83 anni fa nasceva la mitica “Topolino”


Era il 15 giugno del 1936 e dagli stabilimenti FIAT uscivano le prime “Topolino”.
Così era stata familiarmente ribattezzata la Fiat 500 A “a balestra corta”, per via dell’aspetto del muso anteriore che ricordava un piccolo roditore e per via di una nota striscia cartoon d’oltreoceano che anche in Italia si era in qualche modo fatta conoscere.
Nel 1930 Benito Mussolini aveva convocato il senatore Giovanni Agnelli per informarlo della “inderogabile necessità” di motorizzare gli italiani con una vettura economica, che non superasse il costo di 5.000 lire.
C’era la necessità di motorizzare l’Italia e la vetturetta richiesta dal regime doveva costare meno d’un anno di stipendio d’operaio perché molti se la potessero permettere.
La Fiat si rivolse a Lardone, un giovane e promettente progettista, che riuscì a realizzare un prototipo con motore avanti e, addirittura, compatibile con la trazione anteriore che però si incendiò per una banale fuoriuscita di carburante.
Agnelli, impressionato negativamente da questo incidente di percorso, licenziò Lardone e fu necessario un nuovo intervento del Duce per compulsare la Fiat perché riprendesse lo sviluppo del progetto.
Il prototipo definitivo, ridisegnato sulla base della “Balilla”, fu sdoganato solo ad ottobre del 1934 e raggiunse su strada la ragguardevole velocità di 82km/h ma ci vollero ancora quasi due anni perché il modello fosse effettivamente avviato alla produzione di serie.
Lunga 3215mm, larga 1275 mm, con massa a vuoto di 535kg e con un semplice motore di 569cc che erogava 13CV, la vetturetta poteva ospitare 2 persone e, alla fine, fu messa in vendita al pubblico a 8.900 lire. Nonostante non centrasse lo stringente requisito economico indicato dal Duce, ebbe un buon successo commerciale vendendo, tra il 1936 e il 1948, oltre 120.000 esemplari (anche in versione “convertibile”, ossia con la capote, e in versione da lavoro ossia furgonata).
Fu la prima vettura Fiat priva di strutture in legno a sorreggere la carrozzeria. La lamiera stampata è ripiegata su se stessa e crea una struttura di supporto durevole nel tempo.
Anche all’estero la piccola utilitaria ebbe numerosi estimatori e, tra questi, il Führer Adolf Hitler che ordinò alla Porsche che fosse realizzato qualcosa di analogo per il popolo tedesco. Nacque così la Volkswagen (letteralmente l’auto del popolo) “Maggiolino”.
A partire dal 1949 fecero seguito la Fiat 500 B e la Fiat 500 C ma si era già negli anni del dopoguerra e gli italiani volevano automobili più grandi sull’onda di quella esterofilia americana che i vincitori del secondo conflitto mondiale stavano imponendo al popolo italiano.
Oggi la Topolino è oggetto di culto da parte di fortunati possessori e, a distanza di 83 anni esatti dalla sua prima commercializzazione, la ricorrenza del genetliaco della piccola vettura italiana sarà celebrata dal 15 al 19 giugno al Lingotto di Torino con un raduno commemorativo organizzato dal Comitato “Ling80” il cui presidente ha detto: “La Topolino ha unito gli italiani di un tempo nel realizzare il sogno di possedere l’automobile. Questo non è un nostalgico sguardo al passato ma una festa nel presente con lo sguardo al futuro per celebrare questa testimonianza di tecnica e design italiano”.