Il terrorista Cesare Battisti raggiunge Quota 100 e va in pensione


Cesare Battisti, la primula rossa italiana del terrorismo d’estrema sinistra, è stato catturato in America Latina (NDR: in Bolivia) e rispedito in Italia.
Merito dei nostri poliziotti che, incessantemente, lo hanno braccato in tutti questi anni di latitanza (NDR: sembra che sia stato individuato per via del cellulare), coperto in primis dalla Francia, che ancora aiuta numerosi altri terroristi italiani datisi alla macchia, e da alcuni paesi sud americani come il Brasile.
Ma l’avvento di Bolsonero alla guida dello Stato carioca, uomo indubbiamente di destra, ha mutato gli equilibri e Battisti ha perso d’improvviso lo sponsor politico che gli garantiva la sfacciata impunità concessa dai precedenti governi più a sinistra.
E proprio la sinistra, stavolta quella italiana, becera e ottusamente politicizzata (tra cui Vauro, Christian Raimo e Saviano), in passato lo aveva assolto addirittura firmando una petizione e sostenendo che il “buon” Cesare avrebbe avuto ben diritto alla grazia presidenziale. Una tesi che ancora oggi si azzarda a sostenerla adducendo anche ragioni sanitarie e umanitarie. Lo afferma Marco Ferrando, portavoce nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori, che evidentemente se ne frega delle tante vittime che il terrorismo ha causato ed ha commentato con rammarico la cattura in Bolivia del terrorista dei Pac, i Proletari Armati per il Comunismo, che invece deve scontare l’ergastolo.
Tanto si é detto sulle vicende di Battisti che non vale neppure la pena di ripetere, se non a grandi linee, la sua storia.
Nato a Cisterna di Latina il 18 dicembre 1954 é stato un terrorista italiano attivo durante gli anni di piombo. Evaso dal carcere di Frosinone nel 1981 dopo essere stato condannato a 12 anni in primo grado per banda armata, è stato condannato in seguito in contumacia per partecipazione a quattro omicidi. Ha ricevuto asilo fuori dei confini italiani come rifugiato politico protetto, per lo più, da nazioni con governi di sinistra, e ha svolto l’attività di scrittore di romanzi di genere noir.
Ha sinora scontato non più di sette anni di carcere e oggi, vecchio e stanco, forse anche annoiato della vita dorata di fuggiasco di lusso (NDR: la foto dell’articolo si riferisce al 2012, quando passeggiava tranquillo sorseggiando cocktail sulla famosa spiaggia di Rio), ritorna in Italia nella certezza di un pensionato d’oro, come solo le nostre prigioni possono offrire.
Del resto, qui riceverà le migliori cure mediche, potrà continuare a scrivere libri ed articoli, forse qualche Rettore ex sessantottino gli farà fare qualche lectio magistralis all’Universitá e (perché no?) forse potrà sperare davvero nella grazia presidenziale se il vento politico in Italia cambiasse nuovamente.
Dunque Battisti va in pensione e, del resto, avrà ben pensato di allinearsi alla nuova politica previdenziale italiana perché, facendosi i conti, tra i 65 anni di età anagrafica e gli oltre 35 anni di latitanza, ha certamente scoperto di aver raggiunto Quota 100.