Un altro pezzo di Napoli se ne va


“Professo’ comm o’ vedete chistu Napoli?
E il Professor Bellavista, ingegnere ma soprattutto filosofo, ci avrebbe risposto citando il sofista Protagora di Abdera. Avrebbe fatto riferimento al concetto del relativismo dove l’uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono e di quelle che non sono. Teorizzando sull’inesistenza di verità assolute ed affermando la sussistenza solo di valide opinioni, che variano a seconda degli individui, il Professore avrebbe concluso che hanno ragione un po’ tutti: quelli che richiedono l’acquisto di giocatori importanti, forti, ma anche coloro che ritengono i campioni già presenti nella rosa. Insomma, carissimo Professore ci mancherai, mancherà tantissimo la tua ironia, la tua cultura, il tuo sorriso, la tua pacata ma schietta dialettica. Luciano De Crescenzo, scrittore, regista, sceneggiatore e tanto altro, scomparso a 90 anni, ha amato tanto Napoli da partenopeo autentico e nel giorno dell’ultimo saluto alla sua città, questa lo ha ricambiato abbracciandolo con affetto sincero. In una Basilica di Santa Chiara gremita, si sono ritrovati ieri mattina la figlia Paola, le istituzioni locali, gli amici di sempre, fra cui Renzo Arbore e Marisa Laurito, gli attori dei suoi celeberrimi film e poi tanta gente ad omaggiare chi, con grande intelligenza e gentilezza, ha saputo rappresentare una pagina straordinaria di Napoli.
Con un fragoroso applauso è stata accolta la proposta del Comune di ricordare il Professore, ingegnere-filosofo, intitolandogli una strada, in particolare trattasi del Vico Belledonne a Chiaia, stradina del salotto buono della città.
Dopo i funerali la salma è giunta in Costiera Amalfitana, a Furore per essere tumulata.
Addio Professo’, fate buon viaggio.