Carri armati e cingolati da Lenta all’Ucraina


In Piemonte e precisamente a Lenta, nel Vercellese, si trova un parco naturale che una volta era la sede del reggimento dei Cavalleggeri di Lodi e da qualche anno è il cimitero di carri armati abbandonati e dismessi più grande del mondo: ce ne sono circa 3.000 ma in passato il numero era arrivato anche a 4000 unità. Quasi tutti quelli inutilizzati dall’Esercito Italiano, tra cui 2700 Leopard, semoventi M-109, autoblindo Centauro, cingolati M-133 e Vcc-1. La maggior parte risale alla fine della Guerra Fredda, ma altri sono più recenti. Ora il Ministero della Difesa sta procedendo alla demolizione di 500 di essi, per un ricavo tra i 4 e i 6mila euro, ma circa 2300 funzionano ancora e sono in vendita ad altri Paesi, primi fra tutti il Pakistan e la Giordania. Anche nel 2017 venne adottata una misura simile nei confronti dei mezzi corazzati inutilizzati. Potrebbero essere interessati all’acquisto anche semplici “collezionisti” del genere, ma devono sapere che per effettuarlo, è necessario essere in possesso di particolari certificazioni.
Il parco cingolati di Lenta ha fatto parlare più volte di se per l’enorme quantità di materiale bellico accumulato. Ora potrebbe tornare attivo. Corriere della Sera e Repubblica hanno anticipato la notizia. I tecnici militari hanno vagliato tutti i pezzi dell’armamento italiano realmente idonei all’invio in Ucraina. Dopo aver redatto l’elenco, tenendo conto anche dello stato di conservazione di mezzi e armi, la valutazione è stata poi trasmessa al ministero della Difesa per le decisioni finali.
In effetti parecchi obici semoventi M109 recuperati dal periodo della Guerra Fredda sono già stati ripristinati e inviati la scorsa settimana in Ucraina. Da un primo inventario sono presenti in Italia 300 M109, 221 dei quali presenti nel deposito di Lenta sono stati sottoposti a un programma di aggiornamento. Negli anni passati 70 sono stati venduti al Pakistan e 10 al Gibuti in cambio della concessione di una base. I mezzi sono stati acquistati dalla società svizzera Ruag che li ha poi girati alla Rheinmetall incaricata di ricondizionarli. Nei giorni scorsi circolava sui social un filmato che ritrae il lungo convoglio ferroviario degli M109 in transito dalla stazione di Udine.
Una ulteriore conferma che i mezzi di Lenta siano arrivati in Germania per essere poi portati in Ucraina arriva anche dalla televisione Svizzera che nei giorni scorsi aveva contattato il sindaco di Lenta Giuseppe Rizzi.
Anche un centinaio di vecchi Leopard sono partiti da Lenta con destinazione finale Kiev. Ora sono in Germania per essere ricondizionati e una volta pronti potranno partire per l’Ucraina. L’amministratore delegato della Rheinmetall, la società tedesca operante nel settore degli armamenti, ha confermato la notizia. Ad una precisa domanda dei giornalisti sulla provenienza dei 96 carri armati ha spiegato che arrivano dall’Italia. A rilanciare la notizia è stato il “Fatto quotidiano”, ma conferme giungono anche dai video di esperti del settore.
Dunque, almeno ufficialmente, quale fornitore non risulterebbe il governo italiano ma quello di Berlino, che da settimane subisce forti pressioni da Kiev affinché consegni una parte dei suoi Leopard 2, molto più moderni e potenti.

Quella che una volta era la base operativa dei “Cavalleggeri di Lodi” ha ospitato 4000 mezzi corazzati, tra carri armati, artiglieria semovente, blindo, trasporti truppe, e quant’altro. .La caserma di Lenta con i terreni di competenza nel cuore della Baraggia vercellese occupa una superficie di oltre tre milioni di metri quadri. Il suo deposito di carri armati da anni ha attirato l’attenzione dei mass media. Nel 2015 era stato l’Espresso a dedicare un vasto servizio sui 4000 cingolati schierati uno accanto all’altro nel piazzale della base dell’Esercito evidenziando già allora le condizioni fatiscenti in cui si trovavano i mezzi. Nel 2021 invece era stata la trasmissione “Presa diretta” a tornare sull’argomento. Per anni si era detto di recuperare almeno il ferro, mandando il tutto in fonderia; oggi invece la situazione bellica ci permette di offrire un aiuto certamente assai utile e comunque a bassissimo costo al martoriato popolo ucraino.

Fonti:
notiziaoggi.it
l’Espresso
Corriere della Sera
Repubblica
Il Fatto Quotidiano