Il politico conservatore: sveglia Italia


Il quadro politico-amministrativo italiano centrale e locale è sempre più zoppo.
Che abbiamo istituzioni e storia, non significa che le abbiamo corrette.
Infatti non le sono.
La sinistra è storta in un modo.
La destra è storta in un altro.
La Democrazia è conseguentemente storta, e troppo per “essere”. Infatti non è.

Poi ci sono gli intellettuali. Altra sciagura dell’Italia. Opinionisti gigioni, star da Teatro Ariston di Sanremo, vecchiume ideologico, filosofico e religioso. Con scopi quasi tutti perversi, deliranti, opportunistici o “di vetrina” (anche se, per un vero intellettuale, più che di “vetrina” occorrerebbe dire di “la…”).

Per la destra:
1. I muscoli “stupidi” e disperati della Lega
2. Il sistema nervoso periferico di FDI, che sta evolvendo,
hanno bisogno di un sistema nervoso centrale, un cervello, per uscire dai foschi automatismi pavloviani che ancor’oggi guidano in fondo i loro gesti. L’isteria politica deve sciogliersi in un programma A BASE ECONOMICA, in raccordo con l’economia reale (sano lobbismo), dunque NON soprattutto valoriale, nostalgico o da canto del cigno (sgozzato).
Un Forza Italia risanato (inizierei a parlarne al maschile, non per maschilismo ma per stigmatizzare la differenza), post-berlusconiano, sarebbe la tessera mancante. Un pesce pilota, intanto, e poi il soggetto di governance di un futuro partito unico.

A sinistra, il bene del Paese sta nel naturale globalismo della visione collettivista, ovviamente contenuto nel possibile collettivismo della concreta situazione storica, culturale, civile ed economica della Repubblica Italiana. E già qui notiamo che l’approssimazione intellettuale e ideologica demodé della sinistra italiana porta a effetti di sostituzione etnica ed imprenditoriale, verso il paradosso del fraintendimento dell’intera storia (ed economia!) repubblicana e anche unitaria. Il consueto abuso delle pulcinellesche istituzioni italiane da parte di poteri esteri o globali forti(ssimi nel 3° millennio) ha gravato il PD di un potere inadeguato alle sue professionalità politiche e strutture, lasciando in fondo alla caricatura di Renzi la palma del miglior statista in un mondo di nani mancini. Che, come accade appunto a soggetti del genere, non avendo risorse umane idonee (gli intelligenti e i colti veri non ci possono stare, possono fingere, per un pò, ma poi o abdicano a intelligenza e cultura o se ne vanno, magari fiancheggiando, come minimo danno e massima resa, vedi Cacciari…) sono costretti a usare la forza. Quale? Quella di un emblema del populismo venduto (Conte) che a botte di DPCM e di organismi governativi paralleli (le centinaia di “saggi”, che dovrebbero surrogare extra-democraticamente un Governo di asini) che fa pendant con il più grande orrore anti-democratico: l’abuso dell’organizzazione autonoma a tecnica dello Stato repubblicano ai fini politici di parte, il cosiddetto Deep-State. E giù, con storture giudiziarie (Palamara e “i suoi” eletti, anche a Procure importanti con addosso processi storici contro la sinistra e il PD quali Aemilia – oltre 1100 anni di carcere richiesti per aver fatto passare la ndrangheta nella società della capitale politica di Nilde Iotti, Dossetti e Prodi, Reggio Emilia – e Bibbiano – un’intera struttura pubblica in area PD indagata per tratta di bambini) e di ogni altro tipo, capillarmente protratte con l’adorazione del dio denaro (una volta feticcio della destra…) fino al livello più locale.
Per non parlare della droga psichedelica grilliana e dei suoi catastrofici effetti sopra il personale politico, poveri ignoranti che hanno imparato subito il peggio, cioè a raccontar balle come quel cinico, disgraziato e invidioso del loro guru Beppe e i deliri telematici di 2 generazioni di Casaleggio.

Insomma, poveretta questa Repubblica Italiana, in mano a forze politiche malate, vendute o prostitute.
Altroché semplice e seria democrazia, come dimostrano gli Stati occidentali, ove popoli orgogliosi si alzano la mattina con la stessa paura del virus, ma anche con ben altra fiducia nello Stato.

Qui finisce che, se non si risanano le nostre forze politiche e non si formano *in breve* in Italia 2 partiti seri e occidentali di destra e sinistra, dovremo dire addio alla nostra Repubblica e al suo Stato che, malgrado i debiti, varrebbe almeno 300000 €. a famiglia di patrimonio e circa 60000 €. all’anno di valore reddituale.
Per andare in extremis a votare poi qualcosa che suona come “i buoni partiti di altri popoli”.
E, prima di guadagnarsi lo status di “civis romanus”, dopo l’invasione, passerà di sicuro un bel pò di tempo.
E, intanto, magari proprio a 700 anni dalla morte di Dante, si riattualizzerà la sua triste ma quanto mai (quanto, mai!) appropriata e colorita definizione per l’Italia, una volta nazione seria, poi repubblicana, poi democratica, non più “donna di province”… ma donna di BORDELLO.
Donne e uomini italiani, di destra e di sinistra, vi piace? Non credo. Allora, SVEGLIA, se non è già coma irreversibile.