Vi presentiamo il Direttore d’Orchestra Leonardo Sini


Il direttore d’orchestra italiano Leonardo Sini ha guadagnato l’attenzione internazionale dopo aver vinto il Primo Premio al prestigioso Concorso Internazionale di Direzione d’Orchestra Maestro Solti nel dicembre 2017.
Il 10 settembre scorso ha aperto la stagione sinfonica del Teatro “Carlo Felice” di Genova con alcuni brani ottimamente eseguiti dall’orchestra del teatro.

Sini negli ultimi anni ha lavorato con molte orchestre e teatri d’opera in Europa sia come direttore che come assistente alla direzione, inclusa l’Orchestra Filarmonica dei Paesi Bassi, Residentie Orkest, Noord Nederlands Orkest, Orkest van het Oosten, Volksoper Theatre (Vienna), Opera North (Leeds), Teatro Petruzzelli (Bari), Het Ballet Orkest, Ulster Orchestra, Philharmonie Zuidnederland, Orchestra of the Eighenth Century, Nieuw Ensemble, Bochumer Symphoniker tra gli altri.

Fortemente appassionato di opera lirica, ha debuttato nell’opera nel 2017 dirigendo una produzione de La Bohème di G. Puccinial Bredeweg Festival di Amsterdam con la Netherlands Philharmonic Orchestra e il Dutch National Opera Chorus.

A dicembre 2017 ha vinto il Primo Premio al prestigioso Concorso Internazionale di Direzione d’Orchestra Maestro Solti. Durante i vari round ha diretto l’Orchestra dell’Opera di Stato Ungherese, l’Orchestra Filarmonica di Győri e l’Orchestra Filarmonica di Pannon, con la quale si è esibito nel Concerto di Gala finale al Kodály Center.

I momenti salienti della stagione 2018/19 includono il suo debutto con l’Opera di Stato ungherese a Budapest dirigendo Le Villi e Messa di Gloria di Puccini, concerti in abbonamento con orchestre tra cui la Pannon Philharmonic Orchestra, Netherlands Symphony Orchestra, Teatro Petruzzelli Orchestra, Ente Concerti “M. de Carolis” Orchestra, Hungarian Symphony Orchestra e Szolnok Symphony Orchestra.

Nella stagione 2019/20 debutterà al Maggio Musicale Fiorentino di Firenze dirigendo La Traviata di G. Verdi, al Teatro Carlo Felice di Genova dirigendo La Bohème, al Circuito dell’Opera Lombardia dirigendo tra gli altri La Sonnambula di Bellini.
Ulteriori impegni come direttore ospite della prossima stagione includono esibizioni con la Savaria Symphony Orchestra, l’Alba Regia Symphony Orchestra, la Filharmonia Hungary, tra gli altri.

Nato a Sassari (Italia) nel 1990, Leonardo ha iniziato gli studi musicali presso il Conservatorio di Musica “L. Canepa” studiando tromba. Successivamente ha proseguito gli studi presso la Royal Academy of Music di Londra dove ha conseguito il Master nel 2013.
A Londra ha iniziato a studiare direzione d’orchestra con Sian Edwards e ha collaborato con diverse orchestre tra cui la Southbank Sinfonia con cui si è esibito presso la prestigiosa Royal Festival Hall.

Nel 2015 si è trasferito in Olanda dove ha studiato direzione d’orchestra con Jac van Steen, Ed Spanjaard e Kenneth Montgomery nel National Master of Orchestral Conducting, programma esclusivo del Royal Conservatoire of The Hague e del Conservatorium van Amsterdam, conseguendo il Master in 2017.

Durante gli studi ha inoltre partecipato a numerose masterclass di direzione collaborando con molti importanti direttori tra cui Daniele Gatti, Marc Albrecht, Harry Christopher e Gianluigi Gelmetti, con i quali ha studiato all’Accademia Musicale Chigiana di Siena.

Ricordiamo che questo è il Suo debutto nella Stagione Sinfonica, aveva già diretto a Genova la Boheme nella scorsa stagione e le Creature di Prometeo di Beethoven a Nervi.

L’Orchestra del Teatro è stata di ottimo splendore nell’eseguire:
ouverture – Le rovine di Atene op.113
ouverture – Per l’onomastico op. 115
ouverture – Re Stefano op. 117
Sinfonia n° 1 op. 21

Poco, purtroppo, il pubblico, che speriamo aumenti con i prossimi meravigliosi concerti del 15 e 18 settembre diretti da Leonardo Sini e Donato Renzetti.

Qui di seguito qualche nota biografica sui brani eseguiti:

Le rovine di Atene ( Die Ruinen von Athen ), Opus 113, è un insieme di musica di scena scritta nel 1811 da Ludwig van Beethoven . La musica è stata scritta per accompagnare il gioco con lo stesso nome da August von Kotzebue , per la dedicazione di un nuovo teatro a Pest .

