Un artigliere ai microfoni


Cento anni fa si combattevano le ultime battaglie della Grande Guerra, il primo conflitto mondiale, che sin dall’anno 1914 aveva sconvolto l’Europa e al quale avevano partecipato, per la prima volta nella storia, eserciti provenienti da tutto il mondo.
Il conflitto, infatti, ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell’Impero austro-ungarico al Regno di Serbia in seguito all’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo. A causa del gioco di alleanze formatesi negli ultimi decenni del XIX secolo, la guerra vide schierarsi le maggiori potenze mondiali, e rispettive colonie, in due blocchi contrapposti: da una parte gli Imperi centrali (Germania, Impero austro-ungarico e Impero ottomano), dall’altra gli Alleati rappresentati principalmente da Francia, Regno Unito, Impero russo e, dal 1915, Italia. Oltre 70 milioni di uomini furono mobilitati in tutto il mondo (60 milioni solo in Europa) di cui oltre 9 milioni caddero sui campi di battaglia. a questi caduti sui campi di battaglia si dovettero registrare anche circa 7 milioni di vittime civili, non solo per i diretti effetti delle operazioni di guerra, ma anche per le conseguenti carestie ed epidemie.
Insomma una vera e propria ecatombe, che si protrasse sino all’11 novembre 1918, mai accaduta in precedenza nella storia dell’umanità.
Esattamente cento anni dopo l’inizio delle ostilità Gianluigi Leoni, un distinto signore romano con il virus del patriottismo che solo la leva militare, talvolta, sapeva inoculare (NDR: Oggi Gianluigi, a dx nella foto mentre intervista il nipote di Nazario Sauro, si occupa professionalmente di viaggi e turismo ma a suo tempo ha servito nell’Esercito italiano e, più precisamente, nell’Arma dell’Artiglieria), ha coniugato la passione per le trasmissioni radio web con il suo modo di essere patriota ed inventando di sana pianta una trasmissione radio web denominata “L’Italia ascolta il Piave” col preciso scopo di riportare in vita la voce dei “nostri nonni in grigio/verde”, come lui ama dire.
Da quel momento Gianluigi Leoni ha registrato decine e decine di ore di trasmissione, macinando chilometri su chilometri per intervistare storici, Comandanti militari, discendenti dei diretti protagonisti, rappresentanti delle Istituzioni e del mondo delle Associazioni combattentistiche e d’Arma per riportare dall’oblio del tempo, la memoria di importanti fatti d’arme come le vicende quotidiane, ben più misere ma non per questo meno interanti, dei soldati impegnati al fronte.
Tra le altre cose, avvalendosi delle tecnologie digitali per cui i podcast delle trasmissioni sono sempre fruibili, si è andata consolidando nel tempo una ricca biblioteca di testimonianze a cui tutti possono accedere tramite internet (NDR: https://www.spreaker.com/show/litalia-ascolta-il-piave_1).
Insomma Gianluigi Leoni, nipote di Luigi Leoni ragazzo del ’99 e cavaliere di Vittorio Veneto, ha confezionato un prodotto culturale radiofonico in un format, originale quanto spontaneo, a cui non ci pare nessuno aveva pensato e che è stato ampiamente premiato dal riscontro di una platea di ascoltatori numerosa e variegata, di cui fanno parte anche tanti giovani, dimostrando che parlare di storia ha sempre un valore.