Malus auto, ovvero come stangare i meno abbienti


Sia chiaro, l’ambiente va salvaguardato e le casse dell’erario rimpinguate.
Ma l’ipotesi del governo di istituire una ecotassa, ossia un malus sulla tassa di possesso delle auto più anziane (e quindi maggiormente inquinanti), sembra proprio colpire le fasce più deboli della popolazione. Quelle che non possono cambiare l’auto ogni due o tre anni, ma nemmeno ogni cinque o dieci, e sono costrette a utilizzare automobili più inquinanti rispetto ai costosi modelli nuovi. Quelle che, quando comprano una vettura, già la acquistano si seconda mano, ossia già in qualche modo meno rispetto se dell’ambiente, perché non possono permettersi di prenderla nuova.
E per un governo che intende istituire addirittura un reddito di cittadinanza, allora, che senso ha colpire proprio le fasce più deboli con un balzello del genere?
Che forse, se potessero, le tante famiglie che si trovano in prossimità della soglia di povertà non ambirebbero a potersi permettere di acquistare un’auto nuova?
E allora, siamo seri, i soldi per finanziare le pensioni quota 100 e il reddito di cittadinanza si devono trovare in altre direzioni.
In caso contrario significa che quanto il governo da con la mano destra alle fasce deboli della popolazione, poi riprende con la sinistra alle stesse persone.
Salvini se ne deve essere accorto perché, pare, che con un emendamento alla manovra il Carroccio punta a cancellare l’intero pacchetto di norme approvato alla Camera e ora dal M5S qualcuno sostiene che le utilitarie non saranno toccate.
Chissà ora che equilibrismo si inventeranno ma il sospetto che, comunque vada, la gente ci rimetterà qualcosa é forte. Del resto, a fronte di un trasporto pubblico cittadino farraginoso, il settore della mobilità privata é sempre stato in Italia una buona mucca da mungere e basti pensare alle accise sui carburanti, la tassa di circolazione che divenne “di possesso”, i premi assicurativi elevatissimi in alcune province anche per chi non fa mai incidenti.