Fretta e diaboliche sessioni elettorali


DI NUOVO, BUIO SULLE COSCIENZE E SULLE ISTITUZIONI. URGENTE UNA LEGGE SUL FUNZIONAMENTO DEI PARTITI.

Non dobbiamo perdere la buona energia: lo dico a partire dall’urgenza dei miei oltre 65 anni: quante primavere “buone”, ancora? Chi lo sa, non moltissime… E l’umano? Forse infinite! Con esso, la inestinguibile Politica. E la fretta, che suggerisce l’anagrafe (e le diaboliche sessioni elettorali…), non è buona consigliera.
Nell’inestinguibile Politica, dobbiamo soprattutto lavorare per riavere sane organizzazioni di partito, che nessuno (escluso il PD, ma la sua non è sana) ha più in Italia oggi.
Ormai, il tema del funzionamento dei partiti sconta un gravissimo ritardo antropologico in Italia, non colmabile per via dell’urgente presa di coscienza che richiederebbe alla gente farne un argomento di democrazia diretta di tipo referendario propositivo.
Il primo motivo di questo vuoto invalidante nella catena democratica italiana è il vero e proprio ritardo sulla cultura organizzativa, e manageriale in genere, che si ha in Italia. Il secondo motivo invece riguarda specificamente i partiti. Attaccati per le disfunzioni della cosiddetta Prima Repubblica, sono crollati tutti miseramente: le istruttorie giudiziarie degli anni ’90 (Mani Pulite) hanno rovinato del tutto la già precaria immagine di quelle organizzazioni. Il resto, lo ha fatto il grillismo casaleggiante, avanzato, dalla prima decina del 2000, fino ai numeri incredibili del peggior parlamento della storia repubblicana, ora in scioglimento per un altro simile a causa delle condizioni elettorali decise dal Presidente della Repubblica. Il grillismo e i deliri di Casaleggio sono stati la becera fonte di pseudofilosofia democratica che mise nell’angolo il principio della rappresentanza, come se fosse possibile a ogni elettore decidere di materie di altissima specialità tecnica e di complessa forma istituzionale… La rappresentanza del popolo sovrano è propria dei partiti, appunto: negarne l’esistenza significa semplicemente sabotare la democrazia. E, dopo le giuste vicende di Mani Pulite, quello è stato il colpo di grazia.
Questo colpo di grazia si è innestato sul ritardo antropologico italiano sull’organizzazione, e ha prodotto il disastro della democrazia italiana, da lustri ormai nei fatti oggetto di commissariamento da parte di governi alieni al Paramento, per principali motivi di igiene esterna e anche interna. Ormai, la cultura democratica è talmente corrotta in Italia che solo iniziative di vertice possono ricostruire l’impianto democratico compromesso. Per questi motivi occorre una legge sui partiti per riattivare la democrazia in Italia e, per chi lo ha già capito e vuole presentarsi come si deve agli elettori, non demordere dal progetto di organizzarsi in un modo vero e strutturato.

Perché il Popolo della Repubblica Italiana deve essere ben rappresentato, e non può esserlo senza sani e strutturati organismi di partito. Il Popolo della Repubblica Italiana deve essere realisticamente, modernamente sovrano (non sovranista!), cioè aperto al mondo, concretamente proprietario delle cose pubbliche, quelle della Repubblica Italiana, il cui Stato vale a prezzo quasi di realizzo 2000 miliardi di €. solo di patrimonio reale.
E dunque ecco 13 punti ineludibili delle sane organizzazioni di partito (prima base di riflessione anche per una Legge):

1. Erogare servizi diretti sul rapporto con le istituzioni repubblicane al popolo degli elettori, propri prima di tutto.
2. Avere raccordo strutturato ed espressione comune coi corpi sociali intermedi (sindacati, patronati, associazioni no-profit, Terzo settore).
3. Sviluppare sano lobbismo con il mondo dell’impresa.
4. Avere capacità di formulazione di programmi in progress per il Paese e le sue articolazioni.
5. Effettuare una alimentazione sistematica di informazioni e strumenti amministrativi ai propri esponenti in tutte le amministrazioni.
6. Svolgere formazione politica.
7. Effettuare selezione professionale delle candidature per tutte le posizioni che in democrazia richiamano personale politico a garantire gli interessi del popolo sovrano.
8. Dotarsi di Struttura organizzativa matriciale: territoriale e funzionale.
9. Sviluppare una gerarchia organizzativa su modello aziendale, con cooptazione e nomina dei vertici progressivi da parte dei livelli sottostanti.
10. Mantenere la Democrazia interna: progressiva per competenza lungo la struttura organizzativa, coinvolgimento della base per iniziative appropriate (che non sono tutte), trasparenza degli atti, chiara presentazione del modello organizzativo, dei vertici, garanzie ben scandite da un collegio dei probiviri.
11. Effettuare una gestione aziendalistica delle risorse economiche, attraverso piani economici e di strategia di consenso, lungo le linee della organizzazione territorio/funzioni.
12. Raccogliere finanziamenti privati trasparenti e documentati formalmente agli atti interni (consultabili su esigenza da enti di controllo), congiunzioni di interessi politici ed economici ammesse, in piena garanzia di legittimità e nel rispetto cristallino (e fondamentale comunque) dell’imparzialità del meccanismo pubblico di attribuzione di lavoro, lavori pubblici, incarichi professionali, commesse e acquisti di economato.
13. Ottenere al più presto una revisione chiara e argomentata delle forme legittime complementari di finanziamento pubblico.

E, in attesa di una legge (richiesta in qualche modo anche dalla Costituzione e mai realizzata) che guidi alla rinascita dei partiti, la ferma determinazione di creare comunque organismi di Partito veri, non tragicomici simulacri come quelli in Parlamento oggi. La rinnovata e regolata rinascita dei partiti riporterebbe la democrazia alla sua natura, cioè vero potere del popolo sulle istituzioni tramite la rappresentanza imprescindibile dei partiti appunto.
Almeno i 13 punti sopra devono essere rispettati, per poter esprimere quella rappresentanza avveduta che il Popolo italiano deve avere all’interno del complesso mondo delle Istituzioni che gestiscono il patrimonio delle ricche risorse repubblicane italiane.

Solo questa è libertà, solo questa è democrazia, solo questa è vera Politica.
Il resto sono le squallide esperienze dell’Italia di questi anni bui, buio della sua coscienza popolare e buio delle sue istituzioni.