Tra l’Acheronte e il commercio di schiavi: l’accordo Italia-Albania sui migranti


Il 6 novembre 2023, la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e il primo ministro albanese Edi Rama hanno firmato un accordo sulla gestione dei migranti. L’accordo prevede che l’Italia costruisca due centri in Albania, uno nei pressi del porto di Shengjin e uno più nell’entroterra, a Gjader. Questi centri ospiteranno fino a 3.000 migranti soccorsi in mare dalle autorità italiane, durante la procedura di domanda d’asilo e poi – ma questo punto è ancora da chiarire – anche per il rimpatrio.

I costi:
L’Italia si impegna a rimborsare all’Albania tutte le spese legate alla costruzione e alla gestione dei centri, stimabili in circa 100 milioni di euro.

La controversia:
L’accordo ha suscitato diverse polemiche, sia in Italia che in Albania. In Italia, l’opposizione ha accusato il governo Meloni di violare le norme di diritto internazionale e di diritto europeo. In Albania, l’opposizione ha accusato il governo Rama di non aver consultato il parlamento e di aver firmato un accordo inaccettabile per il Paese. A fronte di queste polemiche, è legittimo chiedersi se l’accordo Italia-Albania non stia concretizzando alcune ipotesi preoccupanti.

La prima ipotesi è che l’accordo possa trasformarsi in una sorta di Acheronte moderno. L’Acheronte era il fiume infernale che, secondo la mitologia greca, separava il mondo dei vivi da quello dei morti. I migranti che arriveranno in Albania potrebbero essere metaforicamente costretti a attraversare un mare pericoloso e a vivere in condizioni di precarietà, prima di essere rimpatriati o meno. In questo modo, l’Italia potrebbe scaricare la responsabilità della gestione dei migranti su un Paese più povero e meno sviluppato.

La seconda ipotesi è che l’accordo possa rappresentare una versione postmoderna del commercio di schiavi. I migranti che arriveranno in Albania potrebbero essere sfruttati per lavorare in condizioni di sfruttamento, o addirittura essere venduti come pseudo-schiavi. In questo modo, l’Italia potrebbe trarre profitto politico dalla sofferenza dei migranti.

La terza ipotesi è che l’accordo possa essere una nemesi per quanto avvenne nel 1991. In quell’anno, l’Italia fu raggiunta da migliaia di profughi albanesi, che scappavano dalla dittatura di Enver Hoxha. L’Italia, all’epoca, si dimostrò accogliente e solidale con i profughi albanesi. Ora, l’Italia potrebbe essere accusata di aver dimenticato la sua storia e di aver voltato le spalle a chi fugge da guerre e persecuzioni.

La quarta ipotesi è che l’accordo possa nascondere contropartite occulte. Ad esempio, l’Italia potrebbe aver promesso all’Albania agevolazioni pensionistiche per gli albanesi che lavorano in Italia, o addirittura tutto andrebbe visto nel quadro della discussione sulla costruzione di un acquedotto che collegherà l’Albania all’Italia. In questo modo, l’accordo potrebbe essere visto come un’operazione di corruzione e di clientelismo.

Al momento, è ancora troppo presto per dire se queste ipotesi si concretizzeranno. Tuttavia, l’accordo Italia-Albania sui migranti solleva diverse questioni preoccupanti, che meritano di essere approfondite.

Reazioni dell’Unione europea:
La Commissione europea ha chiesto all’Italia di fornire maggiori dettagli sull’accordo. La Commissione ha affermato che l’accordo sembra diverso da quello tra Gran Bretagna e Ruanda, che è stato criticato da diversi Paesi dell’Unione europea.

Conclusioni:
L’accordo Italia-Albania sui migranti è un’iniziativa controversa che potrebbe avere conseguenze significative per entrambi i Paesi. L’accordo è ancora in fase di negoziazione e non è chiaro come verrà implementato.