Lettera aperta a Giorgia Meloni


Non so se chiamarLa Onorevole, signora Meloni, Leader o altro, per cui avendo molteplici primavere più di Lei mi limiterò, non me ne voglia, a:
Cara Giorgia,
Le rubo solo pochi minuti per esprimere alcuni concetti che gli italiani veri, quelli che hanno a cuore questo Paese, apprezzeranno e condivideranno sicuramente.
Domenica scorsa Lei ha ottenuto una vittoria elettorale che potremmo quasi definire “bulgara”. La vecchia sinistra è stata – volente o nolente – spazzata via da un’onda di piena che è stata gonfiata a dismisura dalle nefandezze commesse dai partiti che storicamente si definivano “progressisti” e dall’incompetenza di improvvisati ciarlatani i quali, ben lontani da ogni conoscenza della politica, hanno approfittato della dabbenaggine di molti nostri connazionali per depredare, truffare, angariare e sottomettere un popolo che non si era assolutamente meritata una sudditanza così perfida e lunga.
Hanno distrutto il tessuto economico dell’Italia, intervenendo chirurgicamente dapprima sull’istruzione, poi sulla sanità ed infine su ciò che restava dell’economia. Non contenti, hanno cercato di approfittare di una situazione di guerra (non dichiarata ma comunque reale) per dare il colpo di grazia permettendo che i costi a carico dei cittadini lievitassero fino a livelli impossibili. Le bollette dei vari gestori non vengono controllate da una supervisione dello Stato, che si limita ad allargare le braccia e inchinarsi al mercato di Amsterdam come dinnanzi a Dio. Nessuno degli aumenti pazzeschi registrati in questi ultimi mesi può essere ricondotto verosimilmente alla guerra in Ucraina, ma piuttosto a vili speculazioni a danno del popolo italiano, senza che i burocrati facciano nulla (come d’altronde è loro natura) se non gravare ulteriormente su situazioni ormai al limite. La stessa speculazione che fa sì che, per fare solo un esempio, il prezzo del pellet sia più che raddoppiato rispetto allo scorso anno mentre all’estero, dalla Francia alla Polonia, costa solo poco più dell’anno passato. Speculazioni permesse da mercati troppo spregiudicati che dovrebbero essere messi al guinzaglio da opportune leggi a tutela del popolo.
Questo e altro sta accadendo, come Lei ben sa, ma oggi possiamo finalmente sperare in una svolta. Proprio questo mi spinge a scriverLe: se, come pare ormai ineluttabilmente bello, sarà Lei a guidare con la sua coalizione il Paese nel prossimo quinquennio, La prego di porre mano a tutto ciò il più presto possibile. Non basterà il tetto al prezzo del gas o il suo scollamento dal costo delle energie rinnovabili, non basterà la flat-tax né tutte le altre misure, seppur urgenti e necessarie, per rinsanguare i borsellini delle massaie e dei pensionati. Non servirà semplicemente una stretta agli sbarchi e un irrigidimento della tutela dell’ordine pubblico. E non si potrà aspettare che le trivelle ritornino in funzione, giacché l’inverno è alle porte: sarà necessario mettere mano alle nostre riserve di gas e petrolio che ad oggi la politica (o l’ignoranza?) si ostina a tener nascoste. Lo sa, per esempio, che in provincia di Novara, a San Martino di Trecate, ci sono una quarantina di teste di pozzo sigillate da oltre 20 anni che oltre a erogare petrolio potrebbero rendere l’Italia del tutto indipendente per quanto riguarda il gas per 10-15 anni? Eppure questo giacimento è considerato riserva strategica e quindi intoccabile… Ma se non le usiamo in questi casi le riserve strategiche, quando mai le useremo? O le userà Putin quando ci avrà invasi?
Ma non basta (come vede l’aspetta un lavoro improbo!): occorrerà, prima di subito, allontanare i malfattori dai posti di comando. Sarà necessario mettere fine al dominio di certi ministri, dannosi e incapaci oggi e che spero saranno galeotti domani. Sarà urgentissimo, soprattutto, levare loro il terreno di pascolo: quel sottobosco di amicizie, conoscenze, prebende e piaceri scambiati che prende nella sua totalità l’orrendo nome di burocrazia. Solo allora saremo al sicuro da un ritorno della marmaglia che ha rovinato tutto il rovinabile, che ha fatto dell’Italia il Paese con il maggior numero di morti per Covid-19, che ha ancora una volta innalzato il debito pubblico a livelli mai visti prima rendendoci al contempo tutti più poveri, e che si ostina a voler incrementare il numero dei poveri con perversi meccanismi per crearne sempre di nuovi, quali il reddito di cittadinanza o l’uso dell’ISEE come strumento di tutela per pochi e di impoverimento per chi povero non è ancora.
La prego Giorgia, faccia in modo che ciò accada. Siamo in tanti a chiederlo, anche coloro che non l’hanno votata. Anche coloro i quali hanno perso quel minimo di senso di rivolta che li aveva portati a schierarsi con Grillo e ora considerano i pentapitechi e il loro capitano inesistente come la sabbia nelle mutande (tranne una percentuale purtroppo non piccola di assidui amanti della fantascienza che lo abbandonerà solo dopo aver visto evaporare il reddito di cittadinanza con le altre promesse vane dell’avvocaticchio pugliese).
Tuttigli altri hanno capito che Letta è un incapace, sanno ormai che i Calenzi (strani incroci politici) sono l’inutile personificato, conoscono i guai causati dai trotzkisti di Articolo Uno e compagnia rubante, si indignano pensando alle oligofreniche creature che proposero i banchi a rotelle o le tendine per coprire le croci nei cimiteri, risero amaramente del tunnel che collegherebbe Ginevra con il Gran Sasso, magari hanno parteggiato per la Le Pen alle ultime presidenziali d’oltralpe, ma ancora tentennano perché non hanno fiducia in Lei.
Faccia in modo di guadagnare prima di tutto la loro fiducia. Tutto il resto, vedrà, verrà dopo.
E sarà molto più facile.