Lettera aperta agli italiani


Siamo tra i popoli più oscuramente e più illiberalmente condizionati dall’Europa: dalla politica migratoria ai conti pubblici, dalle banche all’agricoltura, non c’è ambito in cui Bruxelles non detti i suoi diktat, per metà assurdi e per metà punitivi, ai governi italiani.
Non solo: le scorribande straniere nei nostri settori produttivi in nome di un’economia aperta, caldeggiata ancora una volta da Bruxelles, non comprendono la regola della reciprocità per cui, se un’azienda italiana prova a mettere il capo fuori dal nostro Paese, viene spesso impedita quando non ostacolata apertamente (come è stato il caso di Fincantieri in Francia o di Atlantia in Spagna).
…e tutto questo accade mentre i nostri Governi, ignavi e servi dello straniero, provano a regalare perfino un pezzo dei nostri mari!.Noi crediamo invece che la Nazione non deve essere più il campo aperto delle ambizioni straniere, ma L’Italia degli italiani, così come la sognarono Cavour, Garibaldi e Mazzini.
L’Italia non deve più contare sulla benevolenza e l’aiuto straniero, ma aver fiducia in se stessa, nella propria iniziativa: è ora che la nostra Patria ritrovi se stessa!
Non è stando in questa Europa accondiscendente fino all’abiezione nei confronti della Germania che si tutelano i nostri interessi ma in una rinnovata capacità di riaffermarsi al cospetto del mondo! Con le elezioni del 4 marzo abbiamo dimostrato che sono finiti i tempi in cui il nostro generoso popolo accoglieva la fallace speranza dell’Europa: gli italiani hanno aperto gli occhi su questa matrigna che divide gli Stati che la compongono in figli e figliastri e se ne allontanano vieppiù.
È necessario, però, che non accettiamo passivamente la nostra liberazione dal servaggio dell’euro e delle “grandi” potenze europee: come già Mazzini ci ammonisce, non dobbiamo ricevere ma conquistarci la libertà…“Non vi è grande rivoluzione che possa compiersi nell’ordine materiale, se non è già preparata nell’ordine delle idee”. E noi saremo gli apostoli di un rinnovato spirito nazionale caratterizzato dalla missione di grandezza che la storia passata ed il valore del nostro popolo ci assegnano.
Non ripieghiamo la nostra bandiera, santificata dal sacrificio di tutti i martiri morti per la causa italiana, per sostituirla con quella vuota ed insignificante dell’Europa.
Con la riconquista della sovranità sarà da considerarsi compiuta l’opera alla quale i nostri avi hanno consacrato la loro vita per mantenere le promesse del Risorgimento.
L’indipendenza dallo straniero, oggi come allora, è condizione indispensabile a garantire al popolo italiano, oppresso dai tecnocrati di Bruxelles, la possibilità di Istituzioni veramente libere da ogni condizionamento e di sviluppo in armonia con la nostra storia e la nostra sensibilità. Un’Italia indipendente è, dunque premessa insostituibile per un’Italia migliore!