Bye bye Europa


Mentre a Rai 3 raccontano che “in Italia c’è il fascismo” come nel ’22, in Francia è cominciata “The Purge”. Orde di giovani mascherati, nella notte di Halloween, hanno inscenato in una mezza dozzina di città immensi disordini, distruzioni: saccheggiato negozi, bruciato i cassonetti del’immondizia, infranto vetrine, distrutto bus urbani. A Parigi, due individui di cui uno portava come maschera la testa di maiale, hanno pestato un passante derubandolo del Rolex. Incendiate decine di veicoli. Hanno attaccato la polizia a sassate, bottiglie di acido e colpi del mortaio che serve a lanciare fuochi artificiali in assalti ben organizzati. E’ accaduto a Lione, a Metz, nell’Essonne, a Rennes, a Parigi, a Strasburgo, a Poitiers: e ciò simultaneamente. Un appello lanciato sui social giovanili invitava gli adolescenti ad emulare “the Purge”, un film americano che immagina una notte dove tutto è permesso, ammazzando gli agenti di polizia. L’autore del messaggio, un 19enne, è stato arrestato. La polizia dice di aver fatto almeno un centinaio di arresti: moltissimi minorenni, fra cui una ragazzina di 13 anni. Molti hanno ammesso di aver risposto all’appello per The Purge, e di averlo diffuso sul web. Colpisce la gratuità di questa violenza: i giovanissimi (molti, ma non solo, maghrebini) non hanno né danno alcuna motivazione, men che meno di tipo ideologico, né hanno voluto inscenare una qualche rivendicazione politica. “E’ guerriglia urbana con motivazioni da Arancia Meccanica”, dice Alexandre Devecchio, giornalista di Le Figaro. “E’ la prima volta che un appello alla violenza prende una dimensione nazionale”,notiamo qui l’emergere di una nuova e più generazione di barbari verticali, che la nostra società non ha civilizzato nemmeno minimamente. Macron è schiattato alla faccia sua, non è coincidenza priva di significato il fatto che Macron, si sia assentato con nonna Brigitte per una strana vacanza privatissima in Normandia durante il ponte di Ognissanti, per quattro giorni cosa mai avvenuta per un presidente, ma anche lui in fondo è un povero barbaro verticale, senza esperienza, carattere, né istruzione e cultura adeguata per il livello di potere a cui l’hanno elevato i globalist , presuntuoso e arrogante.Nonostante ciò, continua a ripetere che l’Europa si trova come negli anni ’30: assediata dai fascisti, il collasso sociale-culturale sta precedendo il collasso finanziario ed economico-commerciale, nel crollo dell’URSS degli anni 90, il marasma sociale e culturale è stato il fenomeno terminale di quel cambiamento, conseguenza di tutti i precedenti: quello finanziario, poi del commercio, poi della sfera politica, il fenomeno quindi non è naturale ma indotto da forze ancora non ben identificate .Finché una cultura si mantiene viva, una società può sempre essere rigenerata dopo un crollo quando le condizioni migliorino infatti la Russia sotto la guida di Putin ha trovato la strada per uscire dalla crisi postcomunista ma ciò si è reso possibile solo con un forte sentimento nazionale mai assopito nello spirito dei Russi. Quale persona sana di mente vorrebbe distruggere la cultura mentre si sforza di mantenere anzitutto la finanza?”. La risposta la dà Maurizio Blondet: “L’oligarchia, lo 0,01 % più ricco, con un reddito medio sui 30 milioni di dollari l’anno e un patrimonio netto superiore a 100 milioni. Una ricchezza di carta o meglio nelle memorie dei computer: è questa che la classe iniqua coi politici al suo servizio si sforza di mantenere ad ogni costo. Anche il costo della distruzione morale del popolo. Perché se la cultura e la società restano intatte, il resto dell’umanità, una volta che si renda conto che il sistema è truccato a suo danno in favore dello 0,01%, può organizzare una rivoluzione. Ma se la società e la cultura sono minate e distrutte prima, non avranno la coesione sociale e lo spirito pubblico necessario a questa impresa.Il capitalismo prospera coi vizi, non con le virtù. Altri hanno già notato che questo capitalismo terminale, post-68 e post-borghese, ha subito una metamorfosi fatale. Non è più il liberismo , dove gli egoismi perbene si presume concordino nel mantenere una società virtuosa e utilitaria in base al tornaconto di ciascuno . Impossibile non vedere che al contrario del capitalismo