La mitragliatrice degli antichi romani


La legione romana subì nei secoli varie trasformazioni a partire dalla quella voluta da Gaio Mario nel II° secolo A.C fino a quella voluta da Augusto e raggiunse il massimo perfezionabile possibile con gli Imperatori della dinastia Flavia ( Vespasiano ).
Dal 107 A.C. al 284 D.C. la legione era comandata da un Legatus,sotto suo comando v’era Il Prefectus Castrorum ( Capo dell’accampamento e responsabile della logistica ) un Tribuno Laticlavius e cinque Tribuni Angusticlavi. La Legione era suddivisa in Coorti. Ogni coorte era formata da sei centurie per un numero medio di 480 uomini.Lla prima Coorte era comandata dal Centurione “PrimusPilus“ comandante della prima centuria della prima Coorte,la quale era caratterizzata dall’avere un numero doppio di effettivi ,ma solo cinque centurie . In ogni centuria , in servizio 1 Optio , 1 Signifer 1 Tesserarius 1 Cornicen e 80 fanti.Le restanti Cinque Centurie ognuna comandata da un Centurione , era composta da 80 Fanti a cui si aggiungevano 1 optio , 1 Signifer 1 Tesserarius 1 Cornicen. La scala gerarchica dei Centurioni era il perno della Legione. la prima Coorte la più importante caratterizzata da uomini valorosi e di grande esperienza : :PrimusPilus a capo della I^ Centuria della I^ Coorte ,Princeps prior a capo della II^ Centuria della I^ Coorte , Hastatus sprior a capo della III^ Centuria della I^ Coorte Princeps posterior a capo della IV^ Centuria della I^ Coorte, Hastatus posterior a capo della V Centuria della I^ Coorte L’armamento del Legionario , “ offensivo ,era composto da Gladius Hispaniensis lama a doppio taglio lunga in media 60cm, Pugium pugnale a doppio taglio attaccato al cingulum militiae Pilum Giavellotto , arma da lancio .L’armamento difensivo era composto dal Cassis (Elmo ) Corazza con varianti nel tempo detta anche lorica laminata ed infine lo
Scutum convesso e rettangolare .
Lo schieramento di battaglia prevedeva la formazione di 3 linee di fanti che si alternavano sostituendo i più stanchi, i feriti o chiudendo i varchi lasciati dai caduti Gli scudi formavano una barriera fermandol’urto degli attaccanti e attraverso gli spazi fra scudo e scudo le corte lame dei gladi, infliggevano ferite mortali . Ma la vera forza era Il Pilum .Concepito per offendere era caratterizzato da un’asta di legno probabilmente di frassino lunga circa 200cm con una punta corta conica alla base mentre l’altra estremità era caratterizzata da una sfera di piombo che si continuava , protetta da un tronco di cono in legno con un’asta diferro dolce di 10mm di diametro lunga circa 60 cm terminante con una punta triangolare . Colonna traiana .. legionari in marcia con il Pilum
Scagliata con forza sia dagli Hastati che dai Principes da una distanza variabile da 10 . a 25 metri verso l’alto , con parabola ascendente , scavalcate le prime linee ,piombavano sulle masse nemiche che disordinatamente si abbattevano sulla prima linea e, se non trapassavano corpi umani, si infiggevano negli scudi e poiché la il ferro apicale si piegava, lo scudo del nemico non era più utilizzabile .Se si pensa che all’ordine del Centurione Primus pilus venivano lanciati 800 Pila si può paragonare l’effetto ottenuto a quello di una moderna mitragliatrice.
………… Lanciate .. tuonò Tazio quando la dirompente ondata di umanità , andò a sbattere contro gli scudi della seconda coorte . Ringhiando all’unisuono per lo sforzo, gli ottocento legionari scagliarono i Pila, avanzarono sul piede sinistro ed estrassero le spade in un unico abile movimento. Per un momento il tempo parve fermarsi ed il mondo ammutolì, poi l’aria fu squarciata da grida stridule ed improvvise quando i Pila piombati atterrarono sui guerrieri all’attacco sbalzandoli all’indietro in archi di sangue , urlanti impalati , le facce ridotte in poltiglia da palle di piombo, scudi fracassati e braccia inchiodate al petto o al ventre. Furono scagliati indietro a centinaia , con le gambe che cedevano sotto il corpo , le armi che volavano via dalle braccia tese urla di morte che spruzzavano sangue, gli occhi dilatati dal dolore.
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Riferimenti:
R. Fabbri.. il Re della guerra.. l’aquila perduta di Roma Newton Compton editori