Una seconda ouverture fu scritta nel 1822 per lo stesso gioco. E ‘stato composto appositamente per la riapertura di Vienna ‘s Theater in der Josefstadt nel 1822. La seconda ouverture è ora conosciuto come La consacrazione della casa .

Forse la musica più noto da Le rovine di Atene è la Marcia Turca, un tema che anche molti che non sono avidi ascoltatori di musica classica hanno familiarità con. L’ouverture e la Marcia turca sono spesso eseguiti separatamente, e gli altri pezzi di questo set spesso non sono ascoltati. Un’altra delle composizioni di Beethoven, sei variazioni su un tema originale, op. 76 , utilizza la Marcia Turca come tema.

La musica per Le rovine di Atene, è stato rielaborato nel 1924 da Richard Strauss e Hugo von Hofmannsthal .

La Zur Namensfeier Ouverture op. 115 (così chiamata dalla nota preposta da Beethoven alla partitura autografa, da cui risulta che la composizione fu ultimata «nel mese di vendemmia del 1814, la sera dell’onomastico del nostro Imperatore», ossia il 4 ottobre, festa di San Francesco) è uno dei primi esempi di Ouverture da concerto, un «genere» fiorito agli inizi del secolo XIX, come conseguenza dell’evoluzione dell’«accademia», da aristocratico trattamento musicale dell’ancìen regime a carattere eminentemente cameristico (anche se in esso venivano eseguiti i Concerti per pianoforte di Mozart e le Sinfonie di Haydn) a manifestazione pubblica di natura spettacolare e di massiccia e composita costituzione (la serata, della durata di varie ore, poteva comprendere un paio di Sinfonie, un concerto per strumento solista e orchestra, un oratorio o una cantata, il tutto preceduto da un’introduzione sinfonica composta ad hoc e concluso da un’improvvisazione dell’autore al pianoforte: pantagruelica imbandigione musicale, oggi difficile da smaltire). «Per concerto e per ogni altra circostanza» fu, appunto composta la brillante pagina sinfonica di cui ci stiamo occupando, eseguita per la prima volta il giorno di Natale del 1815 insieme con il Cristo sul Monte degli Ulivi e la Cantata goethiana Meeresstille und glückliche Fahrt (Calma di mare e viaggio felice), op. 112. L’Ouverture, in do maggiore, si compone di una pomposa introduzione che anticipa, ma con maggior concisione, gli accenti solenni e festivi della maggiore sorella op. 124 («Per l’inaugurazione del Teatro»), e di un vivacissimo «Allegro» nel ritmo di sei ottavi, che le procurerà il secondo nomignolo di «Ouverture della caccia». Ogni elemento troppo soggettivamente espressivo vi è accuratamente evitato per un tono medio alquanto neutro, «formale» e cerimonioso: buono, appunto, per «qualsiasi circostanza».

Re Stefano , op. 117 ( König Stephan ) è un’opera commemorativa composto da Ludwig van Beethoven nel 1811. Esso comprende un ouverture in mi bemolle maggiore e nove numeri vocali. Solo l’ouverture di solito è giocato oggi. Il titolo si riferisce al re Stefano I , fondatore del Regno d’Ungheria nell’anno 1000.

Nel 1808 l’imperatore Francesco I d’Austria ha commissionato la costruzione di un grande teatro di Budapest , per alleviare i sentimenti nazionalisti incipienti in Ungheria e per celebrare la fedeltà d’Ungheria alla monarchia austriaca degli Asburgo. Al momento dell’inaugurazione di questo teatro nel 1811, Beethoven è stato incaricato di mettere la musica due testi commemorativi scritti da August von Kotzebue : König Stephan (Re Stefano) e Die Ruinen von Athen (Le rovine di Atene).