borghese di prima, perbenista, questo ultimo promuove attivamente il vizio, e con estrema determinazione: ha sdoganato e legalizzato l’aborto, la licenza sessuale, i “diritti dei sodomiti” legalizza il gioco d’azzardo e depenalizza la tossicodipendenza e infine mina la cultura di ogni società con l’immigrazione di massa di uomini culturalmente estranei ed ostili, distruggendone la coesione sociale che può rendere possibili le rivoluzioni. L’Unione Europea e i suoi mantenuti sono, apertamente, parte di questo progetto di distruzione morale. Ludivine Richecoeur, insegnante di lingue a Roma ed attivista politica, ha riportato in un suo tweet questo passo di un manuale di formazione per gli insegnanti di lingue estere: “Le sfide di Babele, insegnare le lingue nelle società complesse”, autore Paolo Balboni (da Maurizio Blondet):
“Via via che continuerà il collasso culturale, l’oscurità si abbatterà sulle popolazioni dei paesi guidati dagli oligarchi. Ma che possiamo fare? Se tutto quel che resta è assistere alla morte della luce, allora dovremo anche essere riconoscenti. Riconoscenti per le tenebre, perché nasconderanno gli orrori innominabili che avranno luogo allora. Una volta che questi orrori saranno trascorsi, noi saremo sempre riconoscenti per l’oblio misericordioso che è quel che avviene ai popoli che subiscono un collasso culturale. Sono dimenticati da tutti” (D.Orlov) .Si sente spesso ripetere “Europa delle Nazioni contro Europa dei burocrati”. E’davvero solo quella la nuova frontiera da perseguire? Che la burocrazia in quanto tale sia un freno a mano credo sia evidente a tutti, europeisti ed euroscettici. Il nodo è come avere davvero le stesse chanches senza che un player si erga a fagocitatore del destino di tutti gli altri. O quantomeno immaginare che anche altri possano emergere…Le regole valgono perché siamo una famiglia, ripeteva ieri Valdis Dombrovskis a proposito di parametri e impegni italiani. Ma comunque siamo in presenza di una famiglia dove soltanto uno pasteggia a caviale e champagne (anche grazie ad un surplus di bilancio costante) mentre gli altri fanno i conti con le proprie deficienze strutturali (come il debito pubblico italiano) e la corsa all’austerità che blocca la ripresa.E allora come uscirne?Una base di partenza sarà la strada che accompagnerà gli stati membri al rinnovo dell’europarlamento del prossimo maggio. Se programmi, proposte e visioni saranno più forti di slogan, fake e insulti allora si potrà lavorare per riformare davvero una macchina che va a due cilindri.Contrariamente, e con un sistema Commissione-Parlamento che presenta ancora la vergogna della doppia sede a Strasburgo (esosa e ingiustificata se non per il narcisismo di qualche burocrate transalpino), sarà buio pesto.Non solo sull’Ue in quanto tale ma su tutto il vecchio continente. Oggi l’Europa occidentale sta nella trappola della modernità e della post modernità, il progetto della modernizzazione liberale va verso la liberazione dell’individuo da tutti i vincoli con la società, con la tradizione spirituale, con la famiglia, con l’umanesimo stesso.Questo liberalismo libera l’individuo da ogni vincolo. Lo libera anche dal suo gender e un giorno anche dalla sua natura umana. Il senso della politica oggi è questo progetto di liberazione. I dirigenti europei non possono arrestare questo processo ma possono solamente continuare:
più immigrati, più femminismo, più società aperta, più gender, questa è la linea che non si discute per le élite europee. E non possono cambiare il corso ma più passa il tempo e più la gente si trova in disaccordo. La risposta è la reazione che cresce in Europa e che le élite vogliono fermare, demonizzandola. La forma di degradazione spirituale dell’Europa è cominciata con il modernismo,la perdita dell’identità cristiana, ma è arrivato al culmine negli anni Novanta, quando tutte le istituzioni vennero plasmate dal liberismo di destra in economia e dal liberalismo di sinistra nella cultura. Si arriverà presto al momento finale, dopo ci sarà il caos, la guerra civile, la distruzione. Si parla tanto della crisi economica, ne siamo assorbiti fino alla più remota cellula del nostro corpo, ma, in questa rocambolesca situazione finanziaria, mi guardo intorno e scopro che non è solo quello il