L’imprenditore agricolo in regime di esonero


In tempi di crisi molti hanno dovuto fare delle scelte importanti per il futuro vista la generale incertezza. Una di queste che ho notato, mentre mi trovavo in un vivaio vicino casa mia, è la sempre maggiore attenzione all’orto. Un effetto positivo che la pandemia ha causato è quello di aver costretto molte persone che possedevano un pezzo di terra a rivalutare la possibilità di produrre frutta e verdura sotto casa. Altri,invece, hanno valutato l’opportunità di farne un business ma tentare la professione di imprenditore agricolo comporta ponderare molto bene i passi che si dovranno compiere. Tuttavia l’ordinamento prevede la possibilità di esercitare tale professione in regime di esonero consentendo di operare senza dover incorrere a tutte le incombenze fiscali e, in certi casi, contributive. Questa possibilità è rappresentata dalla figura dell’imprenditore agricolo in regime di esonero. Partendo dalla definizione civilista dettata dall’art.2135 è imprenditore agricolo il soggetto che esercita attività di coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse (anche singolarmente). Questa nozione comprenderebbe sia le persone fisiche che le persone giuridiche (come ad esempio società di persone, di capitali, cooperative). L’imprenditore agricolo, per essere ritenuto tale, deve produrre per la commercializzazione e non per autoconsumo e deve essere in regola con gli adempimenti che la normativa prescrive per qualsiasi imprenditore: avere l’iscrizione IVA per l’attività agricola e (tranne che per alcune categorie esentate) essere in possesso di iscrizione alla C.C.I.A.A. e all’Inps, rispettivamente, per l’attività e per la previdenza agricola. Come accennato, nelle situazioni in cui si trattasse di volumi di affari o dimensioni aziendali inferiori a certi limiti non è richiesta l’iscrizione alla C.C.I.A.A. e/o all’Inps, questa è la condizione del cosiddetto “regime di esonero”. Il regime di esonero è disciplinato dall’articolo 34 comma 6 del DPR n. 633/72 e si applica agli imprenditori agricoli con un volume di affari annuo non superiore a €7.000 (settemila euro) e deve essere costituito per almeno due terzi dalla cessione di prodotti agricoli. Con questo regime si è esonerati da qualunque adempimento ai fini IVA ma è necessario conservare e numerare progressivamente tutte le fatture di acquisto ricevute e le copie delle autofatture emesse da parte degli acquirenti. Dunque sono gli acquirenti dell’imprenditore in regime di esonero che dovranno emettere autofattura in luogo del cedente, solo in questo modo la vendita è certificata e si potrà beneficiare del trattamento specifico. Questo regime consente anche l’esenzione dalla presentazione della dichiarazione ai fini IVA e IRAP. Se la vendita fosse effettuata direttamente ai privati consumatori non vi è l’obbligo di emettere lo scontrino o la ricevuta fiscale ma, a differenza della cessione a rivenditori, in tal caso, facendo commercio al dettaglio o vendita diretta dei prodotti agricoli su aree pubbliche e al di fuori del fondo di produzione, si è tenuti all’iscrizione al Registro delle Imprese tenuto a cura delle Camere di Commercio. Inoltre, nel caso fosse già presente una situazione previdenziale Inps aperta (quindi l’attività di imprenditore agricolo viene svolta come secondo lavoro) non è necessario adempiere agli obblighi contributivi Inps. Nel caso in cui l’imprenditore agricolo avesse effettuato, nel corso dell’anno solare, una cessione di prodotti agricoli e ittici (compresi nella Tabella A, parte I,allegata al DPR n. 633/72) inferiore ai due terzi del volume di affari complessivo o se quest’ultimo avesse superato la soglia dei €7000 non è più possibile usufruire di questo speciale regime. Dunque, fatte le opportune valutazioni, ritenuto che ci sono i requisiti per poter usufruire dei benefici collegati a questa specifica figura, niente vieta di tentare un’opportunità che, con molta probabilità, regala grandi soddisfazioni ma, importatissimo, ancora prima di valutare qualsiasi cosa, non va dimenticato chela terra è bassa e senza le necessarie cure e un costante impegno non si ottiene niente nemmeno con le migliori pianificazioni.