“Chiamami Iris”, la gemma narrativa di Vincenza Alfano, alla Pietrasanta di Napoli


Napoli venerdì 12 aprile – Nella cripta della Basilica napoletana di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta Vincenza Alfano (NDR: a sx nella foto grande) ha presentato e commentato il suo libro “Chiamami Iris” edito nel 2018 da L’Erudita.
Con la complicità della suggestiva atmosfera ipogea l’autrice ha letto e commentato, insieme alla giornalista Francesca Ghidini, alcuni passi del romanzo che, eminentemente, indaga il tema dell’amore nelle sue varie forme, andando da quello genitoriale naturale e poi adottivo, agli affetti amicali, dagli amori terreni tra uomo e donna, a quelli trascendenti verso la scrittura e mistici verso Dio.
Un’ambientazione semplice ed elegante allietata, di quando in quando, da brani del repertorio napoletano d’autore deliziosamente eseguiti da un duo voce e chitarra classica.
Strumento per queste riflessioni profonde della Alfano e personaggio principale del libro è Iris, una bambina strappata all’amore materno e poi da quello di una anziana zia che l’aveva adottata, quindi giovane ragazza affidata a un convento di trovatelle e infine, adulta e donna, nelle strette vesti di Suor Irene.
Attorno alla protagonista altre figure, quasi tutte femminili, come la zia, l’amica Marta, la Suora portinaia o come Padre Francesco, nei confronti del quale Suor Irene (anzi Iris, in quanto donna), nutre un impossibile amore terreno.
Il romanzo, ambientato tra la selvaggia e remota Scilla e la mistica quiete di un monastero partenopeo sito nel caos del popoloso cuore pulsante di Napoli, si dipana in luoghi davvero appartenuti al vissuto di Vincenza Alfano. L’autrice, infatti, è d’origine calabrese pur essendo napoletana verace. Il testo conduce il lettore in sensuale e rarefatto scorrere del tempo grazie al quale la protagonista, ma in fondo chi legge, compie una profonda introspezione personale. Complice una prosa elegante e mai ridondante, il libro scivola come seta da un capitolo all’altro, lungo le varie tappe della vita di Iris.
Un percorso esistenziale spesso doloroso, sospeso tra desideri impossibili e la sovente meno accattivante realtà, dilaniato tra le pulsioni del cuore, le ragioni della concretezza e gli obblighi degli stereotipi sociali.
Scelte di vita indotte se non addirittura imposte, di certo sempre subite e talvolta vissute come vere e proprie condanne in cui, inevitabilmente, tutti si possono riconoscere.