Di Maio fa la sirena. Ma Salvini è come Ulisse


“Tra stasera e domani sentirò per telefono i principali esponenti di tutti i futuri gruppi parlamentari: Salvini, Brunetta, Meloni, Martina e Grasso», scrive sul blog delle Stelle Luigi Di Maio. «Voglio parlare loro con franchezza, chiarezza e onestà. A ognuno di loro dirò che noi vogliamo coinvolgere tutti in questa fase di individuazione delle figure che presiederanno le Camere, naturalmente riconoscendo il peso specifico di ogni vincitore”.
Insomma, Luigino Di Maio si affanna, sgomita, annaspa, si appiglia, sta tentando in tutti i modi di quadrare il cerchio dopo una vittoria elettorale monca della maggioranza assoluta.
Ammicca, sorride, promette, apre a tutte le forze politiche un apparente dialogo pur di fare un governo ma rivendica la presidenza della Camera.
E affermando che vuole coinvolgere tutti in questa fase di individuazione delle figure che presiederanno le Camere, sottolinea “naturalmente riconoscendo il peso specifico di ogni vincitore, é facile concludere che tenterà di irretire Salvini promettendo l’appoggio del M5S a che alla Lega vada la presidenza del Senato.
Salvini, dal canto suo, ha chiosato che lui ascolta tutti ma, da novello Ulisse, pare si sia già procurato un bel po’ di cera per resistere al seducente canto che probabilmente gli sussurrerà la sirena Di Maio e, difatti, il leader leghista ha già precisato che la priorità per l’Italia riguarda i temi del lavoro piuttosto che i tagli dei vitalizi.
“Dateci qualche giorno di tempo di tempo per dare agli italiani il governo che si meritano. Nei prossimi giorni lavorerò giorno e notte per dare un governo a questo Paese, un governo che si impegni a dare più lavoro e più sicurezza, più lavoro e meno clandestini. L’Italia che ho in testa chiude le porte ai delinquenti, le apre a chi scappa davvero dalla guerra, ma prima vengono gli italiani, e in Calabria prima vengono i calabresi. Vedremo se ci sarà qualcuno che avrà la voglia, la forza e il coraggio di dare all’Italia il governo che si merita. Abbiamo ben chiaro di cosa ha bisogno questo Paese: la prima legge da cancellare, lo penso da qualche anno, è la legge Fornero, che sta rovinando milioni di italiani, e abbiamo ben chiaro in testa che al Sud c’è tanta gente che non vuole assistenza, che chiede di lavorare in condizioni umane e di non pagare tasse che arrivano al 60%”.
Nelle sue parole, un programma ben preciso che difficilmente potrà armonizzarsi con quello dei cinque stelle.
Salvini ha poi chiosato con un esplicativo e lapidario: “No a chi vuole tirare a campare due anni”.