Macron livido: Populisti come lebbra


Ma la vera lebbra, rintuzza Di Maio, é l’untuosa doppiezza europea ed aggiunge: “La vera ipocrisia è di chi respinge gli immigrati a Ventimiglia e vuole farci la morale sul diritto sacrosanto di chiedere un’equa ripartizione dei migranti. La solidarietà o è europea o non è”.
Insomma la politica sugli immigrati francese sembra una farsa bella e buona, lontanissima da ogni intento davvero umanitario e attuabile solo se sono gli altri a farsene carico.
L’attuale Governo italiano, del resto come i precedenti, l’ha capito bene ma, a differenza dei passati esecutivi, ha ribattuto a muso duro la propria intenzione di non consentire a chicchessia di parlare bene (di Europa e di europeismo) ma razzolare male chiedendo agli altri di sobbarcarsi gli òneri e riservando a sè stessi gli onòri.
Continua, quindi, un serrato confronto tra l’arrogante galletto transalpino e il nostro Ministro degli interni reo, agli occhi dei francesi, di non accettare immigrati clandestini a vagonate. Si perché, si sappia, coloro che sono nella condizione di richiedenti asilo sono ben pochi e, in ogni caso, una politica permissiva e lassista sull’immigrazione significa incentivare le organizzazioni crimininali, che ammazzano, rapiscono, depredano, stuprano, taglieggiano, ma anche talune sedicenti ONG umanitarie, che quanto meno lucrano smisuratamente sulla pelle degli africani, con buona pace delle coscienze di chi trova chic atteggiarsi a fatina buona del piffero.
Ad esempio costoro non si domandano perché le navi delle così dette ONG “umanitarie”, che come a un capolinea vanno a raccogliere i migranti abbandonati quasi sempre nello stesso punto del golfo della Sirte, ed é evidente che hanno per accordo più o meno tacito con gli scafisti, intendano poi raggiungere l’Italia quando per accordo internazionale dovrebbero raggiunger il porto più vicino (NDR: la Tunisia dista solo una sessantina di miglia nautiche, Malta dista 90 miglia mentre l’Italia dista 120 miglia).
E anche quando i migranti arrivano in Italia, non si termina di lucrare sulla loro pelle perché molte ONLUS ed organizzazioni dedite all’accogliemza traggono da questi flussi sostentamento e ragione di esistenza. I migranti, nella buona sostanza, sono la loro materia prima. Ma che accadrebbe se lo Stato non versasse nelle casse di questi enti “benefici” i 35 euro al giorno? La risposta é semplice e basta guardare a qualche anno fa, quando i poveri erano solo quelli nostrani: semplicemente non c’erano tutte queste organizzazioni dedite al settore socio assistenziale. Insomma, vale il vecchio adagio per cui senza soldi non si cantano messe, con buona pace della pretesa filantropia in cui ci crede veramente solo il giovane volontario di turno ma non certo il Consiglio di amministrazione della Onlus o dell’Associaizine in cui é iscritto.
Ma a dire apertamente queste cose, evidentemente, si fa peccato ed ecco allora che contro chi fa il grillo parlante e sottolinea la cruda realtà si alimenta una cultura di odio da parte di chi lucra con questo business e non é raro venire definiti razzisti e fascisti o quanto meno, ma sempre dispregiativamente, sovranisti e populisti.
Ma poi perché essere populisti, ossia porre in essere quanto la maggioranza del proprio popolo sente giusto (basta leggere i sondaggi), dovrebbe essere sbagliato? Non é così che dovrebbe funzionare il mandato parlamentare? Di certo non come nelle passate legislature dove era stridente la dicotomia tra il sentire popolare e le politiche attuate al punto che queste parevano andare spesso contro la maggior parte degli italiani ed a favore solo di quella oligarchia costituita da pochi gruppi di potere come le banche.
Essere sovranisti significa avere a cuore la sovranità della propria nazione all’interno dei confini e dal vocabolario Treccani si apprende che il populismo é una forma di prassi politica caratterizzata da un rapporto diretto tra un capo carismatico e le masse popolari.
Dunque se essere sovranisti significa non consentire l’asservimento della propria nazione ai fini di paesi stranieri e se populista significa instaurare e mantenere i piedi per terra e un sano contatto col popolo allora si, Salvini é sovranista e populista. E non c’è proprio nulla di male.
L’enfant gâté Macron forse non lo ha ancora compreso, ma deve scordarsi di taluni politicanti italiani del passato, in buona parte non eletti dal popolo ma insediatisi negli scanni parlamentari solo per effetto di giochi di potere tra i partiti della maggioranza, che per i loro scopi personali e di partito hanno asservito supinamente gli interessi italiani all’utile di Francia e Germania.
Macron dica ciò che vuole ma i porti italiani, a meno di una seria politica di equiripartizione del numero di migranti da accogliere da parte di tutti i paesi europei, al momento restano chiusi.
E, a chiosa di questo lapalissiano concetto, il Ministro degli interni liquida quel “signorino bene educato di Emmanuel Macron che beve troppo champagne”, parole testuali di Matteo Salvini, con un laconico: “Ci dia il numero di telefono della sua capitaneria di porto e i prossimi 10 barconi vanno a Marsiglia”.