PsicologicaMente – La terapia sistemico familiare


“I terapeuti devono trasmettere al paziente che il loro compito supremo è quello di costruire un rapporto insieme, che in se stesso diverrà l’agente del cambiamento”. (Irvin Yalom)

Cari lettori,
quest’oggi mi cimenterò nell’esplorazione di una tematica per me estremamente importante non solo per il suo significato intrinseco ma anche perché mi consentirà di addentrarmi nel campo di specializzazione che mi è più caro: la terapia familiare.
Nota anche come terapia sistemica, si tratta di un approccio psicoterapeutico in cui la famiglia non è la mera somma degli individui che la compongono, ma è un “sistema interattivo aperto” costituito dai tutti i componenti, dalle loro caratteristiche personali e dalle specificità delle diverse relazioni esistenti tra loro.
E’ uno strumento che nasce in funzione delle famiglie e che consente di innescare un cambiamento delle dinamiche interne ad esse.
I cambiamenti avviati sono interpretati sulla base dei diversi sistemi di interazione fra i vari soggetti, intesi sia come singoli individui sia come membri del nucleo.
Non è raro, ma anzi comprensibile, che in una famiglia compaiano difficoltà nella gestione delle relazioni, ostacoli sorti a fronte delle differenze caratteriali e/o comportamentali, ovvero tensioni dovute alla circostanza che uno o più dei familiari sopportano un problema.
L’obiettivo che si pone la terapia sistemica è quello di individuare, circoscrivere e poi lavorare sulle difficoltà, favorendo lo supporto vicendevole e stimolando i soggetti ad instaurare un rapporto empatico tra di loro.
Ognuno deve trovare in sé la capacità di comprendere e apprezzare le esigenze dell’altro, ognuno deve costruire dei punti di forza all’interno del nucleo e, quindi, impegnarsi nel porre in essere trasformazioni volte a migliorare le relazioni e la propria vita.
Certo, la psicologia familiare non è un campo semplice, essa deve guardare alle molteplici prospettive di sistema e di sviluppo, deve lavorare sulle diverse influenze che queste hanno sulle relazioni, osservare come le relazioni si formano, ma soprattutto come si sostengono nel tempo. Di più, deve dare spazio anche alle prospettive culturali e quindi considerare come la società, i costumi, la cultura, influenzano le relazioni, le differenze individuali le relazioni di coppia, genitoriali e familiari.
In effetti la terapia familiare sostiene il gruppo nell’affrontare e superare tutte le sfide sociali cui oggi è sottoposto, insomma un approccio terapeutico che sprona tutta la famiglia a cercare e trovare soluzioni affinché l’individuo resti in equilibrio.
La terapia sistemica è il suolo su cui getta le fondamenta la terapia familiare, è un aspetto di un campo interdisciplinare più ampio, ovvero le teoria dei sistemi.
Quest’ultima altro non è lo studio di tutti i sistemi complessi presenti in natura, indaga, analizza e descrive qualsiasi gruppo di soggetti che vivono e lavorano insieme per produrre un risultato. Può trattarsi di un singolo organismo come una pianta o una persona, di una grande organizzazione ovvero, più semplicemente, di una famiglia.
Su questo sfondo si innesta la terapia familiare che cerca di affrontare i problemi delle persone a livello individuale inserendoli però in un quadro contestuale, il tutto in un ambiente, appunto, familiare.
Ma, in concreto, come può la terapia sistemica offrire il suo aiuto?
Fondamentalmente tutto si basa sull’idea che i rapporti familiari rappresentano una parte essenziale della salute psichica di ciascun membro della famiglia.
Sulla scia di questo pensiero la terapia può supportare le persone che intendono prendersi cura dell’altro nel trovare la soluzione migliore per fronteggiare in modo collaborativo qualsiasi disagio, incomprensione o dolore a carico delle relazioni e tale da minare l’unità familiare.
Generalmente il terapeuta sistemico relazionale e familiare si trova a lavorare su eventi stressanti e traumatici della vita del gruppo, si pensi alla morte di un membro, ad una separazione, alla comparsa di una malattia, oltre a quelle fasi transitorie dello sviluppo familiare che producono metamorfosi e sconvolgimenti. Ancora, problemi sul lavoro, ansie inerenti la scuola, difficoltà sessuali, conflitti tra genitori e figli possono rappresentare ambiti esplorabili attraverso questo tipo di supporto.
Oltre a tutto ciò, il terapeuta familiare è una figura che collabora spesso con gli operatori sanitari per affrontare problematiche specifiche come sindrome da iperattività, la sindrome di Asperger, il disturbo ossessivo compulsivo, i disturbi alimentari, le dipendenze, la depressione, e tutte quelle condizioni che possono arrecare danni alla vita familiare.
