Chitarra Classica – Intervista a Sergio Cantella


Sergio Cantella è nato a Napoli nel 1963. Ha intrapreso lo studio della chitarra all’età di sei anni con il Maestro Eduardo Caliendo, proseguendo gli studi al Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli dove si è diplomato con il massimo dei voti sotto la guida del Maestro Francesco De Sanctis. Successivamente ha seguito master class con Ruggero Chiesa, Leo Brouwer e David Russell, e si è perfezionato con Josè Tomàs ad Alicante ed Oscar Ghiglia all’ Accademia Musicale Chigiana di Siena, dove ha conseguito per tre anni Diploma di merito e borsa di studio dell’Accademia.
​Ha tenuto concerti in Italia ed in varie città europee, tra cui Londra, Parigi, Praga, Alicante, Pamplona, Zory, Katowice… è stato ospite in importanti festival internazionali, tra cui “Silesian Guitar Autumn” (Tychy), “Festival dell’oboe” (Parigi), “Risonanze armoniche” (Trento) ed ha suonato da solista con varie orchestre, tra cui la Discantus Ensemble di Napoli, la Filharmonia ROW di Rybnik e la Slaska Orkiestra Kameralna di Katowice.
​Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il 1° premio ai concorsi internazionali “Palma d’Oro” di Finale Ligure, (1993) “Nicola Fago” di Taranto (1995) e “Città di Mottola” (1995).
​Ha dato vita a numerose collaborazioni con altri strumentisti esplorando a fondo il repertorio cameristico, in particolare con la flautista Rossana De Rogatis, l’oboista Marika Lombardi, la violinista Serena Canino, la violista Francoise Renard, il clarinettista Nicola Zuccalà, e in duo con la sorella Dora ha inciso un CD di musiche del ‘900 per chitarra e pianoforte.
​E’stato direttore artistico di varie rassegne di musica da camera tra cui la rassegna internazionale “Musica all’Eremo” presso l’Eremo dei Camaldoli di Napoli.
​Ha tenuto Master class presso i Conservatori Superiori di Alicante, Valencia, Pamplona, Londra (Trinity Laban), Banska Bystrica, Katowice.
​Attualmente è docente di chitarra al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.


W.M.: Caro Sergio, con te c’è un rapporto speciale, mi hai dato la possibilità di completare i miei studi di chitarra conseguendo il diploma vecchio ordinamento e successivamente motivandomi a frequentare il secondo livello di chitarra.

S.C.: Ebbene sì, per me resti un allievo indimenticabile… certamente il meno giovane che abbia avuto! Ovviamente solo anagraficamente parlando!

W.M.: Come ti sei avvicinato alla chitarra?

S.C.: All’età di cinque anni mia madre mi fece iniziare a prendere lezioni di chitarra, prima con un allievo di Eduardo Caliendo, poi proprio con Eduardo. Ricordo con affetto le sue lezioni, un vero appassionato di chitarra e di napoletanità.

W.M.: Chi sono stati i tuoi maestri?

S.C.: Appunto Eduardo Caliendo, che mi ha messo in mano la chitarra (mi fece acquistare una chitarra Junior dal liutaio napoletano Raffaele Calace). Poi dopo qualche anno di interruzione Maurizio Pica mi preparò agli esami di ammissione al conservatorio di Napoli, dove sono entrato nel 1980 nella classe del Maestro Francesco De Sanctis, che mi ha seguito fino al diploma di vecchio ordinamento, con l’appendice del diploma di secondo livello. Poi ho frequentato Master class con vari importanti Maestri, quali Ruggero Chiesa, Leo Brouwer, David Russell… Quelli che hanno contribuito di più alla mia formazione sono stati Josè Tomàs, con cui ho studiato un anno ad Alicante, ed Oscar Ghiglia, con cui ho frequentato per tre anni l’Accademia Musicale Chigiana di Siena.

W.M.: Ci racconti del tuo percorso artistico e professionale?

S.C.: Sicuramente un momento importante di crescita è stato il mio anno di studi ad Alicante; in quegli anni ad Alicante vi erano chitarristi da tutto il mondo, e ho cominciato a stringere amicizie internazionali che fino ad allora non avevo. Una di queste amicizie, che dura a tutt’oggi, è stata con Maria Jesus e David Russell. Infatti quell’anno (1987/88) anche Maria Jesus si trovava ad Alicante per diplomarsi con Josè Tomàs, e diventammo buoni amici. David era sempre in giro per il mondo a dare concerti e masterclass, e ovviamente tra una tournèe e l’altra raggiungeva Maria Jesus ad Alicante, e così ho avuto modo di conoscere a fondo queste persone nell’intimo e nel privato, oltre ad ascoltare diverse volte David suonare nel pieno della sua carriera. Persone eccezionali, che sono state per me uno stimolo formidabile. Ho iniziato a fare sul serio, intensificando lo studio e partecipando a vari concorsi internazionali, vincendone qualcuno ma soprattutto incontrando e conoscendo tanti bravi musicisti e attivando dei contatti che poi mi hanno aiutato ad inserirmi in diversi contesti in tutto il mondo. Un concorso per me molto significativo è stato quello di Tychy (Polonia) nel 1988. Non vinsi alcun premio, ma fui notato da diversi organizzatori di festival chitarristici, che mi invitarono ad esibirmi, sia in recitals che da solista con orchestra, in vari paesi europei e si può dire che allora iniziai veramente la mia carriera concertistica. E poi, dulcis in fundo, nel festival di Zory (Polonia) del 1989 conobbi quella che pochi anni dopo sarebbe diventata mia moglie: questo sì che mi ha cambiato davvero la vita!

