
PsicologicaMente: i volti del tradimento
“Il tradimento è una rivolta: ogni rivoluzione s’iscrive nell’orbita del tradimento, è tradimento ogni opera d’arte che rompa un circuito obsoleto della conoscenza, è tradimento ogni nuova scoperta, è tradimento ogni originale movimento intellettuale” (A. Carotenuto, “Amare tradire”).
La parola tradire proviene dal latino “tràdere” che vuol dire “consegnare”, vi è l’unione tra il prefisso “trans” che implica un “passaggio”, una “transizione” verso l’altro e “do” cioè “dare”: si abbandona il vecchio e ci si “consegna” al nuovo.
Il tradimento rappresenta la prima causa di rottura dei legami di coppia ma, mi chiedo, è poi vero che la coppia non può proprio sopravvive ad esso? Cosa si nasconde dietro un evento tanto comune, anche se banale non è, né per chi lo subisce né per chi lo attua?
Il tradimento può essere molte cose, anche la risposta sbagliata a una domanda giusta che è rimasta inespressa nella coppia, certo è una ferita ricorrente nella vita delle persone e può avere molti volti, rappresenta uno degli aspetti più inquietanti della relazione umana.
Esiste una mole impressionante di letteratura che riguarda la dinamica del tradimento, Hillman, ad esempio, dice che il tradire è una “dinamica basilare e necessaria durante la crescita personale al fine di sviluppare una maggiore consapevolezza interiore” (“Puer Aeternus”).
Fin da quando siamo piccoli tradiamo e siamo traditi dal mondo che ci circonda e, durante la vita, viviamo costantemente sentimenti legati a tale movimento della Psiche. Questa settimana sarà, dunque, questo l’argomento da indagare.
Tuttavia, in questo articolo, vorrei soffermarmi sui due “volti” del tradimento: il “maschile” ed il “femminile”: esiste una differenza qualitativa tra tradimenti perpetrati da donne e quelli perpetrati da uomini?
Prima di dare una risposta alla domanda, vorrei brevemente dare uno sguardo a cosa si nasconde dietro l’atto del tradimento sic et simpliciter.
Innanzitutto il tradimento è un elemento trasformatore, in particolare per chi lo subisce. Ricevere o compiere un atto di infedeltà porta a rivoluzionare tutto il nostro modus vivendi, sia nel personale che nella coppia, l’infedeltà mette in discussione le regole della vita e i limiti che ci eravamo prefissati.
Per “vedere” ancor meglio questa “trasformazione” ci viene nuovamente in aiuto l’etimologia della parola “tradire”. Ho già specificato come essa si traduca con “consegnare”: nello specifico si consegna ad altri una cosa fidata e non a caso si tratta di un termine adoperato nell’antichità quando si “consegnava” la propria città al nemico. L’uso contemporaneo di questa parola è stato veicolato dai Vangeli cristiani dove si legge “qui me traditurus est” allorché Giuda consegna Gesù ai romani. I Francesi ne fanno poi un uso che ci permette di scoprire un significato ancora più profondo del tradimento: “scoprire”, “svelare un segreto”.
Ma allora di fronte ad un tradimento sono due le domande da porsi: cosa si consegna della coppia ad una terza persona? e quale segreto della coppia si svela con un tradimento?
Rispondiamo alla prima domanda. La fiducia, l’intimità e l’unicità della coppia, la relazione è un nucleo intimo, protetto e fidato: il tradimento lo apre prepotentemente al mondo, ne sporca per sempre la purezza. La fiducia è ciò che ci lega all’altro, è il collante di ogni tipo di relazione esistente, amicale o amorosa che sia, perdendola viene meno il senso stesso dello stare insieme, ci isoliamo da chi ci ha tradito e siamo costretti a confrontarci con i nostri demoni interiori. Per chiarire il concetto potrei citarvi sempre Hillman e la famosa novella ebraica che egli racconta: un padre dice al figlio di buttarsi dalle scale rassicurandolo poiché l’avrebbe preso lui, il bambino lo ascolta, ma il papà non lo prende. Ecco che siamo di fronte ad un atto fedifrago che costringe il bambino alla riflessione.
Subire un tradimento, quindi, ci forza alla riflessione e alla crescita personale.
“L’esperienza del tradimento e del lutto può svolgere una funzione trasformativa, se riusciamo a elaborarne il vissuto.” (A.Carotenuto, Amare tradire)
Rispondiamo ora alla seconda domanda. Con un tradimento si svela un segreto della coppia e cioè una mancanza. Infatti ogni relazione, proprio perché intima, possiede un velo, come il famoso velo di Maya, che copre le parti belle e le parti brutte. Se la coppia è in grado di comprendere ed individuare le ombre non è necessario tradire, mentre se il peso di queste è insostenibile, bisogna uscire fuori dal solco che delimita le regole dell’amore.
In altre parole ciò che non troviamo all’interno della nostra relazione lo andiamo a cercare fuori, ed in questo, credo, le nuove generazioni saranno più inclini considerato che sono abituate al concetto che nulla è speciale e tutto è sostituibile. Svelata la coppia c’è bisogno di una rivoluzione, se essa vuol sopravvivere deve cambiare dall’interno perché le sue ombre sono diventate sintomo e realtà.
“Il tradimento si trova sempre sulla nostra strada, e non solo per annientarci: se il tradimento destabilizza, è perché qualcosa si ricrei” (A.Carotenuto, Amare tradire)
Abbiamo quindi compreso che il tradimento ci consegna a noi stessi e alla nostra solitudine perché rompe i confini della fiducia e svela i demoni intimi della coppia, sottolineandone le mancanze.
Ora possiamo analizzare i distinguo tra tradimento maschile e femminile.
