Chitarra Classica – Intervista al liutaio Gianni Battelli


Gianni Battelli, medico, è un liutaio napoletano, in passato ha fatto strumenti anche per Pino Daniele. Conosce bene la liuteria classica, Torres innanzitutto, a cui prevalentemente si ispira.

W.M.: Ciao Gianni, grazie per la disponibilità, ci racconti di quando ti sei avvicinato alla liuteria?
Ci conoscemmo molti decenni fa presso il laboratorio del “mitico” Antonio Iornini in via S. Sebastiano a Napoli.

G.B.: Negli anni 70, studiavo chitarra classica e cominciai ad interessarmi di liuteria.
Nel laboratorio del Cav. Antonio Iornini appresi i primi rudimenti per la costruzione della chitarra. In quel periodo ho frequentato anche il laboratorio dei fratelli Sirleto che costruivano soprattutto strumenti ad arco.
Importante per me è stato l’incontro con Andrea Tacchi a Firenze,
 liutaio di grande esperienza e persona umile e disponibile.

W.M.: A quali progetti ti sei ispirato oltre a Torres?

G.B.: Parte del lavoro l’ho dedicato alla sperimentazione con progetti personale seguendo modelli Ramirez, Khono, Humphrey, poi mi sono ispirato soprattutto a chitarre storiche: Simplicio Garcia, Hauser, Romanillos, Torres, progetti più consoni al mio ideale di suono.      

W.M.: Durante la tua adolescenza hai avuto l’opportunità di suonare con Pino Daniele con cui hai condiviso una duratura amicizia. Ci racconti di questa esperienza?

G.B.: Suonavo il violino nel gruppo “Batracomiomachia” insieme a Pino Daniele, Enzo Ciervo, Rosario
Iermano, Rino Zurzolo, Paolo Raffone ed Enzo Avitabile.

W.M.: Per chi non avesse avuto il piacere di provare un tuo strumento come lo descriveresti?

G.B.: Non saprei, una descrizione obiettiva la può dare chi suona un mio strumento.

W.M.: Quali sono i legni che utilizzi principalmente? Immagino che preferisci l’abete per il progetto “Torres”.

G.B.: Per la tavola armonica ho utilizzato anche il cedro e il sitka, per la cassa un po’ di tutto, mogano, zebrano ,pau-ferro, bubinga, paduk, wengè, ovangkol, noce ecc.
Ma preferisco in genere l’abete per la tavola e il palissandro, l’acero fiammato o occhiolinato, e il cipresso per la cassa. Per il manico il mogano o il cedro.

W.M.: La tipologia dei tuoi strumenti “Torres” credo sia indirizzata principalmente al repertorio tardo romantico e “tarreghiano”. Cosa ne pensi?.

G.B.: non penso necessariamente che una chitarra sia più adatta o meno ad un genere di musica, ritengo che se lo strumento è di qualità e ha determinare caratteristiche come : buona emissione, equilibrio, definizione, e un’ampia tavolozza timbrica puoi suonarci di tutto, dipende anche dalla preparazione del chitarrista e dalla sua abilità di tirar fuori col suo tocco il suono più adatto al brano che esegue, che si tratti di musica antica, contemporanea, popolare o altro.

W.M.: I tuoi strumenti sono realizzati totalmente a mano e verniciati a gommalacca. Cosa ne pensi delle alternative alla tradizionale gommalacca?

G.B.: Dipende da cosa si intende per totalmente a mano, è indispensabile l’utilizzo di strumenti elettrici come seghe, piallatrici, fresatrici, levigatrici, trapani ecc., ma sempre di utilizzo manuale, solo le grosse industrie possono disporre di apparecchiature computerizzate sofisticate, e pur sempre, per alcuni passaggi c’è bisogno di un intervento manuale.
Riguardo alla verniciatura uso la gommalacca ma in miscela con altre resine naturali, che le conferiscono una maggiore resistenza, ma ho fatto uso anche di vernici sintetiche che vanno altrettanto bene se però usate adeguatamente, in modo tale da non creare spessori eccessivi soprattutto sulla tavola armonica.

W.M. Quali sono i tempi di attesa di un tuo strumento? Per chi volesse provarne qualcuno dove può contattarti?

G.B.: In genere 4 o 6 mesi dall’ordine, dipende dalle richieste. Contatti via e-mail “giannibattelli@gmail.com”.

W.M.: Siamo giunti al termine di questo interessante incontro. Ti ringrazio per la disponibilità e del contributo fornito al ns. spazio sulla rivista online “WeeklyMagazine”.