W.M.: Oltre all’attività concertistica hai affiancato con successo anche l’attività didattica. Certamente nel corso degli anni hai maturato una tua idea di come dovrebbe essere svolta l’attività didattica sia sotto l’aspetto emozionale che didattico, pedagogico etc.,

S.C.: I metodi didattici sono vari e in tutti c’è qualcosa di buono, ma la cosa importante è entrare in contatto con l’allievo, capire e aiutarlo a chiarire quali sono i suoi obiettivi, e partendo da questo preparare un percorso individualizzato per valorizzarne i lati migliori e rinforzarne quelli più deboli. Non c’è solo lo studente di conservatorio, che mira evidentemente al professionismo; ci sono gli studenti più piccoli, poi quelli di medie e licei, poi gli adulti amatori: tutti hanno il diritto di imparare a suonare e di fare del proprio meglio, il bravo didatta è quello che riesce a dare a ciascuno gli insegnamenti giusti.

W.M.: Recentemente hai organizzato una masterclass presso il Conservatorio di Napoli invitando il maestro spagnolo Ignacio Rodes. Queste opportunità arricchiscono molto gli alunni che hanno il privilegio di poterle frequentare. Immagino che con il maestro Rodes vi siete confrontati sui programmi svolti nei rispettivi Conservatori. Ci sono differenze?

S.C.: Una differenza è che in Spagna il primo livello dura 4 anni, e il secondo uno. Per il resto i programmi sono abbastanza simili, con più peso specifico per la musica spagnola, come del resto in Italia è un po’ più presente la musica italiana. A proposito, “Nacho” è un altro grande amico del periodo alicantino : ha ereditato la cattedra del suo Maestro Josè Tomàs e tra qualche settimana gli ricambierò la visita tenendo una masterclass presso il Conservatorio Superiore di Musica Oscar Esplà di Alicante.

W.M.: Ritornando alla tua attività concertistica, in diverse occasioni ti sei esibito con tua sorella Dora, bravissima concertista di pianoforte…

S.C.: Si, per molti anni abbiamo formato un duo stabile, con concerti in tutta Europa, e abbiamo anche inciso un cd. Dora è una eccellente camerista e suonare con lei mi ha fatto migliorare molto. In generale ho avuto la fortuna di fare molta musica da camera, con ottimi partners come la flautista Rossana De Rogatis, la violinista Serena Canino, la violista Francoise Renard, l’oboista Marika Lombardi e il clarinettista Nicola Zuccalà. Recentemente abbiamo anche tenuto un concerto nell’ambito della stagione del conservatorio di Napoli nell’insolita formazione violino (Mario Dall’Angelo), violoncello (Luca Signorini) e due chitarre (Paolo Lambiase e il sottoscritto).

W.M.: Hai progetti artistici per il prossimo futuro?

S.C.: personalmente continuare a studiare e ad applicarmi, e poi cercare di coinvolgere i miei studenti in qualche progetto monografico. Ma meglio parlarne quando le cose saranno più concrete.

W.M.: All’attività musicale affianchi quella sportiva, sei un provetto tennista, le soddisfazioni non mancano. Ci racconti?

S.C.: Non esageriamo, sono un tennista amatore, a cui piace cimentarsi nel circuito dei veterani (ahimè, ormai gareggio negli over 60…).

W.M.: Condividi con noi qualche aneddoto o un episodio particolare che ti è accaduto durante la tua vita artistica e non?

S.C.: Mi vengono in mente un paio di episodi legati ai concorsi e alla mia gioventù squattrinata. Una volta partecipai a un concorso internazionale a Stresa, eravamo circa 25 partecipanti, e io ritenni di aver suonato bene. Ebbene in quel concorso, cosa atipica, vennero pubblicati i voti di tutti i partecipanti, e io risultai ultimo! (Morale: mai abbattersi!)
In un’altra occasione, al Palma D’Oro di Finale Ligure del 1993, non potendo permettermi di pagare due notti di albergo, lasciai la stanza il giorno della finale, e in attesa del verdetto serale,mi misi a dormire su una panchina di un parco con la testa poggiata sulla borsa e abbracciato alla chitarra. Ricordo che la giuria passò per il parco e mi vide, sorridendomi. Vinsi il primo premio assoluto, di alcuni milioni di vecchie lire, davanti nientemeno che a un giovane Giulio Tampalini! Ma la più grande soddisfazione fu pagare un’altra notte di albergo e farmi una bella doccia!

W.M.: Siamo giunti alla fine di questa bella chiacchierata, dopo due anni di attesa sono riuscito ad avere questo grande piacere, non posso non ringraziarti tantissimo e sperare che tuo figlio Nicola, promettente chitarrista, non mi faccia poi penare come te quando, e spero presto, sarà il suo momento.

S.C.: Nicola si è brillantemente diplomato al conservatorio di Napoli con i Maestri Vincenzo Amabile e Paolo Lambiase, che oggi sono miei colleghi, ha frequentato un Master post-graduate presso il conservatorio di Avellino, e frequenta regolarmente i corsi con il Maestro Marco Caiazza. Ora tenta di affacciarsi anche lui alla carriera professionale, ma la strada è lunga e difficile. L’importante è non avere fretta e godersi le soddisfazioni che il nostro mestiere riesce a dare.