Le cattedrali della Vergine


Le cattedrali gotiche sono dei veri e propri libri di pietra, per tramandare straordinarie conoscenze che solo poche persone iniziate a simboli ed a codici particolari, avrebbero potuto comprendere. La loro grandiosità, l’imponenza e tutta una serie di misteri non risolti hanno fatto diffondere attorno alle cattedrali gotiche numerose leggende legate a figure ed oggetti leggendari della storia del Cristianesimo, dai Cavalieri Templari al Santo Graal. Stando a una legenda, si ritiene che i Templari avessero rinvenuto sotto le rovine del Tempio di Salomone a Gerusalemme documenti relativi alle “Leggi divine dei numeri, dei pesi e delle misure” e li avrebbero forniti ai costruttori di cattedrali. Furono costruite improvvisamente in Europa, intorno al 1128 (cattedrale di Sens), proprio dopo il ritorno dei Cavalieri Templari dalla Terrasanta, con una maestria costruttiva tecnica e architettonica completamente diversa dalle precedenti chiese romaniche. Una dopo l’altra, sorsero le cattedrali di Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di Bayeux, di Parigi, fino ad arrivare al trionfo della cattedrale di Chartres. I piani di costruzione e tutti progetti originali di esecuzione di queste cattedrali non sono mai stati trovati. Le opere murarie erano fatte con una maestria eccezionale. Inoltre sono tutte orientate allo stesso modo: con l’abside rivolto verso est (allegoria che rappresenta la luce nascente, in modo che il fedele, entrando nell’edificio sacro cammini verso l’Oriente ovvero verso la Palestina, luogo di nascita del Cristianesimo). Esse sono quasi tutte dedicate a Nôtre Dame, cioè alla Vergine Maria, e tra poco vedremo come, unendole tra loro con una linea spezzata, si ottenga un risultato strabiliante.
Molte di esse vennero costruite su luoghi già considerati sacri al culto unitario più diffuso prima del Cristianesimo, il culto della Dea, o della Grande Madre, spesso identificata con Iside o con Mitra. E’ da sottolineare la relazione tra le statue di Iside, la divinità egizia corrispondente alla dea greca della Terra, Gea, che venivano custodite nei sotterranei dei templi egizi, e le ‘Vergini Nere’, statue o bassorilievi, che raffigurano appunto la vergine Maria, con la particolarità della carnagione scura, anch’esse collegate al culto della Terra, diffuso in tutta l’Europa. La stessa Madonna sarebbe la cristianizzazione di questa figura troppo radicata nell’immaginario popolare da poter essere estirpata del tutto. Per questo, i costruttori delle cattedrali gotiche, che anche in altri particolari (ad esempio quello di erigere le cattedrali sui luoghi sacri alla Grande Madre) si erano dimostrati legati a tale culto, avrebbero colorato in modo diverso il volto della Vergine cristiana, affinché coloro che “sapevano” avrebbero facilmente compreso di chi si trattasse realmente. Infatti ciascuna cattedrale sarebbe dotata di una cripta (in molti casi mai scoperta) in cui secondo alcune tradizioni sarebbero nascosti degli oggetti sacri molto importanti. Una antica cronaca riferisce che a Chartres in età precristiana esisteva un tempio consacrato dai druidi celti ad una vergine che lì avrebbe partorito. Sembra che in quel tempio fosse custodita una statua venerata dalle popolazioni celtiche. Una statua di colore nero che ricordava la figura di Iside. E in Europa sono almeno 500 le raffigurazioni di Madonne Nere (famose quella di Loreto e quella di Oropa). Due di quelle madonne nere sono a Chartres.
Un altro dei simboli maggiormente presente nelle cattedrali è il labirinto che sta ad indicare la via che l’uomo deve percorrere per conseguire l’iniziazione. E’ anche detto ‘Cammino di Gerusalemme’ e rappresenta anche il cammino di fede: dall’esterno, seguendo un tortuoso percorso, si arriva al centro. Il labirinto della Cattedrale di Chartres ha un diametro di dodici metri e il percorso si snoda per duecento metri. I pellegrini dovevano percorrere in ginocchio il labirinto, sul pavimento del presbiterio, per andare al loro “centro”.
Ma oltre alla tecnica costruttiva assolutamente rivoluzionaria, quello che non si riesce a capire è il motivo per cui, in paesini di poche anime numericamente parlando, fosse sorta l’esigenza di edifici di culto così volumetricamente spropositati, in grado di accogliere centinaia di fedeli. Oltre a ciò, c’è chi ha fatto notare che sa quei tempi si pose necessariamente anche un problema di committenza e di fondi necessari alla costruzione di questi giganteschi monumenti. Chi le ha volute e perché? Chi le ha progettate e chi le ha finanziate, sono domande che a tutt’oggi non hanno una risposta esaustiva.