baratro, in cui siamo precipitati.Un’altra crisi, ben più radicata e difficile da estirpare, riguarda i valori fondamentali dell’uomo, che sembrano essersi dissolti nel nulla.Ci siamo dentro, la viviamo e la subiamo.Il dilagare di episodi raccapriccianti, il verificarsi di situazioni contrarie alla morale e alla natura stessa dell’uomo, sono cronaca di tutti i giorni e noi, nostro malgrado, abbiamo imparato a conviverci.Sembrano essere scomparsi quei “freni comportamentali” che rendevano l’individuo capace di emarginare il “male”, privilegiando etica, rispetto, educazione e buon senso.Viviamo immersi in una realtà che vede allargarsi a macchia d’olio abominevoli reati, consumati sia sulla strada, che entro le mura domestiche, fino ad arrivare a quelli legati alla pedofilia o, addirittura, alla pedo-pornografia.Legalizziamo pseudo-matrimoni tra individui dello stesso sesso, che, in quella realtà, vantano persino il diritto di crescere dei bambini.La famiglia, quella vera, subisce continue lacerazioni e si dà vita a nuove “convivenze”, dove i figli vedono sovrapporsi figure maschili o femminili, che vanno a destabilizzare il loro equilibrio, creando confusione di ruoli e precari punti di riferimento.Anche la religione che, con i suoi codici morali, ha sempre promulgato i valori della persona, sembra aver perso il suo ruolo ed indebolito il suo potere.Rifletto e mi chiedo da dove abbia avuto origine questo sfacelo.Ripensando agli ultimi decenni del secolo scorso, mi sembra che il vero cambiamento sia iniziato dopo gli anni ’60 e precisamente da quando il famoso ‘68 ha cominciato ad “urlare” la sua ideologia, dando origine ad una vera e propria rivoluzione sociale.Movimento nato con intenti politici (rifiuto del potere, uguaglianza tra le classi sociali, ecc., ecc.), ma che, nella realtà, si è concretizzato come un cambio totale di valori e costumi.”Proibito proibire”, era uno degli slogan più in voga.Totale rifiuto delle regole, di qualsiasi natura, da quelle sociali a quelle della famiglia.L’autorità genitoriale non era più accettata dai giovani, nè tanto meno quella imposta dalla scuola o dalla società.L’uomo doveva essere libero da qualsiasi oppressione, in nome del “tutto consentito”.L’imperativo era quello di combattere ogni imposizione e sovvertire quei principi fino ad allora ritenuti intoccabili.(da termometro politico)
Totale libertà sessuale ed esclusiva esaltazione del piacere.
Il matrimonio stesso finiva di rappresentare l’unico porto naturale, al quale una coppia poteva approdare.
Bisognava liberarsi dal retaggio delle “oppressioni millenarie”.
Questa voglia di “libertà” dagli schemi tradizionali, con le contestazioni che seguivano, ha operato un cambiamento radicale nei giovani e nella loro stessa “forma mentis”.Noi, oggi, viviamo nel disordine che ne è derivato. Dopo 50 anni di vita “libera” da quelle “schiavitù” che, proprio allora, furono messe al rogo, perchè ingabbiavano l’uomo e lo rendevano infelice, qual è la realtà emergente?Siamo più felici? I fatti dicono esattamente il contrario: sono aumentate le depressioni, le nevrosi, i suicidi e i crimini.
In realtà quel movimento rivoluzionario ha cambiato la nostra mentalità e il nostro modo di vivere, sottraendoci quei valori, che erano i nostri necessari punti di riferimento e lasciandoci solo insicurezze, insoddisfazioni ed infelicità, capaci di renderci sempre più fragili e di portarci facilmente allo sbando. Mi domando quale sia la strada per ripristinare quei valori morali, spirituali ed ideologici che sono stati distrutti e che hanno invece il potere di restituire all’uomo ed alla società quelle certezze, quelle garanzie, che sono alla base della vita di ognuno di noi e che creano una corretta convivenza con gli altri? un’alternativa sarebbe riscoprire la ns storia visto come una operazione per riscoprire noi stessi: chi siamo stati, cosa abbiamo fatto e cosa stiamo facendo, solo comparandoci ai ns avi forse potremmo capire il baratro dove ci stanno gettando , ma la mia generazione per la maggior parte è tutta corrotta e ben poco può fare per cambiare l’andazzo, non rimanete che voi giovani generazioni e dal vostro grembo che dovrà nascere colui che potrà rigenerare il paese e l’Europa intera attraverso la sua intuizione sovrumana e risolutezza.