Calcio: Un business senza cuore


Bastano pochi secondi, pochi metri ed improvvisamente tutto può cambiare e tutto può finire. In sintesi è ciò che è accaduto alle 11,37 di martedì 14 agosto sull’autostrada A 10 lungo il tratto che collega Genova Ovest dal levante della città. Mentre imperversava il temporale una parte, circa 200 metri, del viadotto “Morandi” si è sbriciolato trascinando con sé auto e camion, schiantandosi in un mucchio di macerie e lamiere nel greto del torrente Polcevera.
Mentre ci si aspettava che l’immane tragedia, che a tutt’oggi ha causato 42 morti e diversi feriti, potesse avere ripercussioni sull’esordio dell’intera serie A, la Lega Calcio ha emesso un comunicato ufficiale con cui sono state rinviate solamente le partite delle due squadre genovesi: Sampdoria-Fiorentina e Milan-Genoa saranno recuperate in altre date e precisamente mercoledì 19 settembre e mercoledì 31 ottobre. Tutte le altre gare della prima giornata di campionato saranno giocate regolarmente a cominciare da questo fine settimana con i due incontri, gli anticipi, di sabato 18 agosto, per poi proseguire oggi domenica 19 e lunedì 20 agosto.
È inconcepibile, a nostro avviso che, nel giorno in cui si sono tenuti i funerali di Stato delle vittime, si sia dato ugualmente inizio al campionato. Il dramma capitato a Genova non è da considerare una questione locale. A cadere sotto il cedimento dei piloni sono state persone provenienti da diverse zone d’Italia, un pensiero va, tra gli altri, ai quattro ragazzi di Torre del Greco, circostanza che dà una connotazione nazionale alla tragedia. Una sciagura di tale portata avrebbe richiesto uno stop adeguato, un momento di riflessione collettiva e invece niente, la giostra non si ferma. Il campionato di calcio non ammette soste con l’aggravante di debuttare proprio nel giorno proclamato di lutto nazionale per le vittime di Genova. A volte riusciamo ad essere veramente cinici e spietati. Anche il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, ringraziando i vertici della serie A per la comprensione e la solidarietà mostrata rinviando le partite delle due squadre della città, auspicava che la sospensione si estendesse anche agli altri clubs: ”Le partite possono essere recuperate, i morti no”, ha dichiarato con profonda commozione. Era doveroso quindi posticipare l’inizio della stagione di una settimana, o almeno spostare anche gli anticipi del sabato alla domenica. Non è possibile dar vita ad una festa in una giornata di commemorazione della disgrazia che ha colpito decine di famiglie. Il calcio è passione, è divertimento, ma in questo momento di dolore tutti dovremmo fermarci in silenzio e stringerci intorno a Genova ed alle sue vittime.
Ma evidentemente il calcio segue ragionamenti propri; gli interessi economici, televisivi e di tempistica, con un calendario degli impegni sempre molto compresso, non lasciano spazio agli imprevisti anche se questi fossero rappresentati da vite umane. Le coscienze sono state appagate dal minuto di silenzio osservato prima dell’inizio delle gare e dal lutto portato al braccio dei giocatori. È proprio vero il business non ha cuore e non conosce sentimenti. Una decisione assurda che trascina nel disagio anche chi è chiamato ad esprimere un semplice commento sull’evento sportivo.
A tale proposito ci limitiamo a comunicare i risultati dei big match disputati ieri alle 18,00 ed alle 20,30:
Chievo-Juventus 2-1 (Khedira (J) 3’; Stepinski (C) 38’; Giaccherini (C) 56’(R); Bani (C) 75’ (Au); Bernardeschi (J) 90+3’).
Lazio-Napoli 1-2 (Immobile (L) 25’; Milik (N) 45+2’; Insigne (N) 59’)
Qualunque ulteriore commento ci parrebbe fuori luogo, in questo momento dedichiamo un forte abbraccio ai fratelli genoani ed ai sampdoriani, che tutti possano stringersi intorno a questo straziante disastro senza distinzione di fede calcistica, perché prima di ogni cosa ci sono le persone ed i loro affetti, tutto il resto è contorno e viene dopo, molto dopo.