Nel destino del Napoli c’è sempre un argentino


Domenica scorsa a San Siro Milan e Napoli hanno dato vita ad una partita dall’intensità pazzesca con azioni da entrambe le parti, ma alla fine sono stati i partenopei ad imporsi per 1-2.
Milan-Napoli è stata la sfida tra le due migliori squadre della Serie A, ovvero, le più convincenti di questo inizio di campionato. Lo stentato inizio dell’Inter, Juventus e Roma, ribadito dalle sconfitte rispettivamente contro Udinese, Monza e Atalanta, ha reso ancora più nitida la sensazione di avere di fronte le due più forti squadre italiane del momento. Il Milan ha subito messo in mostra tutte le qualità che da oltre una stagione ne fanno la fortuna, a partire dalla tensione verticale, l’intensità, il pressing aggressivo e la versatilità in fase offensiva. Il Napoli dal suo canto, capace di soffrire, attendere e colpire al momento giusto, ha finalmente dato prova di grande maturità vincendo una gara di dimensione europea.
A San Siro la tensione è palpabile sin dai primi minuti: ritmi alti, grande concentrazione ed attenzione ai dettagli. Peccato solo per i soliti stupidi cori che hanno rovinato il minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione nelle Marche. Il Milan pur senza Leao è autoritario, cerca di tenere il gioco e di inibire le trame degli azzurri con la sua specialità: un pressing aggressivo e ben organizzato. Il Napoli, sempre orfano di Osimhen, si difende con ordine senza farsi schiacciare, affidando qualche incursione in area rossonera alle fiammate di Kvaratskhelia.
Al 13’ è provvidenziale Meret che, con grande riflesso, devia sulla traversa la conclusione di potenza di Giroud. Nella ripresa, Pioli, preoccupato dei gialli rimediati da Calabria e Kjaer, entrambi ammoniti per falli sul georgiano, inserisce Dest e Kalulu, ridisegnando la difesa. Ma proprio lo statunitense si rende subito protagonista sgambettando Kvara in area. L’arbitro Mariani, dopo aver rivisto al Var il contatto, indica il dischetto e dagli undici metri Politano non perdona.
Nonostante lo svantaggio la squadra di Pioli non si abbatte, continua a trovare spazi nel blocco difensivo del Napoli, giungendo a pareggiare con una conclusione ravvicinata del solito Giroud su assist di Theo Hernanrdez. Il match non si spegne ed il Napoli colpisce di nuovo, stavolta con il neoentrato Simeone che, elevandosi in un imperioso stacco aereo, intercetta un mega cross di Mario Rui e sigla il 2-1, al suo primo gol in campionato con gli azzurri.
Le emozioni però non sono finite. Il Diavolo si riversa in avanti e, nei minuti finali, sfiora ancora il pareggio con Kalulu che spacca la traversa calciando da pochi passi. Ed è proprio su quella traversa che si infrangono le speranze del Milan, che scivola al 4 posto, mentre prendono forma le certezze del Napoli che esce da San Siro con tre punti e primato in classifica a 17 punti insieme all’Atalanta.
A fine partita Stefano Pioli è apparso visibilmente contrariato per il risultato della gara che ha visto i suoi uomini perdere lo scontro diretto contro il Napoli. Vero è che il Milan ha creato tante occasioni e che nei minuti finali è andato vicinissimo al gol, subendo relativamente poco, ma in realtà la differenza l’hanno fatta i dettagli, vale a dire la precisione ed il Napoli le sue occasioni le ha capitalizzate, il Milan no. Gli azzurri hanno vinto con la testa, con forza e tenacia, mantenendo la lucidità anche nei momenti più complicati. Le difficoltà difensive non hanno mai cambiato la partita del Napoli che è riuscito a dominare il possesso e a gestire i tempi della partita. Sicuramente è presto per lanciarsi in previsioni ma questa vittoria pesa parecchio e le altre squadre devono iniziare ad accelerare se vogliono raggiungere gli uomini di Pioli e più in alto quelli di Spalletti.