Un’avventura notturna: una parodia (ma non troppo) della difesa abitativa in Italia


L’altra notte ero a casa solo. Mia moglie era andata da sua sorella, così ero a letto a leggere un buon libro con il gatto a scaldarmi i piedi.
Tutto a un tratto ho sentito dei rumori nel cortile di casa e guardando da una delle finestre ho visto un individuo sospetto che si aggirava nel mio giardino. Non mi sono allarmato molto perché casa mia è molto sicura, ha sbarre al piano terreno e un antifurto perimetrale molto efficiente. Mi manca solo il campo minato perché in questura non mi hanno ancora rilasciato il permesso.
Vedendo che il tizio barcollava ho pensato che fosse un ubriaco che aveva perso la strada di casa e che come era venuto se ne sarebbe andato. Sono passati alcuni minuti e quando ho visto che il sospetto era ancora lì ho deciso di chiamare il 112. Mi hanno risposto gentilmente chiedendomi qual’era il problema. Gli ho spiegato la situazione e mi hanno chiesto se il sospettato era già dentro l’abitazione.
“No, gli ho risposto, è fuori, nel mio cortile già da un po’, potete mandare una pattuglia?”
Al che mi hanno risposto: “Al momento non abbiamo nessuno da mandare, se dovesse succedere qualcosa, ci richiami”.
Dopo altri venti minuti il tizio era ancora nel mio giardino, quindi ho chiamato di nuovo il 11:
“Non c’è più bisogno che veniate, l’ho appena ucciso con un fucile calibro 12 che tenevo in casa per autodifesa. Gli ho sparato alla nuca: è diventato irriconoscibile e il suo cervello è sparso per
tutto il cortile”.
In meno di 4 minuti sono arrivate 5 volanti, una squadra anti-sommossa, 3 agenti in moto, polizia investigativa, squadra omicidi, un negoziatore, il capo della mobile in persona, un’ambulanza, un medico legale e il procuratore di turno. Dopo altri due minuti sono arrivati Antenna 3, Canale 5, Rete 4, un inviato di La 7 che cercava convulsamente di telefonare a Saviano, Parenzo, Telese e Mentana, e Lilli Gruber che ha cominciato a chiedere se si trattasse di un migrante indifeso.
Vedendo tutto questo, il sospetto è rimasto così sorpreso che si è subito inginocchiato a terra con le mani sulla testa e il personale della polizia ha proceduto a fermarlo.
In quel momento ho aperto la porta e sono uscito nel cortile, dove il capo della mobile mi ha detto:
“Credevo avesse detto che l’aveva ucciso!” Al che gli ho risposto:
“Ah sì? Pensi che io invece credevo che mi avessero detto che non avevano nessuno da mandare!”