“Immuni”, storia d’un flop annunciato


Immuni, ossia l’app che il governo ha acquistato dalla Bending Spoons & Jakala, una azienda specializzata in software, sembra destinata a un flop colossale.

Molti, troppi i dubbi sulla sicurezza e sulla sua reale utilità.

A premere sul Governo è nientemeno che Il commissario straordinario Domenico Arcuri che, con un’ordinanza, ha autorizzato la “stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons Spa”.

Tuttavia, nonostante le rassicurazioni di Arcuri, anche i servizi segreti, in particolare il Copasir (il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) sono dubbiosi che non si produrranno falle nella sicurezza del software e di chi gestirà i dati della gente paventando, addirittura, possibili conseguenze negative sulla sicurezza nazionale.

Hai voglia a rassicurare, ma quante volte i computer e di banche e enti istituzionali sono Stati hackerati nonostante le più ampie garanzie di inviolabilità?

Se a questo si aggiunge che non si conosce neppure cosa accadrebbe se un virus si impadronisse dell’app scaricata sul telefonino e rendesse disponibili, ad esempio, i dati di accesso ai conti correnti e delle carte di credito di chi, e sono sicuramente tanti, usa gli smartphone non solo per telefonare ma anche come terminale bancario per le transazioni.

Già questo avrebbe dovuto indurre Arcuri, e a chi gli ha dato tutto questo potere, a più di una riflessione e non al precipitoso affidamento dell’incarico.

Ma se ci si affida a uomini “forti”, c’è modo di dialogare?

Se le perplessità sul piano della sicurezza non mancano ci sono, poi, ben altri motivi per temere che la cosa, sia pure concepita con le migliori intenzioni, diventi un vero e proprio boomerang per cui persone sanissime, e le rispettive famiglie, potrebbero trovarsi assoggettate ad ulteriori quarantene.

E già, perché allo stato la legge impone che chi abbia avuto stretti contatti con soggetti positivi sia obbligato alla quarantena precauzionale.

Non si può, inoltre, disconoscere che Orwell nel suo libro distonico “1984” aveva preconizzato una società controllata ventiquattro ore su ventiquattro da un sistema centralizzato denominato “Grande fratello”.
Insomma, sul piano etico, con “Immuni” non saremmo poi tanto distanti da quella società illiberale partorita dalla fantasia di Orwell.

Sarà per tutti questi motivi che già in altre parti della terra (NDR: ad es. a Singapore) queste app siano state un sonante flop.

Ma ad Arcuri che importa?

Se poi si aggiunge anche che coralmente gli esperti sostengono che per avere un reale riscontro dei dati almeno il 60% della popolazione dovrebbe scaricarla, quando neppure app popolarissime come Facebook o Whatsapp hanno tale diffusione, si comprende chiaramente come anche in Italia “Immuni” avrà lo stesso sapore che ebbe la cablatura in fibra ottica delle nostre città degli anni ‘90: un sipuccesso solo per la ditta che ha avuto tanto generosamente, da parte di Arcuri, la commessa.