non è una disciplina dogmatica, ma una disciplina che si basa sulla sperimentazione e sull’apertura al nuovo.

I sociatri devono essere pronti a mettersi in gioco, a confrontarsi con le idee degli altri e a cambiare idea se necessario.

Solo così la Sociatria potrà diventare una forza positiva nella società.