Sport asservito alla politica? Beato Enrico dell’ordine dei Genuflessi


Sono sicuro che il mio direttore faticherà a collocare il presente articolo. Non saprei nemmeno io dove rubricarlo, tra la cronaca, il costume e la politica. Decido arbitrariamente per la politica e non ne parliamo più.

Nei giorni passati l’ineffabile segretario … piddino? pidista? pidaico? fate voi… se n’è uscito con una dichiarazione che se non fosse esilarante aprirebbe uno scenario di dubbi procedurali sui metodi di reclutamento del corpo insegnante nelle università francesi. Durante la trasmissione ‘Otto e mezzo’ su La Sette, Enrico-stai-sereno ha detto testualmente: “…Voglio fare un appello ai nostri calciatori: che si inginocchino tutti… L’immagine ieri in cui tutti i gallesi erano inginocchiati e gli italiani metà sì e metà no, non era una bella immagine”.
Traduco per il volgo: avete fatto una figura di m… perché solo inginocchiandovi tutti metterete idee e cervelli all’ammasso, come il PCUS buonanima vorrebbe, e aderirete anima e corpo alla volontà popolare della sinistra sana e resiliente, dei buonisti radical chic, dei boldrineschi e del popolo LGBT+ (che paura mi fa quel più!) che come un sol uomo urlano che le vite dei negri contano anch’esse. E chi lo ha mai negato, caro prof. Letta? O siamo ancora rimasti attaccati al vecchio stereotipo secondo cui la destra è omofoba e razzista? O ancor più alla vecchia usanza stereotipata per cui i negri sono una razza inferiore e l’unico negro buono è il negro morto? Guardi che l’Italia non è il Mississippi e la nostra Costituzione, da sola, basta e avanza a proclamare i diritti di tutti.
Anni fa prendevo in giro una collega un po’ stupida raccontandole che collezionavo stereotipi (la poverina rimase molto impressionata), ma mi sa che voi al Nazareno di stereotipi ne avete una serqua!
Ma in tempo di DDL Zan (che mi sembra un gioco valdostano più che una proposta seria) è logico che tiriate l’acqua al vostro esangue mulino nella speranza di racimolare un pugno di voti che vi permetta di maturare una pensione da parlamentare.
Ma tornando all’infelice voce che dal sen le è sfuggita, quasi a dimostrare quanta verità ci sia nel detto “aprir bocca per dare aria ai denti”, le voglio regalare alcune informazioni.
La prima: una partita di calcio – e qualsiasi evento sportivo in genere – è tutto tranne che un fatto politico. Bene ha fatto la UEFA a ignorare le proteste di chi vuole contestare la scelta di non dipingere di arcobaleno gli stadî: non sono comizi elettorali né luoghi per far prevalere un’opinione sulle altre. Se, mettiamo il caso, metà spettatori fosse favorevole e l’altra metà contraria a una qualsivoglia espressione di idea politica, il voler validare quell’idea sancirebbe automaticamente l’inferiorità dell’idea avversa. Se vuole un esempio più terra-terra (che quindi forse lei è più facilmente in grado di afferrare) sarebbe come avere una caserma con mille soldati russi e mille americani e all’alzabandiera far sventolare solo la bandiera rossa. Chiaro il concetto? Purtroppo è un vizio che avete da settantacinque anni quello di ritenere le vostre idee le uniche valide nonché intrise di verità. Ma passiamo oltre.
Seconda informazione: questa mania di genuflettersi per chiedere scusa sta provocando alcune reazioni estreme da parte di chi da parte lesa si sta trasformando in parte offendente. Abbiamo purtroppo visto le degradanti scene degli abbattimenti di statue erette a memoria di personaggi degnissimi, quali lo stesso Colombo, che per un popolo ignorante che non conosce e non studia la sua storia si è di colpo trasformato in un emulo di Vlad l’impalatore. Anche eroi americani sono stati buttati nella polvere da una popolazione inferocita e non tenuta a freno, per paura che una polizia lei stessa inaffidabile e pure violenta potesse peggiorare la situazione.
Adesso vediamo i risultati anche da noi. Negri, magrebini, abbronzati di ogni genere che si prendono sempre più libertà sapendo che la polizia ha l’ordine di non intervenire, e se interviene (come a Termini l’altro giorno) a farne le spese non è il criminale col coltello ma il poliziotto che compie il suo dovere. Piazze di spaccio dove ormai solo Brumotti (ma con una nutrita scorta e le telecamere) ha il coraggio di entrare e dove via lui si riprende il tran tran dello spaccio come nulla fosse.
