La visita dei grandi a Kiev – Cosa c’è sotto?


Lo scorso giovedì 16 giugno un capo di stato e due premier si sono recati in visita da Zelensky. Il giorno successivo nuovamente (e a sorpresa) Johnson ha bussato all’uscio del presidente ucraino.
La grancassa dei giornali e della televisione ha battuto a più non posso sull’argomento, dichiarando a tutto il mondo che il tema dei colloqui è stato il piano di ricostruzione dell’Ucraina alla fine della guerra.
Anche al più ingenuo spettatore non sarà sfuggita una stonatura: ma come? In piena guerra, senza che si intraveda uno spiraglio per le trattative tre degli uomini più potenti dell’Unione Europea e il loro omologo inglese si presentano nella capitale minacciata dai missili russi per parlare di ricostruzione? Che senso ha? Nessuno, direte voi, a meno che questi signori non sappiano qualcosa che non ignoriamo e che, di conseguenza, la guerra si possa risolvere nel giro di poche settimane.
Certamente è possibile. Dirò di più: è molto plausibile. Io però mi sto convincendo che il tema della ricostruzione sia uno specchietto per le allodole e per i giornalisti.
Pensiamoci bene: una trasferta di questo genere mette in stato di allarme i servizi segreti di cinque Paesi (Italia, Francia, Germania, Regno Unito e, ovviamente, Ucraina) più quelli dei paesi attraversati dai voli di stato e chissà quali altri ancora. Si muovono centinaia di uomini su terreni pericolosi, si mettono n moto diplomazie ed eserciti, si deve organizzare un servizio d’ordine e un cordone difensivo oltre a dover mantenere il tutto in un ambito di totale segretezza per evitare che un missile di Mosca prenda di mira il luogo del convegno. E tutto questo per parlare di ricostruzione? Sarebbe come se Truman (o Roosevelt) si fosse recato nella Francia occupata per parlare del dopoguerra con de Gaulle mentre i nazisti spadroneggiavano da Brest a Nizza. Non vi pare un tantino improbabile?
Ma allora di cosa avranno parlato Macron, Draghi, Scholze e Jonhson con Zelenskij?
La risposta forse arriva da un’agenzia di venerdì pomeriggio, in cui si legge che il vicepresidente del parlamento ucraino ha dichiarato che Mario Draghi ha promesso armi, dicendo però che non può rivelare quali!
Conclusione: non si fa un vertice del genere in un Paese in guerra per parlare di ricostruzione e allo stesso tempo di armi. Dunque il tema erano le armi, probabilmente grosse.
Di conseguenza, aspettiamoci sviluppi bellici nuovi e importanti da qui a qualche settimana.