Tutte queste caratteristiche fanno si che il percorso sistemico risulti essere quello più adatto ed utile a gestire e risolvere momenti di fibrillazione importanti e radicati, problemi annosi che arrecano pregiudizio ai rapporti familiari.
Ma come? Rendendo gli individui capaci di comprendere quali sono e come svolgere al meglio le funzioni familiari, individuare i punti di forza ed, eventualmente, di debolezza all’interno del sistema, predisporre obiettivi a breve e lungo termine, quindi studiare le più adatte strategie risolutive, ancora, aiuta a generare e rafforzare le proprie capacità di comunicazione così da rendere l’intero nucleo familiare decisamente più solido ed equilibrato.
Dati tutti questi benefici la terapia in esame offre la possibilità di affrontare anche problemi di salute fisica, oltre ad essere sensibile rispetto alle diverse forme di famiglia, di credo e cultura.
Guarda alle necessità ed ai problemi di ciascuno dei membri ma dando contestualmente rilievo a tutte le altre relazioni che ruotano intorno al singolo. Ne deriva un’efficace ausilio per le persone di ogni età e provenienza sociale ed economica.
E’ vero, infatti, che ad essere più vulnerabili sono proprio quei soggetti le cui problematiche derivano da situazioni esterne quali la disoccupazione, l’indigenza, l’ignoranza che certamente possono influenzare negativamente la quotidianità familiare ed i legami intessuti.
Altrettanto delicata è la situazione di quelle famiglie all’interno delle quali vi sono figli con problemi comportamentali e/o con disturbi di personalità, ed anche in questo caso il terapeuta familiare può offrire un prezioso aiuto.
Quanto alle modalità con le quali si svolge la terapia sistemico familiare, generalmente il percorso si articola in una serie di incontri durante i quali gli individui, insieme o in maniera alternata ai propri cari, interloquiranno col terapeuta specializzato per segnalare o comunque individuare le problematiche che condizionano i loro rapporti.
Le sessioni di incontri, ma anche le tecniche da adoperare, andranno selezionate ed organizzate in base agli obiettivi da raggiungere, all’età ed esigenze espresse dagli individui coinvolti.
A esempio gli incontri nei quali sono coinvolti anche i bambini possono prevedere disegni, test specifici, giochi o esercizi volti ad accompagnare i più piccoli verso l’espressione delle emozioni provate, positive o negative che siano.
Accade spesso che il terapeuta familiare prenda in prestito tecniche e metodi da altri approcci, e ciò perché la teoria dei sistemi è un approccio integrato che può attingere anche ad altri modelli ad esempio basati su tecniche esperienziali, cognitivo-comportamentali o psicodinamiche, tutte progettate, in effetti, proprio per rappresentare un supporto alle famiglie, così da consentire lo sviluppo di un più profondo senso di collegamento e appartenenza.
Il terapeuta familiare non si schiera con nessuno, né tantomeno addossa le responsabilità ad uno dei membri del gruppo, egli avrà come obiettivo primario quello di coinvolgere tutta la famiglia al fine di cogliere e condividere le reciproche necessità. Tutti avranno la possibilità di esprimersi e contribuire nel modo desiderato alla discussione, sicché insegnerà ad esplorare ed affrontare le difficoltà non in solitudine ma all’interno dell’unità familiare.
Ogni seduta potrà essere individuale o potrà accogliere un numero variabile di membri, che muta in virtù degli obiettivi che la terapia si prefigge, ad esempio, se ad essere oggetto di sostegno è il rapporto genitoriale, il professionista potrebbe volersi interfacciare prima con i genitori separatamente e poi con i figli.
Quanto alla durata, va da sé che, essendo la terapia sistemica volta ad offrire una soluzione mirata dovrà avere tendenzialmente una durata breve o comunque non eccessivamente lunga, ovviamente ciò varia in base alla difficoltà ed alla consolidazione del problema da risolvere.
In conclusione si può dire che ciascuno degli elementi della terapia sistemico familiare, compresa la creazione, le tecniche da adoperare e la durata, sono il risultato di una collaborazione, di un accordo e di un rapporto di sincera fiducia che necessariamente deve nascere tra il terapeuta e la famiglia, intesa come ogni singolo partecipante.

Notazioni Bibliografiche:
-“La terapia con la famiglia. Un approccio relazionale”, M. Andolfi, Astrolabio Ubaldini;
-“Storie permesse, storie proibite”, V. Ugazio, Bollati Borlinghieri;
-“Tecniche di terapia della famiglia”, J. Haley, L. Hoffman.