Ma forse è proprio questa la società che piace a voi sinistri: disfatta, distrutta e scompaginata in tutti i suoi valori, al punto che ti fa venir voglia di scappare e lasciare che le orde di nullafacenti (ma con iPhone e reddito di cittadinanza!) continuino a depredare, a devastare.
L’Italia in campo contro il Galles è come quella caserma di cui sopra: ci sono russi e americani. Perché non possono manifestare ciascuno il proprio consenso, posando il ginocchio sull’erba, o il proprio dissenso, restando ritti al loro posto? Che mondo sarebbe quello in cui tutti dovremmo avere obbligatoriamente la stessa idea e lo stesso credo? Volete una società orwelliana? O un regime cinese? Perché guardi prof. Letta che ci state andando assai vicino, mi creda.
Ancora un’informazione: l’elemento scatenante di questa follia, quel tale Gorge Floyd morto a Minneapolis per mano (anzi, per ginocchio!) di un poliziotto aveva frequentato il South Florida community college, sperando di poter diventare un giocatore di basket, ma un anno dopo aveva lasciato l’istituto per il Texas A&M University di Kingsville. Tornato a Houston si era cacciato in alcuni guai: venne arrestato per furto e possesso di droga. Dichiaratosi colpevole di furto aggravato a mano armata, passò i successivi quattro anni alla Diboll Unit, una prigione del Texas. Nel 2013 aveva ottenuto la libertà condizionale.
Quindi caro professore, non era certo uno stinco di santo, ma nessuno ha mai detto che la sua vita valesse meno della mia o della sua! Invece la vita della povera Saman non è stata proprio considerata, né dalla sua famiglia che l’ha assassinata, né da voi che l’avete ignorata e non vi siete inginocchiati per lei e per tutte le ragazze che come lei subiscono sorti orribili per causa di una religione folle e sanguinaria!
Non vi siete mai inginocchiati nemmeno per i morti delle foibe, che pure erano – e sono – italiani.
Valgono meno di un unico morto americano? Perché? Forse perché temete di infangare la memoria di Tito e quella di Togliatti che gli passava denari e puttane quando veniva in visita a Roma? Ripeto quanto già scritto: siete dei buffoni ipocriti. Ma in questo clima di giustizia malsana, di toghe luride che tanfano di fogna e di denaro, siete ciechi alle storture del Paese, non vedete nulla che non vogliate vedere. Il popolo sta perdendo la fiducia nella magistratura e non fate nulla. I magistrati si perdono in cause assurde (in questi giorni è indagato anche Paolo Persichetti, un ex-brigatista che da moltissimi anni ha ritrovato la retta via e che oggi studia il caso Moro. Cioè il rapimento, la strage, la fuga, il sequestro. Tra l’altro è l’autore di un libro molto interessante e informatissimo sulla storia delle Brigate Rosse. Persichetti fu estradato dalla Francia e condannato a una lunga pena detentiva. È uscito pochi anni fa, dopo aver scontato l’intera condanna e ha ripreso la sua attività di giornalista e studioso di storia. Però a qualche giudice è venuto in mente di indagarlo per questi suoi studi. Eppure i magistrati sono oberati di lavoro e lo dichiarano apertamente. Come si fa a dargli torto? Certo, poi, se scopri che uno dei più importanti magistrati italiani (Eugenio Albamonte, particolarmente impegnato da sempre nell’attività politica delle correnti della magistratura, successore di Davigo alla guida dell’Anm e ora segretario di Area, la corrente di sinistra, molto forte a Roma) è impegnato a indagare sulle ricerche storiche di uno studioso, ti viene il dubbio che invece la procura non sia poi così oberata di lavoro. Magari nei prossimi giorni qualcuno aprirà un’indagine sul caso Montesi, la ragazza uccisa a Torvaianica nel ‘53, o sulle probabili complicità che il Gobbo del Quarticciolo ebbe tra gli abitanti della zona e forse anche nella locale sezione del Pci, alla fine degli anni Quaranta. Poi c’è sempre la vecchia mai risolta questione del caso Girolimoni: siamo sicurissimi che fosse proprio innocente?
Ma il piddì tutto, col segretario in testa, si preoccupa che i calciatori si inginocchino, lasciando cadere le accuse reciproche con i pentapitechi e andandoci a braccetto alle elezioni (vi siete persino dimenticati di Bibbiano, vergogna!)
Però se i nostri calciatori non si inginocchiano non danno una bella immagine dell’Italia.
Sarà bella l’immagine che date voi: a Roma avete fatto le primarie e Gualtieri è stato eletto con una maggioranza bulgara di 40.000 voti. Adesso non resta che convincere gli altri 2.840.000 ancora indecisi. Una bazzecola!

P.S.: Non sapete cos’è una serqua? Date un’occhiata a Wikipedia.