Prima di incamminarci, due premesse importanti. In primis, lungi dal cedere ad ovvie e sterili generalizzazioni, tenterò di analizzare qualche punto distintivo, senza con ciò escludere l’unicità e particolarità dei casi specifici. In secondo luogo, parlo di “maschile” e “femminile” prescindendo dal “genere”, poiché in ognuno di noi, uomo o donna, è presente un tratto intimo di maschile e femminile.
L’uomo, è risaputo, spesso è spinto a tradire da mancanze connesse al sesso, al senso del materno, al calore umano, alla distanza fisica e alla libertà. Può anche capitare che l’uomo non inizi una relazione adulterina per insoddisfazione ma, sostanzialmente, se ci sono delle carenze affettive non riconosciute il malessere interiore aumenta, fino a sfociare nel sintomo dell’infedeltà proprio perché l’uomo stesso si è sentito tradito in questi sentimenti.
L’uomo non ha, inoltre, grandi difficoltà a vivere il tradimento clandestinamente, anzi ciò potrebbe addirittura aumentare il piacere della relazione con la propria partner stabile. Spesso il maschile lavora con superficialità perché in media si tende ad essere più ignoranti in materia di relazioni, e lo dico da uomo, non ci si lascia cambiare da una simile circostanza ed in genere si potrebbe continuare a condurre la vita di sempre.
La donna adulterina è un pò diversa. Ella, di solito, mette in campo un coinvolgimento emotivo ed amoroso perché parte da un’insoddisfazione nel legame che, evidentemente, non offre più nutrimento. Quando il rapporto si esaurisce perché non dona l’energia e il sostentamento di un tempo, la donna cambia completamente, soprattutto da un punto di vista psicologico, non si tollera facilmente il disagio e l’insoddisfazione che il legame comporta.
Il tradimento femminile è in media, dunque, più complesso. Le mancanze predominanti sono l’attenzione, le domande e l’ascolto, la sessualità e non il sesso, la condivisione e la solitudine.
Quando la donna tradisce si innesca un cambiamento radicale: se la coppia sarà pronta alla metamorfosi sopravvivrà, altrimenti perirà.
In ogni caso, uomo o donna che sia, chi subisce il tradimento, prova le più diverse emozioni: rabbia, tristezza, umiliazione, malinconia, depressione, inappetenza, rifiuto degli altri e del mondo esterno, ci si rende conto dell’inconoscibilità dell’animo umano ed il traditore diventa un individuo sconosciuto oltre che una grande delusione.
In effetti però studiosi della materia, come ad esempio la psicologa Betsy Stone, ed io mi associo a tale opinione, ritengono che non esistono “vittime innocenti” e “vili traditori”, ma il tradimento avviene tra due persone, entrambe coinvolte nella genesi della situazione extraconiugale: quest’ultima è infatti segno di un disequilibrio emozionale della coppia. Infatti, ciò che più fa soffrire, non è la presenza di un’altra persona, ma l’essere stati esclusi dalla coppia.
Sapere di essere traditi porta, ancora, spesso a vivere momenti devastanti con il rischio di far nascere impulsi estremi, da quello suicida all’assunzione di droghe o alcool. Non è rara, poi, l’incapacità di mantenere la calma, pertanto ci si abbandona facilmente a grida, minacce, comportamenti e parole lesive per l’altro. In realtà il tradito dovrebbe leggere il proprio comportamento e interrogarsi su vicende e valori, ma non è un lavoro facile, spesso solo con l’aiuto di un “traghettatore” si può elaborare il dolore del tradimento e coglierne il significato, ritrovare se stessi e soffermarsi sul modo di amare, il modo di concepire la propria vita e rivedere i propri principi.
Un tradimento può diventare un momento di crescita e il frutto di un nuovo modo di amare quando l’uno riconosce l’altro per ciò che è, nella sua autenticità e quando ognuno dei partner può serenamente dire “non sono come tu mi vuoi”.
Ma per far questo occorre che si recuperi quella parte mancante di noi stessi che abbiamo proiettato sul compagno, affinché sia possibile sperimentare una relazione limpida, l’unione di due anime che non nascondono il continuo mutamento della vita, accettando il rischio della solitudine e della delusione.
E’ possibile prevenire e talvolta curare questa “malattia”, mi allieta pensare che il volto vero dell’amore venga sempre restituito. Certo è raro, ma accade.
L’Amore vive attraverso di noi e una storia d’amore non si chiude se non nella nostra volontà di rimuovere. Quando i frammenti e i cocci dell’Io mettono insieme la nostra soggettività e individualità, sentiremo che il tradimento non è un attacco personalistico e solo allora l’Amore potrà universalizzarsi.
Dobbiamo sempre tener presente che l’amore non può morire di morte naturale: muore perché noi non sappiamo come rifornire la sua sorgente, muore di cecità e di errori, muore di malattia e di ferite, muore di stanchezza, di logorio, di opacità. Solitamente accostiamo il tradimento alla data di scadenza di una relazione, il sintomo che indica l’indisponibilità allo stare insieme.
In realtà il tradimento, andrebbe percepito, come più volte ho inteso sottolineare attraverso le parole del grande Aldo Carotenuto, come una rivoluzione, una richiesta di cambiamento che non abbiamo avuto il coraggio di sollecitare in altro modo, anche per indifferenza del partner.
Ma allora: c’è o non c’è differenza tra tradimento maschile e femminile? In parte si, e in parte no. Ogni tradimento ha principalmente una matrice: la mancanza di comunicazione e di ascolto nella coppia, e quindi l’indisponibilità al cambiamento.
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Dott. Massimiliano Loreto
Psicologo, Psicoterapeuta
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