
F1 – Il ritorno di Iceman
Ad Austin, un pò a sorpresa , mentre tutti aspettavano il solito Hamilton, a “soli” 39 anni e 4 giorni trionfa Raikkonen, che non vinceva da 5 anni 7 mesi e 6 giorni, e in questo modo ha rinviato la festa del pilota inglese. Non è il vincitore più anziano , questo record è detenuto da Nigel Mansel, ma è il pilota più longevo della storia della Formula 1 in quanto la prima vittoria la ottenne “solo” 15 anni 6 mesi e 28 giorni fa.
La gara parte con uno spunto davvero impressionante di Kimi Raikkonen, il quale nonostante sia stato spinto sulla destra della pista da Hamilton, tiene duro e lo sopravanza prima della curva. Vettel è quinto dietro Ricciardo , mentre Verstappen, partito 18.mo , va fuori pista.
Ed è subito azzardo, forse un po’ prematuro da parte di Vettel, che attacca Ricciardo, commette un piccolo errore e viene affiancato dal pilota Red Bull, c’è un contatto, e come è gia accaduto tante, troppe volte in stagione, ad avere le peggio è il pilota Ferrari , che va in testacoda e precipita in 14.ma posizione. Intanto Verstappen come un fulmine risale in nona posizione.
Al settimo giro Raikkonen è sempre davanti ad Hamilton e Bottas, Verstappen è risalito in sesta e Vettel è nono. Al 14.mo Verstappen e Vettel sono quarto e quinto, mentre Ricciardo è costretto al ritiro.
Al 22.mo giro , Raikkonen esce per il pit stop seguito da Verstappen e Bottas, Hamilton conduce con 18 secondi di vantaggio su Raikkonen che in due giri recupera 1 secondo al pilota Mercedes e fa il “fastest lap”.
Al 27.mo giro Vettel va al box per il cambio gomme, dopo un piccolo problema per la sostituzione della posteriore destra rientra in pista al quinto posto.
Al 36.mo giro Raikkonen è a soli 10 secondi da Hamilton, che decide di andare in pit stop per cambiare le gomme, intanto Verstappen è risalito in seonda posizione .
La gara scorre senza episodi particolari.
Al 52.mo giro Raikkonen entra addirittura nel mirino di Verstappen che è solo ad 1 secondo dal ferrarista e può utilizzare il DRS mentre anche Hamilton è a meno di un secondo dal pilota Red Bull.
Ad 1 giro dalla fine Vettel con un sussulto attacca e supera Bottas portandosi in quarta posizione.
Vince Kimi seguito da Verstappen, Hamilton , Vettel e Bottas.
Raikkonen 11 anni fa, nello stesso giorno , vincendo il GP del Brasile si candidava campione del mondo. Corsi e ricorsi storici.
Festa rimandata per Hamilton e per la Mercedes.
Vettel oramai non riesce più a frenare gli errori, dopo il pasticcio nelle libere di venerdì, che gli ha causato una penalizzazione di tre posti sulla griglia di partenza, in gara non è stato da meno andando a “sbattere” contro Ricciardo, con conseguente testacoda che lo ha spinto indietro nella graduatoria della gara.
Ma se il mondiale piloti oramai è perso, ad Hamilton, infatti, basta conquistare solo un settimo posto su tre gare ancora da disputare, c’è ancora tutto da stabilire per il mondiale costruttori con 66 punti che separano la Mercedes dalla Ferrari.
Se da un punto di vista mediatico la vittoria del mondiale piloti è più accattivante, quella del mondiale costruttori ha risvolti economici decisamente più interessanti.
Infatti la Mercedes, trionfatrice nelle ultime quattro stagioni, non intende lasciarselo scappare.
Il patto della concordia, attualmente in vigore e lo sarà fino al 2020, definisce le quote di distibuzione di un montepremi davvero vertiginoso, 1 miliardo e mezzo di dollari.
Il pomo della discordia, in relazione alla divisione del montepremi, è comunque la Ferrari che introita una fetta consistente di questa torta, per via della sua forte caratterizzazione sportiva in questo campo e del numero impressionante di supporters, che le garantiscono l’appellativo di long standing team ed un bonus da 68 milioni di dollari contro i 30/35 di Red Bull e Mercedes. Ecco perché dal 2020 i team vogliono vedere ridotto questo gap.
Domenica si correrà il GP del Messico , aspettando la proclamazione di Hamilton ormai quasi certa.