“Scene di vita quotidiana – Toxic Ediction” di Andrea Siniscalchi Montereale: un’intensa e originale raccolta di poesie


“Scene di vita quotidiana – Toxic Ediction” di Andrea Siniscalchi Montereale è una raccolta di poesie caratterizzata da uno stile originale, che parte dalla realtà vissuta dall’autore e la trasfigura per renderla il simbolo del disagio di questa società, abitata da esseri umani poco umani che hanno dimenticato cosa significhi condividere e comunicare. È un’opera ricca di ironia ma anche di straziante nostalgia per ciò che è andato perso; è un testo cinico, in cui emergono delle liriche surreali e potenti. Le poesie sono contraddistinte da uno smanioso flusso di coscienza che rivela la necessità dell’autore di raccontare tutto di sé: l’opera è infatti divisa in sezioni, e in ognuna di esse si fa riferimento a un particolare periodo dell’esistenza di Andrea. Più che poesie sono “scene da una vita”, nella quale si deve combattere ogni giorno contro l’ipocrisia, l’incomunicabilità e l’individualismo – piaghe della società odierna. La raccolta è un tentativo più che riuscito di osservare la realtà con lucidità e di raccontarla al lettore con schiettezza, senza inginocchiarsi al politically correct – «Vi porto prima nelle nubi grigie della mia Milano (che rima con Fisciano), poi nelle grigie nubi interiori, poi ogni tanto, proprio il minimo, faccio disegnare, ai poeti fantasiosi, sorrisi sopra il vetro della mia anima appannata; vi porto dove ogni tanto conficco la spada per non essere denunciato dagli amanti del comesocietàcomanda». L’autore parla dell’arte, e di come anche lei si sia a volte snaturata per sopravvivere; allo stesso tempo però egli è convinto che ci sia una via diversa per gli artisti, un modo di esprimere il proprio pensiero svincolandolo da ogni regola – «Tranquilli, il bello dell’arte è quello di cavarci il ragno benedetto da qualsiasi fetido buco disincantato. Anzi io la fondo sul disincanto. È solo che finora, lo ammetto, non ho trovato un quadro che valga più della cornice; non un discorso che superi l’estetica di chi ha parlato, non un contenuto più interessante della location. Lavoreremo anche su questo, prima o poi la moda si contorcerà su sé stessa fino a implodere. Non morirò qui, lo giuro». Oltre ai mali della società, nell’opera si parla della nostalgia della giovinezza, dell’indifferenza delle persone di fronte al dolore altrui, degli amori perduti che lasciano un vuoto nell’anima; il tutto raccontato con disincantato sarcasmo, perché l’autore è consapevole della sua poetica oscurità, e se ne fa giustamente un vanto e non se ne scusa.

Genere: Poesia contemporanea/Racconto poetico breve
Pagine: 224

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Fonte:
Francesco Lavorino
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