Il problema di cui si diventa consci è che siamo noi a non avere più gli strumenti, anzi le chiavi di decifrazione, di quelle conoscenze di cui, attraverso mezzi sempre più tecnologici, stiamo disperatamente tentando di riappropriarci. La nostra cultura non ha fatto fondamentalmente passi enormi nel progresso conoscitivo, sta solo affinando capacità e mezzi che ci permettano di capire, e di metterci in pari, con coloro che ci hanno preceduto, e che nella pietra hanno lasciato scritto il loro sapere. Stiamo, attraverso la tecnologia, cercando di colmare un gap conoscitivo.
L’elenco di tutte le cattedrali gotiche francesi è lungo. Sono più di trenta e sono quasi tutte dedicate a Nôtre-Dame (cioè la nostra signora, cioè Maria) e Saint-Étienne. Uno dei motivi per cui si chiamano “Cattedrali della Vergine” è ovviamente questo richiamo a “nostra signora” appunto perché intitolate ad una figura femminile; anche su questo punto ci sarebbe da parlare perché a quale figura femminile precisamente è tutto da vedere. Si è giocato moltissimo sul significato di Vergine come costellazione ed il concetto della Verginità della Madonna, la madre di Cristo, ma forse le cose sono un po’ più complicate di così.
Un gruppo di queste cattedrali obbedisce a un disegno sbalorditivo, di cui sfugge all’uomo contemporaneo l’abilità e la conoscenza dei committenti (chiunque essi fossero) nel delineare un ordine prestabilito e dei progettisti nel porre in atto tale disegno con precisione e maestria incredibili. Infatti la loro collocazione sulla superficie terrestre è esattamente la stessa delle stelle che in cielo formano la costellazione della Vergine; viene da pensare immediatamente ad Ermete Trismegisto ed alla sua Tavola Smeraldina nella quale si recita: “come è in altro così è in basso” seguendo le linee di una geografia sacra:  in cielo, quella della costellazione della vergine, in parallelo in terra, quella disegnata dalle cattedrali di Nôtre Dame.
La costellazione della Vergine è una della costellazioni più antiche e più importanti anche se è formata da poche stelle abbastanza brillanti, compare a est in marzo, culmina il 10 maggio e scompare in settembre verso occidente. La sua levata eliaca è fissata il 23 agosto, giorno in cui il segno zodiacale della Vergine. Da sempre la figura disegnata da queste stelle è quella di una donna alata che tiene nella mano sinistra una spiga di grano, la stella Spica appunto. Questa figura femminile governava il raccolto dell’orzo e del grano e a qualunque latitudine è possibile ritrovarla nelle culture agricole. L’espressione divina più alta era la Grande Madre, la Terra, il cui culto si è incarnato, a seconda delle epoche storiche, in Iside fino a Maria Maddalena. Come dicevamo poco fa quindi l’interesse per tale costellazione e i relativi edifici intitolati  a suo nome è probabile che non celebrassero tanto la Verginità di Maria ma la Madre Terra.
Così gli studiosi ritengono che abbiano fatto i costruttori, anche a giudicare dalle comparazioni astronomiche che per primo fece Charpentier. Risulta infatti evidente che tutte appartengono alla stessa “costellazione”, per giunta così come in cielo le stelle brillano definendo una figura isolata dallo spazio circostante ed esaltandosi nel buio che le circonda, così le cattedrali dedicate a Nôtre Dame spiccano quasi sproporzionate nel panorama del territorio francese. Se oggi appaiono maestose e leggibili a chilometri di distanza nonostante l’odierna edificazione cittadina, c’è da chiedersi quanto lo fossero ancor di più in un contesto urbanistico del XIII secolo,  più o meno come le piramidi nel deserto egiziano.
Ma esse sono luoghi di culto o templi iniziatici?
Una delle tante leggende sorte intorno alle Cattedrali Gotiche afferma che basterebbe trovare la pietra giusta, rimuoverla, e l’intera cattedrale si affloscerebbe come un castello di carte. C’è chi afferma che i loro costruttori fossero gli eredi spirituali di Hiram, il mitico architetto dell’antico Tempio di Gerusalemme, mentre sarebbero stati i Cavalieri Templari a indagare sugli antichi segreti ebraici nascosti nel sottosuolo di quel paese, a scoprire, in qualche nascondiglio sopravvissuto alla distruzione del Tempio, le “Leggi Divine dei Numeri, dei Pesi e delle Misure” che governano questo tipo di costruzioni.
Resta il fatto che le leggende sulle cattedrali iniziarono a fiorire fin dalla loro origine, e che questa stessa origine è ancora oggi avvolta nel mistero; questi edifici rappresentano uno dei tanti esempi di costruzioni, civiltà, e scuole di pensiero, sorte all’improvviso e senza alle spalle alcun entroterra culturale o architettonico che ne permetta una esatta collocazione nel tempo.

