Il Napoli rimonta a Genova e salva la faccia


Già nella partita di quindici giorni fa al Maradona, contro la Lazio, avevamo avuto forte il sospetto che stesse nascendo un problema. Ieri, nell’anticipo serale della 4 giornata di campionato di sabato 16 settembre, a Marassi ne abbiamo avuto la conferma. Contro il Genoa di Gilardino il Napoli, Campione d’Italia, è rimasto inerme fino al 70’ subendo un passivo di 2 gol. Diciamo pure che, quandanche difficile, è riuscito a fare peggio che con la Lazio.
Seppure ai partenopei manchi un solo uomo rispetto alla formazione dello scorso anno, il più forte difensore centrale Kim Min-jae, che fine ha fatto quella squadra dal gioco spettacolare che pressava, attaccava e tirava in porta con un ritmo asfissiante? Nelle ultime due giornate di campionato la macchina perfetta e vincente di Spalletti si è presentata in campo restando irriconoscibile ai suoi tifosi.
Il Napoli di Garcia è proprio tutta un’altra cosa da quello della passata stagione. Questo è un gruppo che dà l’idea di essere confuso, senza idee a tratti scarico.
Il nuovo tecnico francese continua a dare la sensazione di non sapere ancora cosa fare e come organizzare gioco e squadra, ma intanto che ci pensa sta vanificando quanto di bello il Luciano nazionale aveva realizzato.
Continuano a rimanere misteriosi ed inspiegabili i cambi del nuovo mister, soprattutto la sostituzione di Kvara con Zerbin e non invece con Simeone per provare a vincerla, anche se ieri sera proprio i cambi si sono dimostrati l’unica mossa vincente. La rimonta infatti, realizzata in 9 minuti, è opera della panchina. Raspadori e Politano entrano nella ripresa e nel finale strappano un pareggio ed un punto prezioso evitando la seconda sconfitta di fila ma non la delusione per la prestazione. Rimane a secco invece ancora Osimhen, servito poco e male. L’Inter ringrazia e scappa via a +5 grazie alla goleada nel derby contro il Milan finito 5-1. I partenopei tornano a casa con un pareggio colto in extremis, più frutto delle giocate individuali e della disperazione che del gioco, ma per come si era messa va bene così anche se la strada da fare è ancora lunga.