Calcio – Napoli: dov’è finita l’anima di questa squadra?


Settimana da dimenticare per la squadra di Ancelotti.

A cominciare dalla gara di domenica 27 ottobre a Ferrara contro la Spal, finita con un pareggio di misura che sapeva di sconfitta, passando per la partita di mercoledì al San Paolo contro l’Atalanta, conclusasi allo stesso modo con un pareggio, 2 a 2, ricco di polemiche alimentate dalla direzione non esemplare dell’arbitro Giacomelli, per finire con il match perso ieri pomeriggio all’Olimpico contro la Roma.

In perfetto tema Halloween possiamo dire che il Napoli ha vissuto la sua settimana dell’orrore, e speriamo finisca qui!

Ma torniamo per un attimo al discusso episodio che ha avuto protagonista, in negativo, il direttore di gara Giacomelli da Trieste. Questi, sul 2 a 1 per i padroni di casa, non fischia un intervento in piena area di rigore Atalantina. Kjaer, spalle al pallone, interviene a placcare Llorente che, per effetto del fallo, rovina in terra, e successivamente, sullo sviluppo della stessa azione non interrotta, l’Atalanta con Ilicic pareggia.

Per eccesso di protagonismo, l’arbitro preferisce negare in maniera plateale un rigore alla squadra di casa, alimentando confusione e rimostranze, causare per una decina di minuti la sospensione della partita, nella quale dispensa ammonizioni ed addirittura espelle il tecnico azzurro per proteste, invece di sciogliere ogni dubbio con il ricorso al VAR. Comportamento parimenti censurabile è anche quello di colui che, seduto dinanzi al monitor, decide di non intervenire a segnalare l’errore (Banti n.d.r.). Se è stata introdotta la tecnologia della VAR, Video Assistant Referee, proprio per stroncare gli errori arbitrali ed assicurare chiarezza e trasparenza, allora che si utilizzi!

Magari, dopo aver rivisto l’azione, Giacomelli avrebbe ugualmente confermato il suo primo giudizio, ma avrebbe spazzato via ogni dubbio di possibile mala fede.

È chiaro che gli effetti dell’ingiustizia subita si sono fatti sentire sulla prestazione dei giocatori partenopei nella partita contro la Roma. Ma mentre ci si aspettava di vedere 11 furie schierate in campo, arrabbiate e pronte a fare sfaceli, l’esordio in panchina di Davide Ancelotti, per la squalifica del papà Carlo, non è stato dei migliori. Poca la cattiveria, poche le energie e purtroppo la mente ancora fortemente condizionata dai fatti di mercoledì non ha consentito, ad Insigne e compagni di esprimersi al 100%.

Come già visto in questo campionato, il Napoli regala minuti e palle agli avversari, fa fatica e non tiene il ritmo, ne approfitta Zaniolo che segna al 19’. La fase difensiva è senza dubbio da rettificare con i centrocampisti che non assicurano la dovuta copertura.

Gli azzurri si svegliano e macinano più di un’occasione non aiutati però dalla fortuna. In pochi secondi infatti la coppia polacca, Milik e Zielinski, colpisce traversa e palo. Se nulla può un’intensa sessione di allenamento si potrebbe sempre provare con un miracoloso pellegrinaggio a Pompei!

Nella ripresa i capitolini raddoppiano con un penalty di Veretout. Nel finale al 72’ Arkadiusz accorcia le distanze ma non basta a smuovere il Napoli dai 18 punti che lo fanno scivolare dalla zona Champions.

È evidente che se non si riconosce che esiste un problema non si avrà la possibilità di porvi rimedio.

Di questa partita vanno salvati la continuità realizzativa di Milik, la prestazione di Meret che al 26’ si supera parando un calcio di rigore a Kolarov sull’1 a 0 per la Roma, consentendo al Napoli di rimanere momentaneamente in partita, e la sospensione di Rocchi della gara al 68’ per due minuti a seguito dei cori di discriminazione territoriale contro la città di Napoli ed i napoletani, che questa volta sono stati percepiti anche dagli addetti ai lavori.