Intorno all’anno 1128, proprio in coincidenza con il ritorno dei Templari in terra di Francia, iniziano a sorgere le prime Cattedrali; esse non hanno nulla in comune con il precedente stile romanico, e gli uomini che vi lavorano appartengono a corporazioni dalle forti componenti esoteriche, quali i Compagnons e i Maçons; la maggior parte degli edifici viene costruita su luoghi che in precedenza avevano ospitato aree sacre, soprattutto in riferimento al culto della Grande Madre, oppure su quelle linee che in seguito verranno chiamate “Punti di forza” e che oggi conosciamo meglio con il nome di Ley Lines.
Altre teoria che vede come protagoniste proprio le Cattedrali Gotiche è quella che le accomuna a dei veri e propri “ricevitori”; esse, in base alla loro disposizione, riceverebbero la potenza solare dal cielo e quella lunare dalla terra, cioè dalle loro stesse viscere; d’altra parte il ricorrere alle simmetrie nella loro costruzione è riscontrabile in molti modi, basti pensare che i pozzi dei sotterranei hanno una profondità che corrisponde all’altezza della guglia più alta, cioè la esteriorizzazione della simmetria tra cielo e terra.
Facciamo un salto indietro nel tempo ed occupiamoci di quello che forse fu il primo della lunga serie di misteri che ancora oggi circondano le Cattedrali Gotiche. Siamo nel 1118: Bernardo di Chiaravalle (Bernard de Clarvaux) fa il suo ingresso a Chartres seguito da altri otto cavalieri; in quello stesso periodo già in dieci città della Francia si innalzano Cattedrali, Chartres sarà l’undicesima e su una collina già un tempo teatro di riti pagani e druidici si iniziano i lavori sotto la spinta dello stesso Bernardo. Undici Cattedrali dedicate a Notre Dame, tutte nella stessa zona e tutte volute da Bernardo di Chiaravalle. Il mistero sembra prendere le mosse proprio da qui: se proviamo infatti ad unire con una matita su una carta geografica, le varie città volute da Bernardo, constateremo che esse sono proprio disposte come la costellazione della Vergine. Bisogna però tenere conto che la costellazione della Vergine si specchia nelle cattedrali, quindi queste la rappresentano “ribaltata”: Virgo riflessa. L’immagine qui sotto chiarisce il concetto.
Riassumendo, abbiamo: Chartres, Evreux, Bayeux, Rouen, Amiens, Reims che sono riferite alle stelle più brillanti della Vergine. Altre cattedrali di Nôtre Dame corrispondono a stelle minori come Laon alla 1355, N.D de L’Epine alla 1348, Parigi per la 1336, Etampes (dove si trova L’eglise di N.D: du Fort) alla 1324, Abbeville per la 1351. La “coda della costellazione corrisponde alla Cattedrale di Le Mans originariamente dedicata anch’essa alla Vergine e poi rinominata a S. Giuliano.
Al di la di ogni esercizio esoterico rimane comunque vero e limpido come le cattedrali dedicate alla Vergine portino al pellegrino un messaggio unico e degno di essere raccolto, un cammino di umiltà potrebbe portare chi lo effettuerà ad innalzare il proprio spirito verso quel cielo al quale queste cattedrali tendono con tanta maestosità, potrebbe portare a sentire sotto i piedi quelle energie telluriche della Gran Madre convogliate dai loro profondi pozzi, potrebbe donare quell’equilibrio che è la comprensione del dono creativo della Gran Madre Terra e della Vergine Maria in Cielo.
Magari a completamento di ciò il pellegrino potrebbe poi recarsi a piedi lungo il cammino di Santiago.
A chi potrebbe opinare trattarsi di un altro viaggio rispondiamo portando all’attenzione l’Abbazia di San Michele ad Hildesheim, enumerata tra le città “Sante” della Germania che viene creata dal Vescovo S. Bernward dopo il suo pellegrinaggio a Monte S. Angelo sul Gargano nel 1022.
Abbiamo parlato la scorsa settimana della linea di San Michele. Vediamo ora cosa succede se congiungiamo l’Abbazia di Hildesheim con Santiago di Compostela.
La linea così ottenuta interseca la linea di San Michele proprio in corrispondenza della cattedrale di Le Mans, formando una croce.
Com’era possibile con le scarse conoscenze cartografiche del Medio Evo ottenere una tale precisione? Chi furono in realtà gli ideatori e i progettisti di questi disegni celesti?
Purtroppo l’uomo contemporaneo non è in grado – al momento – di dare risposte. Di certo possiamo dire che pensqare a una serie di coincidenze è decisamente un po’ troppo.
La scienza forse un giorno chiarirà il mistero. A noi rimane la fede a illuminare un cammino di speranza che, passando attraverso questi ancestrali crocevia porta, forse, a qualcosa più in alto della materia.