Niger e Putin: tra colpi di stato e guerre


UNO STOP PER IL PROGRESSO PACIFICO DELL’ECONOMIA E L’UMANITÀ.


Indubbiamente nei confronti tra Paesi avvengono fasi diverse, perché la geopolitica non è ancora sepolta, anche se è per tre-quarti morta. La strategia economica condotta da Russia e Lega Araba basata sul primario agricolo ed estrattivo contro l’enorme valore del secondario (l’economia industriale) che quei Paesi non possiedono e che fa il benessere del mondo, è di retroguardia e pericolosissima per l’umanità.
L’Occidente ha fatto molti errori storici in Africa (soprattutto i francesi, va detto), ma non dobbiamo buttare il bambino con l’acqua sporca. Le guerre e i golpe di Putin sono fatti per ostacolare la modernità economica e civile, l’energia nucleare figlia della raffinatissima cultura industriale e per rallentare quel progresso che vede sempre più Russia e Lega Araba come civiltà anacronistiche.
E allora eccole cercare di fermare il mondo, il tempo, il bene dell’umanità, con i mezzi più disumani e antiquati, come guerre e violenze.
Non si parla di valori ottocenteschi, ma di concreto sviluppo economico del secondario, dell’industria che con il suo 80% del PIL mondiale ha caratterizzato uno dei più grandi successi biologici della storia, l’Antropocene (seppur da gestire).
Dall’ETH di Zurigo, poi, non mi risulta che l’energia nucleare civile abbia in Russia tecnologie avanzate e avviate alla fusione dell’atomo (che è il tema più importante a Long Range di tutte le organizzazioni del mondo), anzi: la guerra di Putin e le sue comprensibili strategie di vecchia geopolitica sono rivolte contro l’economia industriale, che la Russia non ha e non avrà, nel tentativo di disturbarla facendo frenare il mondo, e aggregando altri Paesi arretrati economicamente (economie, come la Russia, primarie ed estrattive) e civilmente (non appartenenti al ceppo prezioso delle Democrazie).
La Russia è in fondo un piccolo Paese, economicamente e demograficamente, prepotente solo grazie all’ipertrofia del NUCLEARE BELLICO e alla terra (materie prime e soprattutto i vecchi combustibili fossili) che ha strappato alla civiltà pan-cinese dell’Asia del nord.
Col NUCLEARE la Russia può peraltro solo minacciare antipaticamente, perché, seppur numeroso, esso è:
incomparabile a quello occidentale,
inviso del tutto alla Cina
fumo negli occhi alle imprese globali apolidi
impensabile per la seria popolazione femminile mondiale emancipata, oltre metà dell’umanità.
Ergo, la strategia di Putin è indifendibile senza masochismo autodistruttivo di tipo romanticoide: è contrario ai nostri interessi e all’evidenza del passato di successo e al futuro del benessere umano, fatto di modernità tecnologica e di istituzioni democratiche.
Irricevibile la richiesta di sostegno a capricci oligarchici di miniera, all’Oscurantismo volto a produrre violente frenate al progresso dell’umanità per gratificare i ritardatari che, anziché lavorare per una Russia moderna, negli anni ’90 si perdevano nelle orge berlusconiane.
Per chi dice poi “Ma in Russia non si sta male oggi”, la risposta è che “benessere” non sono solo i risultati correnti o apparenti, ma il sistema del valore che li produce. I sistemi oligarchici, dal Feudalesimo in poi, hanno anche retto per secoli, in quanto la concentrazione di denaro e potere, per evitare “i forconi”, ha sempre previsto una distribuzione del reddito, ma in questo caso tale distribuzione è discrezione dei pochi detentori (armati) e commisurata al livello di tensione sociale, di sopportazione, dovuta anche al confronto col resto del mondo. E se l’invidia è un motore potente di aggregazione, non è certo la forma più elevata e atta a produrre elevatezza.
Dalla Rivoluzione borghese, quella francese del 1789 in poi, le cose per la gente tutta sono state ben diverse, e i requisiti di libertà, uguaglianza, fraternità e Repubblica, hanno trovato forme ben più sviluppate, come il ceppo delle Democrazie dimostrano. Esse sono sorrette imprescindibilmente dai meccanismi economici del secondario che, con difficoltà certo, hanno consentito un’epoca di premio delle qualità di chiunque, senza investiture nobiliari ed elemosine astute, come ancor’oggi nella Lega Araba e in Russia.
Paesi che, peraltro, dovrebbero ringraziare l’Occidente dei lavoratori e degli industriali che hanno valorizzato le materie prime di deserti e tundre, consentendo benessere anche a chi non aveva voglia di lavorare per il manifatturiero industriale.
Ma che adesso questi oscurantisti arretrati vogliano girare la frittata con guerre primitive e golpe subdoli (Niger) non è accettabile.
Il futuro è sempre nell’uso proficuo dell’intelligenza umana, immagine e somiglianza, verso il futuro, e non nel recupero di valori e sistemi civili arretrati, oligarchici o feudo-islamici.
In effetti, ci sono guai nell’Occidente, ma non scusano i guai della Russia. La storia economica e il complesso passato coloniale, oltre agli interessi di bottega (ben chiari ai 20 oligarchi delle miniere e del petrolio russi) creano un quadro di certo opaco, sul quale c’è una sola, oggettiva certezza: tutto quanto è miglioramento delle condizioni dell’umanità è stato possibile grazie allo sviluppo economico, com’è dimostrato dall’andamento della vita media, dalla crescita della popolazione umana, soprattutto per indotto in Africa e Asia, dall’emersione delle donne nelle società umana. Questa civiltà, la prima davvero globale e di enorme successo, ha un nome e un’origine: OCCIDENTE. Ha un ceppo istituzionale: le DEMOCRAZIE. Ha un fenomeno economico semi chiliastico: il capitalismo INDUSTRIALE.
Certo, ogni giorno è diverso.
Ma retrocedere al primario e imporre con le armi il suo privilegio è pericoloso oscurantismo e probabile tentato genocidio: se ci sarà purtroppo da combattere, non ci sarà miglior tema per farlo.