Ludwig van Beethoven (Bonn 1770 – Vienna 1827)
Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21
Adagio molto, Allegro con brio / Andante cantabile con moto / Minuetto /Adagio, Allegro molto e vivace
Durata: 27’ca
Composta tra il 1799 e gli inizi del 1800 quando Beethoven era ormai sulla soglia dei trent’anni, la Sinfonia n. 1 in do maggiore si pone come un magnifico ponte tra la produzione di Haydn e Mozart, da una parte, e i successivi lavori del compositore di Bonn dall’altra. Grande sinfonista, Beethoven si accostò relativamente tardi a questa forma consapevole della difficoltà di introdurre novità in un genere nel quale era molto forte il peso della tradizione, rappresentata da Haydn che nel 1795 aveva presentato al pubblico inglese le sue due ultime sinfonie londinesi, la n. 103 col rullo di timpani e la n. 104 London. Tra il 1794 e il 1795 anche Beethoven aveva progettato di scrivere una sinfonia, ma, dopo aver lavorato ad un abbozzo alquanto frammentario di un primo movimento nella tonalità di do minore, decise di interrompere il lavoro per completare altre composizioni, riprendendolo appunto nel 1799. La Sinfonia fu eseguita per la prima volta, sotto la direzione del compositore, il 2 aprile 1800 all’Hofburgtheater di Vienna in un’Accademia a beneficio di Beethoven che vendette personalmente i biglietti nella sua residenza dopo aver messo un regolare annuncio sulla «Wiener Zeitung» il 26 marzo 1800 che recitava: “La Imperial Regia Direzione ha concesso il beneficio di un’Accademia nell’Imperial Regio Teatro di Corte al sig. van Beethoven. Questi rende noto allo spettabile pubblico che l’accademia è fissata per il 2 aprile. Palchi e posti riservati si possono ottenere i giorni 1 e 2 aprile presso il sig. van Beethoven al n. 241, Tiefen Garten, terzo piano”.
In questa prima esecuzione, che giunse al termine di un concerto di circa cinque ore in cui furono eseguite altre composizioni, la Sinfonia fu accolta favorevolmente sia dal pubblico che dalla stampa, come si apprende dalla recensione pubblicata sull’«Allgemeine Musikalische Zeitung»: “Anche il Sig. Beethoven ha finalmente ottenuto il Teatro [l’ Hofburgtheater], ed è stata probabilmente l’Accademia più importante da lungo tempo a questa parte. Egli ha suonato un nuovo Concerto [molto probabilmente il Concerto n. 1 op. 15 per pianoforte] di sua composizione che comprende molte cose belle – soprattutto i primi due movimenti. Poi è stato eseguito un suo Settimino scritto con molto buon gusto e con sentimento. Indi ha improvvisato magistralmente [sull’Inno all’Imperatore di Haydn] e alla fine è stata eseguita una Sinfonia [la Sinfonia n. 1 op. 21 appunto] di sua composizione che ha rivelato molta arte, novità e ricchezza di idee”.

Sinfonia n.1 es 1:

Sinfonia n. 1 es 1

Questa Sinfonia, i cui elementi di novità convivono con altri legati alla tradizione, soprattutto nella parte introduttiva del primo movimento, Adagio molto, è innovativa nella struttura tonale nella quale si evidenzia una certa ambiguità ottenuta all’inizio con un’immediata, quanto transitoria, modulazione alla sottodominante prima (fa maggiore) e alla dominante dopo (sol maggiore). Nell’Allegro con brio, in forma-sonata, traspaiono alcune caratteristiche del personale linguaggio beethoveniano nel contrasto dei due temi, dei quali il primo (Es. 1) ricorda quello iniziale della Jupiter di Mozart, mentre il secondo (Es. 2) si distende in disegni melodici affidati all’oboe e al flauto, che dialogano tra di loro inaugurando quello “stile di conversazione” tipico della successiva produzione beethoveniana, ma giudicato innovativo dalla critica, come testimoniato dal rimprovero mosso al compositore dall’anonimo recensore dell’«Allgemeine Musikalische Zeitung» il quale aveva notato anche un uso eccessivo dei legni.

Sinfonia n. 1 es 2

Sinfonia n. 1 es 2

Lo sviluppo, piuttosto breve se posto a confronto con i lavori più maturi di Beethoven, è interamente giocato su elementi melodici tratti dal primo tema che viene scomposto in singoli incisi e rielaborato in senso contrappuntistico, mentre la ripresa è piuttosto tradizionale. Una breve coda, costruita sul primo tema, conclude il movimento.
Più tradizionale è il secondo movimento, Andante cantabile con moto, anch’esso in forma-sonata, nel quale emerge, dalla voce dei secondi violini che la espongono inizialmente, come tema principale, una melodia gentile e aggraziata. Questa melodia informa l’intero movimento e soprattutto gli altri due temi, dei quali il primo, di carattere modulante, ripropone l’elegante gesto iniziale, mentre il secondo appare più risoluto nell’uso dei ritmi puntati.
Estremamente innovativo è, invece, il terzo movimento che, pur conservando il tradizionale titolo di Minuetto, è scritto in un andamento Allegro molto e vivace che lo allontana dalle corrispondenti pagine salottiere di Haydn e Mozart avvicinandolo alla sua forma più evoluta, lo Scherzo, che sarà adottato da Beethoven già dalla Seconda sinfonia. Al brillante tema del Minuetto si contrappone quello del Trio di carattere armonico nella parte dei fiati a cui rispondono gli archi con rapidi disegni di crome.
Il quarto movimento, aperto da una breve e insolita introduzione, Adagio, inesistente nei finali delle sinfonie di Haydn o di Mozart, si snoda in un brillante Allegro molto e vivace in forma di rondò-sonata, il cui primo tema è tratto dall’abbozzo della sinfonia progettata nel 1795. Brillante ed elegante è anche il secondo tema, mentre lo sviluppo presenta una notevole elaborazione contrappuntistica.